Caro Francesco,
ancora una volta si mischiano cavoli e finocchi.
Primo. L’area dell’illecito non coincide con quella dell’immorale, a meno tu non sia un teorico dello Stato Etico, che, sebbene negli anni passati abbia suscitato in me interesse, lo ritengo vetusto e incompatibile con una società pluralista. Addirittura l’area del penalmente rilevante non coincide con qualla dell’eticamente scorretto. La pedofilia è reato. Le relazioni sessuali tra persone consenzienti NON costituiscono reato. Il reato di pornografia è stato abolito in quanto reato c.d. senza vittima, in termini tecnici. Quindi i religiosi pedofili sono un conto. I religiosi che hanno pratiche sessuali lecite un altro. Sembra che il concetto più volte ripetuto tardi ad essere assorbito, visto che li riporti assieme.
Secondo. Le statistiche si riportano con l’indicazione della fonte. E questo non perchè non creda ai numeri ma per correttezza critica. Queste poi hanno come secondo termine di paragone il totale dei religiosi. Per avere le idee chiare si dovrebbe anche indicare il numero dei pedofili laici sul tutale della popolazione laica, al fine di operare un confronto.
Terzo. Ti sembra che dal mio intervento trapeli indulgenzialismo per violentatori o pedofili religiosi, a danno del principio dell’obbligatorietà della legge penale e delle esigenze di giustizia?
Quinto. Molti sono i centri di accoglienza per prostitute, ragazze madri, rifugiati politici, emarginati di ogni tipo gestiti dalla Chiesa. Mi si dirà: prostitute che vengono accolte e nuovamente violentate? Se lo si fa, si ricade di nuovo nel qualunquismo generalizzante o nel condannare prima che i tribunali accertino.
Quarto e in ultimis. Il mio appello era rivolto proprio a coloro che si scandalizzano, e tu ancora ti ostini a marcare la mancanza di moralità per il fatto che i preti facciano sesso. Credi che essi non possano peccare? Non dovrebbero, ma se lo fanno chi sei tu per metterli in bella mostra? Per caso loro mettono in bella mostra i tuoi peccati?
Cordialmente
Vincenzo