Veltroni e D’Alema: «Delegittimano il Pd, reagiamo uniti»
di Bruno Miserendino
«Reagire uniti e decisi agli attacchi, avanti con l’innovazione». In un comunicato del Pd una frase così non farebbe notizia se non fosse riferita a una telefonata tra Veltroni e D’Alema.
Un evento, di questi tempi. Infatti è così: segretario e ex ministro degli esteri, dopo un mese di incomunicabilità, si sono sentiti e ne è scaturita un’intesa di massima in vista del caminetto di oggi e soprattutto del fatidico 19 dicembre, annunciato come il giorno del grande chiarimento in casa Pd.
Qualcuno ieri sera lo chiamava già «il patto dell’Immacolata». Oppure, «una telefonata allunga la vita». Probabilmente i nodi politici restano e non è detto che il 19 dicembre non emergano, ma che sia tregua o intesa di fondo, la sostanza è che i vertici del Pd vogliono uscire dall’angolo e lasciarsi alle spalle l’immagine di divisione che li ha accompagnati in queste ultime settimane.
Veltroni, attaccato all’interno e all’esterno, ha bisogno di sostegno, D’Alema non può restare inchiodato all’immagine del cospiratore che prosciuga l’acqua intorno al leader. «Lavora per la ditta», dicono i suoi. Walter e Massimo si vedranno a quattr’occhi prima del caminetto, ma il fatto che la nuova tregua telefonica sia stata accompagnata da un comunicato ufficiale fa capire quanto sia sentito il bisogno di serrare i ranghi di fronte a un’offensiva politica e mediatica che sta angustiando il Pd al di là delle sue colpe.
I sondaggi non sono tutti così cattivi come quelli apparsi nelle ultime ore, però segnalano una sofferenza. Impressiona l’accerchiamento mediatico, anche da gruppi editoriali “amici”, tanto più forte nel momento in cui il governo stenta a dare risposte alla crisi. «È l’unico paese occidentale in cui la stampa fa le bucce all’opposizione anzichè al governo», dicono al Nazareno. In questa situazione persino Berlusconi parla di «questione morale».
Veltroni e D’Alema hanno parlato di tutto, dalla situazione economica, che il governo non sta affrontando, (come dice Veltroni «Berlusconi è troppo ricco per capire le condizioni della gente»), al problema Pse, su cui si tenta la mediazione finale: non si va nel gruppo dei socialisti, ma si fa un patto di collaborazione. Vedremo cosa dice Rutelli. Ma soprattutto Veltroni e D’Alema hanno parlato degli attacchi di questi giorni sulla questione morale: «Ci sono episodi preoccupanti che non bisogna sottovalutare - convengono - ma c’è anche una pretestuosa campagna che tenta di delegittimare il partito e investirlo di una complessiva questione morale che riguarda anche e soprattutto la destra». La novità è il passo finale: «Il Pd deve reagire in maniera unitaria e decisa ad ogni attacco strumentale, procedendo con convinzione sulla strada dell’innovazione». Insomma, basta col «frullatore mediatico» di queste ore: nessuno sottovaluta gli errori, «ma il partito è sano e ci sono gli anticorpi per isolare i casi di malcostume». Nel comunicato c’è il termine che Veltroni usa di più: innovazione. Nell’ottica del segretario vuol dire ricambio delle classi dirigenti, l’unico antidoto ai cacicchi e alle incrostazioni di potere.
Oggi, dopo il “caminetto” dedicato al tema Pse, si parlerà dei casi Campania e Firenze. Si capirà che possibilità ci sono nel braccio di ferro con Bassolino. D’Alema, poi, andrà a Napoli. Qualcuno dice che è in missione per dare una mano a risolvere il caso, ma i suoi escludono incontri col governatore.
* l’Unità, 10 dicembre 2008