Cari amici, caro Blek,le figure preposte sono in gran numero corrotte, sottomesse e inadempienti. Si deve muovere la società tutta, che deve prendere coscienza dell’oceano di illegalità che è diventata la Calabria, dove la ’ndrangheta detta le regole e stabilisce praticamente tutto. Anche, scusatemi, come si deve andare a cacare. Credere che in Calabria esista una minima forma di democrazia è un errore gigantesco. Siamo nelle mani della ’ndrangheta, che si è insediata nei palazzi del potere e che ruba a suo piacimento i fondi pubblici per fare i suoi sporchi affari. Chi fa l’indifferente o pensa ai cazzi suoi è comunque un adepto e, anche se non ammazza qualcuno, è altrettanto colpevole. Vivo all’estero e mi vergogno delle mie origini calabresi, mi vergogno del silenzio comodo e del fatto che pensiamo a guardarci le spalle mandando in prima linea gente come Pino Masciari, Emiliano Morrone, Francesco Saverio Alessio, Aldo Pecora, Rosanna Scopelliti, Giuseppina Cordopatri e pochissimi altri. Devono fare la fine di don Peppe Diana? E la Chiesa, che cosa dice? Vorrei tanto sapere se è cattolico battersi il petto a messa e uscire dalla funzione sacra come se nulla fosse. Cazzo, possibile che non si debbano isolare i responsabili, che non si debbano fare nomi e cognomi di boss, di sciacquini e politici compromessi, collusi della borghesia di merda e altri stronzi che portano morte e disperazione? Andiamo a raccontare le favolette ai Crotonesi che si sono trovati di punto in bianco 350 mila tonnellate di cancro sotto le loro case. Alziamo la testa, parliamo e lottiamo da ogni parte del mondo. E’ finito il tempo dei convegni, delle belle parole e dei forum. Dobbiamo denunciare e non lasciare da soli quei pochi santi viventi che possono diventare martiri. Profondamente arrabbiato, vi saluto con amicizia e ammirazione, continuando a sperare grazie al vostro esempio e sacrificio.
Antonio (Colonia, Germania, Europa, nato e vissuto in Calabria, regione italiana e d’Europa)