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ITALIA. Evento milanese. Mostra....

È GIÀ "PRIMAVERA". GIUDITTA HA TAGLIATO LA TESTA A OLOFERNE E PORTA PACE E SERENITÀ AL SUO POPOLO. "Lezione" di Botticelli al Museo diocesano di Milano. Una nota di Antonio Paolucci - a cura di Federico La Sala

martedì 30 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
Giuditta 13, 1-10
< Quando si fece buio, i suoi servi si affrettarono a ritirarsi. Bagoa chiuse dal di fuori la tenda e allontanò le guardie dalla vista del suo signore e ognuno andò al proprio giaciglio; in realtà erano tutti fiaccati, perché il bere era stato eccessivo. Rimase solo Giuditta nella tenda e Oloferne buttato sul divano, ubriaco fradicio. Allora Giuditta ordinò all’ancella di stare fuori della sua tenda e di aspettare che uscisse come aveva fatto ogni giorno; aveva detto (...)

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> Caravaggio dipinse due versioni della "Giuditta e Oloferne" ... Il mistero del Caravaggio ritrovato nel Sud della Francia: le prime immagini (di Benedetta Perilli)

martedì 12 aprile 2016

Parigi, il mistero del Caravaggio ritrovato in soffitta: le prime immagini

di Benedetta Perilli (la Repubblica, 12 aprile 2016)

A Parigi viene mostrato per la prima volta alla stampa il quadro ritrovato nella soffitta di una abitazione nella zona di Tolosa, nel Sud della Francia, che potrebbe essere attribuito a Caravaggio. In attesa delle perizie che potrebbero portare all’attribuzione, il Ministero della Cultura francese ha disposto che la tela non esca dal territorio nazionale.

Il quadro, un olio su tela che rappresenta Giuditta che decapita Oloferne, è stato ritrovato dai proprietari dell’abitazione nel 2014, nascosto in una intercapedine, duranti i lavori per una perdita di acqua. Secondo Eric Turquin, a capo del team che sta curando gli studi sulla tela, l’opera sarebbe stata dipinta da Caravaggio negli ultimi anni di vita, tra il 1600 e il 1610.

Caravaggio dipinse due versioni della "Giuditta e Oloferne", una realizzata a Roma e conservata nella Galleria Nazionale d’arte antica di Palazzo Barberini, l’altra dipinta a Napoli e scomparsa nel XVII secolo.

Nei prossimi mesi gli esperti del museo del Louvre studieranno l’opera che, se attribuita a Caravaggio, potrebbe avere un valore di 120 milioni di euro. L’attribuzione sarebbe confermata da una copia dell’epoca realizzata da Louis Finson, appartenente alla collezione del Banco di Napoli ed esposta a Palazzo Zevallos a Napoli. L’esistenza dell’originale sarebbe nominata proprio nel testamento del pittore fiammingo Louis Finson che, nato a Bruges e morto ad Amsterdam, trascorse alcuni anni in Italia tra il 1600 e il 1610 e un periodo a Napoli nel 1604.

Il quadro dimenticato per almeno 150 anni nella sottotetto della vecchia casa "è in uno stato di conservazione eccezionale", ha spiegato Eric Turquin, aggiungendo che l’opera avrebbe raggiunto una collezione privata di Tolosa a metà del XIX/o secolo. "I proprietari sono dei discendenti di un ufficiale dell’esercito napoleonico. E’ forse con lui che questo quadro è arrivato tra i beni di famiglia.

Gli esperti del Centro di ricerche e restauri dei Musei di Francia hanno ora trenta mesi per capire se si tratta davvero di un’opera originale di Michelangelo Merisi. Il Louvre sarebbe interessato all’acquisizione - anche grazie all’aiuto di mecenati - e trascorsi i due anni e mezzo, in assenza di offerte il dipinto potrà essere venduto in tutto il mondo


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