Sul fatto che tutti siamo con Francesco Saverio Alessio non ci piove. Ringrazio i gruppi e le persone che sul sito hanno espresso la loro solidarietà e vicinanza. Voglio però reiterare l’invito al dibattito sull’isolamento di chi scrive e parla di mafie. Partirei dalla vicenda personale di Saverio, che non può essere liquidata come fatto privato. E’ vero che è nobile la condizione di martire (Martire è anche il cognome della famiglia di Saverio, ramo materno). Ma non vorrei che, per causa del silenzio, Saverio fosse il prossimo martire della Calabria. Ha lasciato San Giovanni in Fiore (Cs) perché avvertito per tempo. Se fosse rimasto, avrebbe avuto problemi più grossi delle semplici pressioni psicologiche.
Vi sembra giusto che uno debba scapparsene, questo ha fatto Saverio, rinunciando alla propria casa e ai propri affetti per via dell’insicurezza personale che in Calabria è regola? La sua vicenda non ricorda, forse, quella di Pino Masciari, testimone di giustizia che col suo coraggio ha permesso l’arresto di numerosi criminali della ’ndrangheta? Anche Saverio ha parlato: ha scritto. Questo per ora gli è costato solo la fuga. Con la speranza d’un dibattito che sia anzitutto presa di coscienza del problema; con la speranza d’una sensibilizzazione collettiva anche per quanto sta succedendo a Pino Masciari, che ora si trova senza scorta, invito i lettori all’intervento e alla divulgazione in rete. Cari saluti.
Emiliano Morrone