“È una crociata della classe ricca c’è troppo odio”
di Luigi Sturzo (la Repubblica, 30 gennaio 2013)
Londra, 18 febbraio 1937 [...] Come sono afflitto per la tragedia della cara Spagna, che io ho amato fin da bambino [...]. Io non credo che la vittoria di una parte o dell’altra potrà portare la pace e far superare la crisi attuale. Troppe miserie, troppi disordini, troppe divisioni e troppi odi.
La Chiesa di Spagna, che avrebbe potuto fare opera di pace, si è schierata in maggioranza con una parte quasi dichiarando una Crociata o Guerra Santa.
Dalla stessa parte stanno i latifondi, industriali, classe ricca, che hanno le maggiori responsabilità dell’abbandono della classe operaia in mano ai sovversivi, per avere avversato ogni riforma sociale, portata in nome del Cristianesimo, degl’insegnamenti di Leone XIII e del movimento della democrazia cristiana.
Il fondo della guerra civile e sociale non religioso: lo spagnuolo è a suo modo cattolico anche quando brucia le chiese, in una guisa di protesta come fa il carrettiere bestemmiatore prendendosela con Dio perché il suo cavallo ricalcitra.
Quando, alla fine della guerra, vi saranno a centinaia di migliaia i morti delle due parti, crederà forse il vincitore di poter dominare il vinto, senza un compromesso, una composizione spirituale, prima che economico-sociale?
A mio modo di vedere, solo i cattolici e i cleri rimasti fuori del conflitto, potranno fare opera di pacificazione.
Per questo io sono assai dolente nel vedere che molti giornali e stampa cattolici esteri si sono così benevolmente impegnati per Franco, senza pensare che danno così nuovi motivi agli avversari per credere che tutta la chiesa cattolica compreso il papato sia nemica del popolo operaio spagnuolo, nemica degli stessi baschi, che difendono la loro personalità e autonomia
[...]. Purtroppo i nostri desideri non valgono contro la realtà; e questa è la tragedia [...].