Inviare un messaggio

In risposta a:
ITALIA. LA PAROLA RUBATA..... E IL GOVERNO DI UN PARTITO E DI UN MAESTRO UNICO!!! L’ "ITALIA" E’ IL MIO "POPOLO DELLA LIBERTA’": "FORZA ITALIA"!!!

BLOB!!! CHE BEL COLPO ALLO STATO!!! IL POPOLO D’ITALIA IPNOTIZZATO, GIORGIO NAPOLITANO CHE GRIDA "FORZA ITALIA", E SILVIO BERLUSCONI CHE RIDE E RIDE A CREPAPELLE!!! A vergogna del nostro presente, a futura memoria - note e appunti di Federico La Sala

RISCHIESTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI UN INTERVENTO-MESSAGGIO DI CHIARIFICAZIONE E PACIFICAZIONE AL PARLAMENTO E AL PAESE
giovedì 4 marzo 2010 di Maria Paola Falchinelli
NATO IL PARTITO "FORZA ITALIA", "IL PRESIDENTE DELL’ ITALIA" E’ DIVENTATO UNO SOLO - QUELLO FALSO E MENZOGNERO?!
ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE? GIA’ FATTO!!! Un appello al Presidente Napolitano
"PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!!
PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
ROMA, PARLAMENTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA. CAMERA DEI DEPUTATI, 29 settembre 2010: Di Pietro VS (...)

In risposta a:

> BLOB!!! CHE BEL COLPO DI STATO DOLCE!!! ---- C’era una volta il Parlamento (di Roberto Zaccaria)

mercoledì 1 ottobre 2008

C’era una volta il Parlamento

di Roberto Zaccaria *

Ormai il Governo si comporta come se il Parlamento dovesse semplicemente ratificare le proprie decisioni. Considerazioni analoghe sono state svolte nei giorni scorsi da Pietro Spataro su questo giornale ma data la gravità dei fatti è il caso di ritornare sull’argomento.

C’è soprattutto un’emergenza decreti che riguarda la quantità, il modo in cui sono “gestiti” in Parlamento ed il loro contenuto. Di tutti quelli emanati, ne sono stati convertiti dodici fino a questo momento. I cinque del Governo Prodi sono stati largamente stravolti con disposizioni “ad personam”, come l’emendamento “salva Rete Quattro” e i benefici alle concessionarie autostradali. Molti degli altri sono stati gestiti come “vuoti a perdere” per effettuare spregiudicati trapianti in Parlamento, aggirando le prerogative del Capo dello Stato e in disprezzo palese dei cittadini che li credevano tuttora in vigore. Uno dei dodici (il cosiddetto “decreto Tremonti”) è stato utilizzato come contenitore della manovra finanziaria, con un ulteriore schiaffo al Parlamento che ha ritrovato vizi antichi (voti di fiducia e maxiemendamenti) ma che non aveva mai visto la finanziaria approvata per decreto legge.

Ma la ripresa autunnale rischia di peggiorare il quadro complessivo perché oltre alla sessione di bilancio con il rituale, ormai svuotato della legge finanziaria e di quella di bilancio, annuncia già altri sette decreti legge: quattro già emanati (Alitalia, Scuola, Trasferimento magistrati, e Georgia) ed altri tre deliberati nella seduta del 23 settembre del Consiglio dei ministri: Sicurezza ed immigrazione (in relazione alla tragica vicenda di Castelvolturno), Missioni militari e Adempimenti comunitari. Un quadro che comprime in maniera assoluta le iniziative legislative ordinarie e soprattutto quelle dell’opposizione che i regolamenti garantirebbero.

Ma il provvedimento sul quale è necessario richiamare l’attenzione in questo panorama in cui il Governo appare come unico e incontrastato protagonista parlamentare, non è tanto il Lodo Alfano, passato in una decina di giorni nelle due Camere, con l’incredibile tolleranza dei loro Presidenti, ed ora giustamente approdato al giudizio della Corte costituzionale, ma un altro disegno di legge, sempre del Governo, che è attualmente all’esame dell’Aula.

Il titolo è accattivante. Parla di semplificazione, di competitività e di un sacco di altri argomenti, che interessano praticamente tutte le quattordici commissioni parlamentari. Oltre una settantina di articoli. Ma l’elemento più singolare è costituito dal fatto che all’interno vi sono una dozzina di disposizioni, estremamente complesse che incidono sulla struttura del codice di procedura civile e cambiano radicalmente il processo civile.

Sarebbe stato logico pensare che il provvedimento fosse “spacchettato”, diviso per materia tra le varie commissioni ed esaminato separatamente per l’Aula, come vuole l’art.72 della Costituzione.

Niente di tutto questo, dato che si tratta di un “collegato alla manovra finanziaria” e potendo il Governo chiederne l’esame a data certa, si decide, con l’avallo del Presidente, di andare comunque in Aula in un paio di settimane e si concentra quindi l’esame dell’intero provvedimento (salvo un piccolo stralcio) nelle due commissioni a competenza più ampia: Bilancio e Affari costituzionali.

Inizia così un grottesco procedimento parlamentare che porta due commissioni decisamente incompetenti su molti argomenti trattati, ma soprattutto in tema di giustizia ad esaminare a tappe forzate e in clima di estrema confusione tra emendamenti torrenziali e sub emendamenti la cosiddetta riforma del processo civile.

Il ministro Alfano, che naturalmente non si è fatto vedere in commissione durante l’intero dibattito parlamentare, dichiara pomposamente alle agenzie di stampa che il Parlamento voterà tra una decina di giorni un’ambiziosa riforma per semplificare il processo civile. L’imbarazzo del Governo è talmente evidente che i relatori di maggioranza hanno, con atteggiamento del tutto insolito, modificato addirittura il titolo del provvedimento, al fine di far quantomeno comparire la dicitura “processo civile”.

Non credo che il testo proposto semplificherà in maniera appropriata il processo civile (abbiamo presentato infatti numerosi emendamenti alternativi); sono, invece, certo che con questa procedura si è già determinata un’intollerabile semplificazione del processo parlamentare.

Quando il dibattito parlamentare è sottratto alle sedi competenti, quando si rinuncia, attraverso l’uso disordinato delle procedure, ad un’effettiva pubblicità dei lavori parlamentari ed a qualsiasi rapporto con l’opinione pubblica e quindi anche al dialogo con gli esperti esterni, il Parlamento diventa un inutile passaggio formale e quasi burocratico.

Semplificare il Parlamento, significa purtroppo semplificare la democrazia e questa non è mai stata una buona ricetta. Ci attendiamo che i Presidenti delle Camere esercitino orgogliosamente le loro prerogative. Gli strumenti regolamentari ci sono abbondantemente.

Una volta si cercava un modello di “Governo forte, in un Parlamento forte”. Non credo che interessi né a Fini né a Schifani essere Presidenti di un Parlamento inesistente.

Vice Presidente Commissione Affari Costituzionali Camera dei Deputati

* l’Unità, Pubblicato il: 01.10.08, Modificato il: 01.10.08 alle ore 11.10


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: