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COSTITUZIONE (ART. 87): IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ IL CAPO DELLO STATO E RAPPRESENTA L’UNITA’ NAZIONALE..... L’ ITALIA!!!!

VOTO DI FIDUCIA SUL DECRETO GELMINI?!! MA PRESIDENTE NAPOLITANO E’ POSSIBILE CHE UN GOVERNO, GUIDATO DAL PRESIDENTE DI UN PARTITO CHE SI CHIAMA "FORZA ITALIA", PROPONGA E BLINDI, NEL PARLAMENTO D’ITALIA, LA DISCUSSIONE SU UN DECRETO DA LEI FIRMATO?! NON LO RIFIRMI... - a cura di Federico La Sala

martedì 14 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
NELLE MANI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA LA BANDIERA E IL NOME DELL’ITALIA.
Napolitano scrive a "La Stampa" e risponde all’articolo di Michele Ainis: "Eserciterò con rigore le mie prerogative costituzionali"
A DIFESA DELLA "GELMINI", UNA CHIAMATA ALLA MOBILITAZIONE GENERALE DA PARTE DEL PRESIDENTE DEL PARTITO "FORZA ITALIA" ... E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI TUTTA L’ITALIA!!!
Deputati e senatori del "Pdl" nelle classi per spiegare la riforma della scuola. (...)

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> VOTO DI FIDUCIA SUL DECRETO GELMINI?!! --- Quando ha parlato di «governare per decreti, Berlusconi ha usato un’espressione provocatoria che lascia perplessi». Tanto che, «se lo si fosse sentito dire 20 anni fa, si sarebbe gridato al colpo di stato». È il parere del presidente emerito della Consulta, Gustavo Zagrebelsky.

mercoledì 15 ottobre 2008

Il premier provoca con l’uso di decreti

di Zagrebelsky (la Repubblica, 15 ottobre 2008)

ROMA - Quando ha parlato di «governare per decreti, Berlusconi ha usato un’espressione provocatoria che lascia perplessi». Tanto che, «se lo si fosse sentito dire 20 anni fa, si sarebbe gridato al colpo di stato». È il parere del presidente emerito della Consulta, Gustavo Zagrebelsky, sulle recenti dichiarazioni del premier. Esagerato sarebbe parlare di dittatura, ha spiegato il costituzionalista ai giornalisti, ricordando tuttavia come «un atto fondativo del regime nazista» fu consentire per legge a Hitler «di governare per decreto». «La democrazia è fatta di procedure che richiedono tempo», ha sottolineato Zagrebelsky, «tempo per la formazione delle decisione e per rimetterle in discussione». Oggi invece il Parlamento «è stato depauperato da un sistema elettorale che ha abolito le preferenze e ha lasciato fuori alcune forze politiche», trasformandosi semplicemente nella «longa manus legislativa» dell’esecutivo.


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