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EMERGENZA BALLISMO. COME UN CITTADINO RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO, NE FA LA BANDIERA DEL PROPRIO PARTITO PERSONALE E REALIZZA LA PIU’ GRANDE BOLLA DELLA STORIA DELLA SPECULAZIONE ITALIANA...

VELTRONI, D’ALEMA SVEGLIA!!! E’ ELEMENTARE!!! BERLUSCONI E’ GIA’ CON UN PIEDE SUL COLLE DAL ’94, CON LA FONDAZIONE DEL SUO PARTITO: "FORZA ITALIA"!!! - a cura di pfls

giovedì 2 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] la scalata al Quirinale di Berlusconi ha già trovato rinforzi con il via libera di Umberto Bossi: «Noi lo voteremo». Più cauto invece il segretario della Dca, il ministro Rotondi, che giudica «inopportuno parlare di Berlusconi al Quirinale perchè c’è un impegno assunto con gli elettori a governare cinque anni e inoltre il Quirinale è occupato da un presidente degnissimo e gradito agli elettori di centro-destra». Non esclude l’ipotesi, però, nemmeno Massimo D’Alema, secondo il quale (...)

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> VELTRONI, D’ALEMA SVEGLIA!!! E’ ELEMENTARE!!! --- Walter Veltroni ha annunciato una sua legge sul conflitto di interessi nel prossimo futuro. Ne sono felice (di Furio Colombo - Conflitto d’interessi, la mia legge...).

lunedì 3 agosto 2009

Conflitto d’interessi, la mia legge e il mio saluto ai lettori de l’Unità

di Furio Colombo *

Ho appena depositato alla Camera dei Deputati la legge sul conflitto di interessi, la stessa che avevo preparato alla Camera nella XIII Legislatura (1996)e che avevo presentato al Senato non appena eletto nel 2006, secondo e ultimo governo di Romano Prodi.

Lo annuncio su questo giornale come si farebbe in una corsa a staffetta, per lasciare traccia del passaggio e dunque come raccordo e testimonianza di lavoro insieme a conclusione di un pezzo bello e difficile (bello nel giornale, difficile in Italia) passato sotto la testata de l’Unità.

Vado, come molti lettori sanno, in cerca di una nuova avventura, mentre resta intatta l’amicizia e gratitudine per questo giornale, per chi mi ha così straordinariamente sostenuto e aiutato quando lo dirigevo, per chi ha diretto, dopo, con coraggio e bravura.

Affido il testo della mia legge sul conflitto di interessi a l’Unità (sapendo che lo pubblicherà ne l’Unità on line) perché è il cuore di tutti questi anni di opposizione a Berlusconi. So, naturalmente, che Walter Veltroni ha annunciato una sua legge sul conflitto di interessi nel prossimo futuro. Ne sono felice e non vedo l’ora di confrontare i due testi. Non è una gara. È un impegno comune. È l’impegno che avrebbe dovuto identificare subito il Partito Democratico.

È impossibile nominare un solo tratto della persona, della leadership, del ruolo politico, del governare di Berlusconi senza scontrarsi in pieno con il macigno immenso del conflitto di interessi. La prima e più convincente prova è nel senso di «vecchio» e «già detto» o «già usato» che sarà la reazione di molti lettori.

Il colpo di genio è stato questo: liquidare come ridicolo, noioso, inutile, se necessario eversivo ogni tentativo di tornare a parlare di conflitto di interessi. Conta il totale, ferreo controllo mediatico per dirottare un Paese? La prova è ciò che è accaduto ai Radicali (il partito di Pannella e di Bonino). Una serie di manifestazioni anche drammatiche come lo sciopero totale della sete e della fame del leader di quel partito ha infranto, verso la fine della campagna elettorale per le elezioni europee, il totale blocco che ha quasi sempre impedito ai Radicali di essere visti o ascoltati. So che l’esempio è imperfetto perché l’ossessivo embargo a danno dei Radicali non risale a Berlusconi ma a molto prima. E tuttavia serve a dimostrare il punto. Una volta rimosso, sia pure per pochi giorni, il sacro divieto, Pannella, Bonino e il gruppo Radicale alle elezioni Europee sono magicamente balzati dall’uno al tre per cento e in alcune grandi città hanno raggiunto (ricordate, in pochi giorni) il cinque, il sei, il sette per cento.

Chi domina le fonti pubbliche e private delle notizie e mostra di poter creare per i fedeli carriere precoci e grandiose, come è accaduto per Minzolini, e fa sapere di gestire al meglio il destino maschile e femminile di chi si affida al buon cuore di quel potere, è in grado di chiudere porte che dovrebbero essere aperte, di aprire brecce vastissime a illustrazione della sua gloria. È - soprattutto - in grado di scoraggiare quelle stupide domande (tipo "ma chi è Elio Letizia e perché Berlusconi ha dovuto andare a Casoria nel giorno, nell’ora, nel luogo e con le imbarazzanti persone indicate"?) che rovinano una carriera.

È una legge semplice. Risponde a tre domande. Chi è incompatibile con la responsabilità diretta del potere? Chi lo diventa se si violano alcuni limiti e alcune condizioni? Quali incompatibilità non si possono cancellare? Nella vita sociale e professionale vi sono molto rigorose incompatibilità accettate da tutti in base a dati di fatto e regole precise.

Un uomo sposato non può avere una seconda moglie. Un giudice, restando giudice, non può fare l’avvocato.

Un deputato o senatore non può legalmente dirigere una azienda o un giornale ed esserne responsabile. In nessuno di questi casi si dice che l’incompatibilità viola un diritto. La regola, se mai, serve a impedire che un diritto si espanda in uno spazio che gli altri cittadini non hanno. La regola non è una ingiustizia ma la barriera contro il pericolo di una ingiustizia. Semplice? Abbastanza, tanto che queste incompatibilità ci sono nelle democrazie di tutto il mondo. In Italia, da quindici anni, reazioni scomposte fanno subito barriera se appena nominate il conflitto di interessi.

Ecco dunque perché tutto comincia (e molto finirebbe) con una legge seria, prioritaria, severa. È stata la prima cosa che abbiamo fatto ridando vita a questo giornale.

I colleghi coraggiosi e i lettori di allora ricorderanno l’ondata di attacchi personali e di calunnie. Ai colleghi e ai lettori di adesso lascio lo stesso impegno. E lo stesso rischio.

IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE

* l’Unità, 02 agosto 2009


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