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COSTITUZIONE (ART. 87): IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ IL CAPO DELLO STATO E RAPPRESENTA L’UNITA’ NAZIONALE..... FORZA ITALIA!!!

NELLE MANI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA LA BANDIERA E IL NOME DELL’ITALIA. Napolitano scrive a "La Stampa" e risponde all’articolo di Michele Ainis: "Eserciterò con rigore le mie prerogative costituzionali" - a cura di Federico La Sala

sabato 11 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
Decreti, vigilerò con rigore
di GIORGIO NAPOLITANO *
Gentile Direttore,
ho vivamente apprezzato il senso delle istituzioni cui era ispirato l’articolo di Michele Ainis (pubblicato su La Stampa di ieri), e la sua preoccupazione per ogni erosione delle prerogative e degli equilibri costituzionali.
In Italia si governa - come in tutte le democrazie parlamentari - con leggi discusse e approvate dalle Camere nei modi e nei tempi previsti dai rispettivi Regolamenti, e solo «in casi straordinari (...)

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> NELLE MANI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA LA BANDIERA E IL NOME DELL’ITALIA. ---Crisi finanziaria, Napolitano: ’’Non alimentare allarmismo’’. Il capo dello Stato nella ’Giornata dell’Informazione’ al Quirinale: ’’Le nostre istituzioni, le forze politiche di entrambi gli schieramenti e anche il mondo dell’informazione, tutti sono chiamati a un forte senso di responsabilità’’.

venerdì 10 ottobre 2008

’’Può diventare fattore di aggravamento’’

Crisi finanziaria, Napolitano: ’’Non alimentare allarmismo’’

Il capo dello Stato nella ’Giornata dell’Informazione’ al Quirinale: ’’Le nostre istituzioni, le forze politiche di entrambi gli schieramenti e anche il mondo dell’informazione, tutti sono chiamati a un forte senso di responsabilità’’. Poi, sui tagli all’editoria: "Non si può sfuggire al contenimento della spesa pubblica ma non comprimere il pluralismo’’

Roma, 10 ott. (Adnkronos/Ign) - La crisi finanziaria internazionale è seria ma bisogna evitare di alimentare l’allarmismo. La raccomandazione è rivolta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sia alle forze politiche che al mondo della stampa, in occasione della celebrazione al Quirinale della ’Giornata dell’Informazione’. Il capo dello Stato non nasconde gli effetti della "crisi finanziaria, con pesanti ricadute nell’economia che ha assunto dimensioni mondiali e che presenta danni e rischi gravi per tutti, anche per l’Europa e per l’Italia. Questa crisi - sottolinea - chiama senza dubbio a un forte senso della responsabilità nazionale ed europea le nostre istituzioni, le forze politiche di entrambi gli schieramenti e anche il mondo dell’informazione".

Napolitano esorta a "non alimentare un allarmismo, che in questo campo può diventare immediatamente fattore di aggravamento della crisi; è un dovere - aggiunge rivolto ai giornalisti presenti nel Salone dei Corazzieri - che certamente anche chi fa giornalismo oggi avverte e sa di essere chiamato ad assolvere. Naturalmente - precisa Napolitano - questa è una considerazione che ha un valore generale: senso della misura e del limite e lucida coscienza di tutte le ricadute di quel che si scrive e del come si informa e si commenta non possono in alcun campo, anche di fronte a serie vicende e questioni di interesse generale, significare conformismo, censura o autocensura, rinuncia spontanea o subita, all’esercizio della libertà di giudizio, anche e in modo particolare in senso politico".

Il capo dello Stato ha affrontato anche la spinosa questione dei tagli all’editoria. "Non si può sfuggire da parte di nessuno e in nessun settore - sottolinea - all’imperativo del contenimento della spesa pubblica, per rispetto dell’impegno europeo al pareggio del bilancio considerando il nostro ingente debito pubblico e per l’interesse proprio e fondamentale del nostro Paese".

Per Napolitano, tuttavia, se da un lato "il contenimento della spesa pubblica nell’editoria va affidato soprattutto alla razionalizzazione di molte voci che non brillano in certi casi per validità di motivazioni, per funzionalità e per trasparenza", dall’altro si deve considerare "la preoccupazione a non comprimere il pluralismo dell’informazione, anche in particolare per le voci e le posizioni oggi non rappresentate in Parlamento. Una necessità che, naturalmente, si pone non solo per la carta stampata ma anche per la radio e la televisione".

Non è mancato poi, da parte del presidente della Repubblica, un avvertimento sul ’’rischio che la xenofobia e l’intolleranza possano addirittura sconfinare nel pregiudizio razzista". Il capo dello Stato ribadisce che "non bisogna generalizzare né indulgere in giudizi sommari" ma al tempo stesso occorre "vigilare, prevenire, intervenire, per impedire qualsiasi deriva verso il razzismo".


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