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FISICA DELLE PARTICELLE E MATRICE CKM ("C" STA PER CABIBBO, NICOLA CABIBBO). Premio Nobel a Yoichiro Nambu, Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa - a cura di Federico La Sala

martedì 7 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Nicola Cabibbo, fisico delle particelle elementari presso l’Università di Roma dal 1969, a capo dell’Infn e dell’Enea tra gli anni ’80 e ’90, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze dal 1993 e Accademico dei Lincei, ha preferito invece non esprimersi. "No, grazie, non ho nulla da commentare", ha risposto ai giornalisti che lo interpellavano.
Ma che il suo contributo sia stato essenziale alla ricerca premiata oggi dall’Accademia reale svedese delle scienze lo testimonia (...)

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> FISICA DELLE PARTICELLE E MATRICE CKM ("C" STA PER CABIBBO, NICOLA CABIBBO). ---- Si chiama Matrice Cabibbo-Kobayachi-Maskawa (o matrice Ckm, delle iniziali dei tre ricercatori) il contributo che è stato premiato con il Nobel per la Fisica ai giapponesi Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa!!!

martedì 7 ottobre 2008

REAZIONI AL PREMIO Nobel, l’amarezza dei fisici italiani Nicola Cabibbo è il «padre» delle idee sviluppate dai due fisici giapponesi premiati ma il comitato del premio lo ha escluso NOTIZIE CORRELATE Audio con Giorgio Parisi, fisico dell’università di Roma: «Palese ingiustizia»

ROMA- Si chiama Matrice Cabibbo-Kobayachi-Maskawa (o matrice Ckm, delle iniziali dei tre ricercatori) il contributo che è stato premiato con il Nobel per la Fisica ai giapponesi Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa. Nessuna menzione, da parte del Comitato che assegna il Nobel, dell’italiano Nicola Cabibbo, nonostante la comunità scientifica internazionale gli attribuisca senza dubbio la paternità delle idee successivamente sviluppate dai due fisici premiati oggi.

La prima versione della matrice è stata elaborata nel 1963 da Cabibbo e successivamente completata da Kobayashi e Maskawa con l’introduzione di tre nuove famiglie di quark. La matrice descrive il modo in cui i ’mattonì della materia, i quark, si mescolano per andare a formare le particelle. In pratica la matrice Ckm è stata ed è ancora il riferimento per comprendere anche l’esistenza dell’asimmetria, ossia la cosiddetta violazione di simmetria Cp (la violazione di una simmetria quasi esatta delle leggi di natura sotto l’effetto dello scambio tra particelle e le corrispondenti antiparticelle). Grazie a queste ricerche è anche stato possibile studiare una delle quattro forze fondamentali della natura, l’interazione debole. Capire quest’ultima significa poter studiare un fenomeno importante come la reazione di fusione nucleare che avviene all’interno del Sole e delle altre stelle, o le reazioni che avvengono all’interno delle centrali nucleari.

C’è tanta amarezza nella comunità dei fisici italiani per la mancata assegnazione del Nobel a Nicola Cabibbo, presidente della Ponteficie Accademia delle Scienze. Emerge chiaramente dalle dichiarazioni di Roberto Petronzio, presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). «Sono lieto che il premio Nobel sia stato attribuito a questo settore della fisica che sta avendo sempre più attenzione da tutto il mondo e dal quale ci aspettiamo fondamentali scoperte che aumenteranno la nostra comprensione sull’Universo. Tuttavia, non posso nascondere che questa particolare attribuzione mi riempie di amarezza: Kobayashi e Mascawa hanno come unico merito la generalizzazione, per altro semplice, di un’idea centrale la cui paternità è da attribuire al fisico italiano Nicola Cabibbo che, in modo autonomo e pionieristico, ha compreso il meccanismo del fenomeno del mescolamento dei quark, poi facilmente generalizzato dai due fisici premiati».

«Penso che questo Nobel sia stato un grosso errore». C’è più che altro delusione nelle parole di Giorgio Parisi (ascolta l’audio), docente di Fisica Teoretica all’Università di Roma "La Sapienza". «La cosa naturale sarebbe stato darlo a Nambu per aver proposto la "carica di colore" nella cromodinamica quantistica e a Nicola Cabibbo perché il lavoro di Kobayashi e Maskawa è una generalizzazione abbastanza semplice dell’idea assolutamente nuova del 1963 di Nicola Cabibbo nella quale descriveva per la prima volta le forze nucleari che sono alla base delle interazioni deboli». Come spiega Parisi i due neo-premiati hanno generalizzato la complicata formula di Cabibbo mettendoci dentro anche la violazione di CP, nella tabella in cui viene spiegato il comportamento dei quark la prima riga è di Cabibbo, la la seconda da Iliopoulos, Glashow e Maiani e la terza da Kobayashi e Maskawa. «Una formula nella quale tante persone ci hanno messo le mani, ma mi sembra assurdo che il primo che ci ha messo le mani, Cabibbo, sia stato escluso. Il Nobel andava diviso anche con Cabibbo o solo a Cabibbo».

Il tono è gentile, ma Nicola Cabibbo è irremovibile: «Preferisco non fare dichiarazioni», ha detto riferendosi al Nobel. Fonti vicine a Cabibbo dicono che il fisico italiano è molto amareggiato. Già lo scorso anno, a pochi giorni dall’assegnazione del Nobel per la fisica 2007, circolavano con insistenza nell’ambiente scientifico fra Tokyo e Chicago voci che davano per sicuro il Nobel a Cabibbo, Kobayashi e Maskawa. Tutti, insomma, erano convinti non soltanto che le ricerche inaugurate da Cabibbo sarebbero state premiate, ma che il premio Nobel sarebbe stato condiviso dai tre ricercatori. È poi accaduto che il Nobel 2007 è stato assegnato a ricerche di tipo sperimentale e applicativo. Quest’anno sarebbe quindi stata la volta della fisica teorica. Il campo di ricerca premiato è quello atteso, a detta di molti manca però uno dei protagonisti.

* Corriere della Sera, 07 ottobre 2008


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