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Approfondimento

La logica della querela. Continuando una lettera di Roberto Saviano, Emiliano Morrone parla della società sparente calabrese

lunedì 15 dicembre 2008 di Emiliano Morrone
La querela è il rimedio oncogeno contro giornalisti e scrittori. Non in sé, ma per l’uso incontrollato e arbitrario che oggi se ne fa. Trasformata dal tempo e dal costume, è l’arma prediletta dal potere. Intanto perché tacita i Battista: i pochi che gridano nel deserto dell’abbandono; in guerra contro l’ignoranza cieca, la meschinità opulenta, il familismo, l’indifferenza.
La querela ti obbliga a difenderti, a fermarti, a lottare per te stesso, se sei soltanto un giovane ricco di buone (...)

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> La logica della querela. Continuando una lettera di Roberto Saviano, Emiliano Morrone parla della società sparente calabrese

mercoledì 10 dicembre 2008

Riproponi questi articoli sulla società sparente in Calabria con costanza e dedizione, le stesse che metti,assieme agli altri che fanno parte di questa rete che ha come obiettivo quello di denunciare il sistema mafioso calabrese,per lottare affinchè nasca e cresca nelle coscienze l’importanza di marciare per l’affermazione dei propri diritti, da cittadini del sud. Tutte le volte,per me,è toccante rivedere l’immagine di Antonio Silletta barbaramente trucidato,sul cui omicidio non s’è indagato a sufficienza. Come può la società civile non interrogarsi su eventi tristi come quello? Come si può far finta di non vedere? Ho sempre viva la speranza che i miei conterranei risveglino le proprie coscienze.Che la si smetta di partecipere al sistema mafioso-politico-affaristico-industriale-massonico,attraverso il silenzio e la delegittimazione di chi denuncia,come voi,che la società sta sparendo. Assistiamo ogni giorno a brutali omicidi,sparizioni misteriose,alla crescita del potere delle cosche sul territorio calabrese ed oltre.Come si possono dormire sonni tranquilli,davanti a tutto ciò? Ricorrono i sessant’anni della "Dichiarazione per i diritti umani".

L’art 1 recita: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

La mafia,la ndrangheta,ci toglie il diritto all’eguaglianza ed alla libertà,perchè non ci consente di vivere liberamente e dignitosamente nella nostra regione,perchè non ci dà la possibilità di scegliere e costruire il nostro futuro.Ma possiamo scegliere di essere liberi ed eguali agli altri cittadini se ci ricordiamo che nasciamo "dotati di ragione e di coscienza",decidendo,così, di "agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".

L’art 3 recita: Ogni individuo ha diritto alla vita,alla dignità ed alla sicurezza della propria persona.

La mafia,la ndrangheta,ci tolgono la vita e la sicurezza.Sono numerose le sue vittime,silenti,anche quelle che muoiono un pò alla volta di malattie tumorali e leucemie. Ci toglie anche la dignità,mettendoci davanti ad una scelta:l’asservimento o l’emigrazione.

L’art 7 recita: Tutti sono eguali davanti alla legge ed hanno diritto,senza alcuna discriminazione,ad una eguale tutela da parte della legge.

Questo diritto non lo abbiamo,se permettiamo che la mafia,la ndrangheta,penetrino nelle istituzioni,attraverso uomini politici con essa collusi.Essi faranno gli interessi dei mafiosi, una volta al potere,non quelli di tutti i cittaini.

Lart 19 recita: Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione,incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare,ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

La mafia,la ndrangheta,ci tolgono la libertà di espressione,perchè chi denuncia,chi non si piega ad esse è costretto a subire minacce ed intimidazioni,costretto a fuggire,nascondersi, non può più avere una vita normale.

Invito tutti i cittadini calabresi,e non,che leggono questo giornale a riflettere sull’importanza di riappropiarci dei nostri diritti.Non possiamo più continuare a subire. Mi rivolgo soprattutto ai miei conterranei,ai giovani calabresi.Abbiamo diritto alla nostra crescita ed allo sviluppo della nostra terra.

Grazie Emiliano,Biagio e Francesco Saverio.Grazie di cuore.

Anna Rita Sarro


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