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EMERGENZA BALLISMO. COME UN CITTADINO RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO, NE FA LA BANDIERA DEL PROPRIO PARTITO PERSONALE E REALIZZA LA PIU’ GRANDE BOLLA DELLA STORIA DELLA SPECULAZIONE ITALIANA...

VELTRONI, D’ALEMA SVEGLIA!!! E’ ELEMENTARE!!! BERLUSCONI E’ GIA’ CON UN PIEDE SUL COLLE DAL ’94, CON LA FONDAZIONE DEL SUO PARTITO: "FORZA ITALIA"!!! - a cura di pfls

giovedì 2 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] la scalata al Quirinale di Berlusconi ha già trovato rinforzi con il via libera di Umberto Bossi: «Noi lo voteremo». Più cauto invece il segretario della Dca, il ministro Rotondi, che giudica «inopportuno parlare di Berlusconi al Quirinale perchè c’è un impegno assunto con gli elettori a governare cinque anni e inoltre il Quirinale è occupato da un presidente degnissimo e gradito agli elettori di centro-destra». Non esclude l’ipotesi, però, nemmeno Massimo D’Alema, secondo il quale (...)

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> VELTRONI ... SVEGLIA!!! --- Se all’analisi di Veltroni manca Berlusconi (di Furio Colombo)

lunedì 24 giugno 2013

Se all’analisi di Veltroni manca Berlusconi

di Furio Colombo (il Fatto, 24.06.2013)

C’è differenza fra un libro serio, pensoso e intelligente sul dramma dell’Italia di oggi e la mappa che indica dove, come uscire dalla crisi. C’è differenza fra una meditazione e un “che fare”. Walter Veltroni, in questo suo E se noi domani, L’Italia e la Sinistra che vorrei (Rizzoli) si ferma a riflettere in una meditazione in pubblico ricca di dati, fatti, notizie, ricordi, preannunci, desideri, attese. Ma una meditazione non è un programma. È vero che l’autore non promette mai ciò che non può mantenere. È vero che fin dall’inizio non gioca con abilità (il tipico gioco della politica) e non esibisce carte che non vuole usare. Il libro è onesto, è in parte (sia pure in modo implicito) un diario. C’è in ogni pagina un desiderio sincero di “uscire a riveder le stelle” (cito più Benigni che Dante). È anche vero che, fatalmente, i lettori, nonostante la lealtà dell’autore e la chiarezza del libro, aspettano fatalmente la risposta alla domanda: come mi salvo? E chi mi salva?

PROVO A DIRE che cosa c’è e che cosa manca (manca, naturalmente, in una attesa che non ha niente a che fare con il progetto dell’autore e che però non può essere cancellata) in questo libro di Veltroni. C’è una buona analisi del precipitare nella crisi, non solo, non tanto numeri, quanto constatazioni e confronti, un inedito modo di narrare in modo letterario una crisi che viene rappresentata sempre e solo con cifre.

C’è una sosta sulla parola e sul concetto di sinistra. Troppa o troppo poca? Compare, più o meno al centro, la parola “riformismo” come il luogo e la pietra magica del cambiamento dal peggio al meglio. C’è una sosta sul sistema elettorale che non appartiene a questa “meditazione” perchè o si entra nel labirinto tecnico del bene e del male che c’è in ciascuna proposta o si è costretti a sostare in una zona di buon auspicio. Veltroni qui si accosta al semipresidenzialismo. Sono le uniche pagine che mi sembrano appartenere a un altro libro.

QUI INVECE CI SONO tre parole, responsabilità, comunità, opportunità che possono aprire un discorso interessante, ma con chi? Neppure il senso di preoccupazione e di affetto che passa nelle pagine di questo libro diminuisce la solitudine, che resta la sindrome prevalente di questa crisi.

Ma il problema più grave a me sembra il non avere affrontato la clamorosa deformazione di tutto imposta all’Italia dalla lunga e pesante egemonia di Berlusconi. Il conflitto di interesse e la potenza illegale si rovesciano da 20 anni su tutto e cambiano e peggiorano ogni scena, in ogni campo. Vorrei chiedere a Veltroni di non continuare a pensare che il berlusconismo sia nella testa di chi lo denuncia. Il Berlusconismo è Berlusconi. E il Paese ne sta morendo.


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