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ITALIA: NO GELMINI. L’UNIVERSITA’ TRUCCATA E IL "REGIME LEGGERO"...

UNIVERSITA’ ALLA DERIVA? - IN MOVIMENTO!!! METTERE IN CAMPO AZIONI POSITIVE, ANTICATASTROFE. MA QUALI E COME E DA CHI?! Un appello dei rettori dell’Associazione per la Qualità delle Università Italiane Statali (AQUIS) e l’indicazione del "Comitato No Gelmini Trento" - a cura di Federico La Sala

martedì 21 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il Consiglio di amministrazione d’Ateneo dell’Università di Trento, in programma il 28 ottobre, "non potrà che svolgersi in forma di assemblea pubblica alla presenza di studenti, ricercatori e ricercatrici, docenti, personale tecnico amministrativo". E’ questa la forma di protesta annunciata dal ’Comitato No Gelmini Trento’ contro le posizioni del rettore Davide Bassi. I motivi - spiega in una nota il comitato - sono da ricondurre alla "volontà del Rettore" espressa in una conferenza (...)

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> UNIVERSITA’ ALLA DERIVA - IN MOVIMENTO. ---- La protesta è una marea cresce: Torino, Bologna, Firenze, Roma, Palermo....

mercoledì 22 ottobre 2008

l’Unità 22.10-08

La protesta è una marea: 60mila a Firenze, poi Roma

A La Sapienza 4 facoltà in mobilitazione. A Bologna sfilano in 4mila

Un corteo di quasi 60mila persone ha sfilato ieri a Firenze in difesa della scuola e dell’università pubblica. Arrivati da tutta la Toscana, studenti, docenti e ricercatori hanno dato vita alla quarta grande agitazione in città in soli dieci giorni. Se la settimana scorsa gli studenti medi avevano occupato praticamente tutti gli istituti superiori, questa settimana tocca agli universitari. Ieri, ultima in ordine cronologico, è stata occupata anche la facoltà di lettere e filosofia, e, se nel frattempo non si fosse conclusa l’occupazione ad architettura, tutte la facoltà sarebbero ora nelle mani degli studenti.

Anche a Roma sono state occupate le sedi di fisica e scienze politiche, oltre a un’aula della facoltà di chimica. La decisione dei collettivi è stata presa in seguito alla decisione del senato accademico di dedicare la sola giornata di venerdì 24 alla mobilitazione, ritenuta poco incisiva. Ieri mattina si è verificato anche qualche momento di tensione a Roma Tre, durante un’assemblea studentesca, quando una quindicina di attivisti del gruppo di estrema destra, Blocco Studentesco, ha chiesto la parola. Dopo fischi e spintoni, è intervenuta la polizia a rimettere ordine.

A Bologna prosegue l’occupazione della facoltà di lettere, di due aule di scienze politiche, una di giurisprudenza e una di scienze della formazione. Ieri 4mila persone hanno partecipato a un corteo di protesta, irrompendo con fischietti e tamburi nella sede del Rettorato. Il corteo è proseguito verso la stazione, dove sono stati occupati due binari per circa un quarto d’ora, causando ritardi tra i 5 e i 10 minuti per tre treni. La polizia sta procedendo all’identificazione dei partecipanti, che rischiano di dover rispondere, oltre che al reato di manifestazione non autorizzata, a quelli di interruzione di pubblico servizio, danneggiamento aggravato di palazzi storici e resistenza aggravata.

Un corteo di circa 5mila studenti ha sfilato anche a Napoli al grido «Noi la crisi non la paghiamo!». Proseguono le proteste anche a Palermo, dove, dopo il corteo degli oltre 10mila giovani di ieri, oggi un altra manifestazione è partita dalla facoltà di ingegneria e ha raggiunto la Prefettura. A Torino è stato occupato Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche ed è stato chiesto il blocco della didattica in occasione della visita del ministro Gelmini, il 28 ottobre, e dello sciopero generale della scuola del 30 ottobre. Altre assemblee e occupazioni si registrano anche a Trieste, Gorizia, Genova, Grosseto, Carrara, Brindisi, Cagliari, Parma, Pavia e Perugia.


l’Unità Firenze 22.10-08

Sessantamila «no» alla Gelmini. Ed è solo l’inizio

Ieri a Firenze sono arrivati da tutta la Toscana al corteo contro i decreti sulla scuola. Agli studenti medi e universitari si sono aggiunti sindacati, professori, ricercatori e personale tecnico. Il 30 sciopero generale di Tommaso Galgani

Sindacati, studenti delle superiori e delle università, genitori con bambini, docenti, ricercatori, personale Ata e tecnico amministrativo, ma anche tanti cittadini. Erano in 60mila (40mila per le forze dell’ordine) ieri alla manifestazione a Firenze, arrivati da tutta la Toscana (ben 3mila da Pistoia con un treno all’alba), per protestare contro i decreti del ministro Gelmini.

«La più grande manifestazione nel settore della scuola che si ricordi in regione», fa notare la Cgil. Si tratta della quarta grande agitazione fiorentina negli ultimi dieci giorni: ma la novità è stata la grande trasversalità sociale e generazionale tra i protagonisti. Il corteo è partito alle 10 da piazza San Marco, è passato per via Cavour e, passando per il centro, è culminato in Santissima Annunziata, tra cori, musica, sit in, slogan, giochi e manifesti (anche a tinte forti) contro il governo e per l’istruzione pubblica. Unico partito presente con alcune bandiere è stato Prc, ma alla manifestazione è arrivato l’appoggio di Pd (in piazza c’erano esponenti della giovanile dei democratici, mentre oggi il segretario regionale Andrea Manciulli incontrerà studenti e professori) e Sd. Presenti il presidente del consiglio comunale fiorentino Eros Cruccolini e l’assessore regionale Eugenio Baronti.

A guidare il corteo, Alessio Gramolati, segretario regionale della Cgil, e Daniela Lastri, assessore alla scuola del comune di Firenze. Gramolati cita un episodio per mettere in risalto «la maturità e la responsabilità del movimento»: «L’altro giorno gli occupanti del liceo Michelangelo si sono autotassati per fare la pulizia della scuola e riparare un vetro rotto durante l’occupazione». Il segretario della Cgil evidenzia come «l’unità dei vari soggetti che manifestano sia la garanzia della continuità dell’agitazione». Gramolati attacca il governo: «Non capisce che questo paese dà il meglio di sé quando riesce ad abbinare solidarietà e diritti, come sta facendo questo movimento: lo dimostrano gli universitari che protestano anche per i tagli alle elementari. Ma i problemi che la Gelmini apre non si chiuderanno per decreto». Il 27 le donne della Cgil faranno un’iniziativa sui temi della scuola, mentre il 30 nel settore sarà sciopero generale.

Anche Lastri, che in questi giorni ha partecipato a varie assemblee nelle scuole fiorentine, è convinta che la protesta debba continuare: «Tra i giovani c’è grande voglia di partecipazione e informazione, sollecitando anche le istituzioni: se il governo andrà avanti a decreti, presenteremo una legge d’iniziativa popolare. Per ora registriamo che è nata una nuova generazione che vuole prendersi il proprio futuro».

«Almeno il governo tagli solo gli atenei meno virtuosi», spiega Luca, ricercatore precario di Pisa. Marco Iacoboni, della Rsu del personale tecnico dell’università di Siena (dove domani ci sarà una manifestazione cittadina di tutti i soggetti della scuola) ricorda che «da noi la situazione è aggravata anche dal buco nelle casse dell’ateneo».

Lunedì a Firenze c’è una riunione dei rettori degli atenei toscani con una rappresentanza bipartisan di parlamentari della regione. Per il rettore fiorentino Augusto Marinelli «le manifestazioni in atto hanno cause totalmente condivisibili, occorre andare oltre e individuare soluzioni ad una situazione insostenibile. La mobilitazione si svolga con responsabilità, permettendo la fruizione delle attività didattiche».


l’Unità 22.10-08

La protesta continua: a Firenze occupa anche Lettere

Ritorno sui banchi per la maggioranza delle scuole superiori, dove comunque l’agitazione si svilupperà con altre forme Oggi gli studenti si vestiranno a lutto in Santissima Annunziata: alle 15 lezione di Margherita Hack in piazza Signoria di Silvia Casagrande

Lettere e Filosofia è occupata. Piazza Brunelleschi si aggiunge così alla lunga lista delle sedi universitarie fiorentine in mobilitazione: il polo di Sesto, agraria, matematica, scienze politiche (Novoli), scienze della formazione, il plesso didattico di viale Morgagni e psicologia, dove prosegue l’autogestione. Ad architettura invece si è già conclusa l’occupazione simbolica iniziata l’altro ieri, nel corso della quale sono stati preparati gli striscioni per la manifestazione. È attesa per domani la decisione del consiglio di facoltà in merito all’ufficializzazione della proposta degli studenti di dedicare un giorno alla settimana alla didattica alternativa.

All’Ulisse Dini proseguono le lezioni aperte alla cittadinanza: alle 10 il professor Buiatti parlerà dell’economia degli Ogm, mentre alle 21 sarà la volta della dottoressa Rubei in un corso dal titolo «matrici magiche». Anche a Novoli, tempo permettendo, verranno svolte alcune lezioni all’aperto durante la mattinata. Alle 12.30 in via delle Pandesse, gli studenti di scienze politiche si esibiranno in una «scritta umana», che, naturalmente, reciterà l’immancabile «No alla 133». Sempre a Novoli, nel pomeriggio sarà ospitata la parlamentare afgana Malalay Joya. Contemporaneamente a queste iniziative, gli «studenti per la libertà», universitari vicini a Forza Italia, distribuiranno penne per «firmare contro l’occupazione», al motto di «basta giocare, vogliamo studiare».

Studenti medi vestiti a lutto, si sono dati appuntamento invece alle 15 in piazza SS. Annunziata per andare insieme ad assistere alla lezione in piazza Signoria di Margherita Hack, che domani andrà al polo di Sesto. L’appuntamento alle prime ore del pomeriggio non è casuale, visto che da stamattina molti studenti sono tornati tra i banchi. È successo agli allievi del Rodolico, Gramsci, Castelnuovo, Gobetti, Michelangiolo, mentre al Galileo si torna in aula di domani. Continua invece la protesta all’Istituto d’arte, ed è probabile, anche se non confermato, il proseguimento dell’occupazione al Ginori-Conti, Peano, Macchiavelli-Capponi, Alberti e Da Vinci. Occupanti o ex-occupanti, tutti gli studenti medi annunciano comunque nuove iniziative di protesta, anche pomeridiane, tra cui assemblee, cineforum e laboratori di educazione civica autogestiti.


l’Unità Roma 22.10-08

Alla Sapienza quattro facoltà occupate

Nel mirino della protesta la legge 133. Così in 2mila contestano il rettore Frati per la scelta di non fermare l’anno accademico. Poi bloccano Chimica, Scienze Politiche, Fisica e Lettere

di Greta Filippini

Blocco dell’anno a la Sapienza? Il Senato, riunito in seduta straordinaria, ha detto “no”. Ad attendere la presa di posizione istituzionale contro la legge 133, si sono riuniti in 2mila. Studenti provenienti da tutte le facoltà, in piedi sulle scale del rettorato, megafoni alla mano, hanno urlato la loro protesta contro i tagli all’istruzione e la privatizzazione della scuola. «L’Università Spa noi non la vogliamo», hanno scritto gli universitari su uno striscione srotolato per il sit-in. Niente blocco, dunque, ma un’unica giornata di stop alle lezioni, fissata per venerdì 24. La decisione non ha colto di sorpresa gli studenti che, al “totoblocco” davano quasi certo il rifiuto del Rettore Frati e dei colleghi. «Buffoni, buffoni», hanno urlato in coro gli universitari all’annuncio della decisione e subito si sono riuniti in assemblea nelle varie facoltà. In serata, poi, la notizia: occupazione a Chimica e a Scienze Politiche, seguite a ruota da Fisica e Lettere.

A nulla è valsa la lettera aperta consegnata in mattinata nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita alla Sapienza per la cerimonia in onore dello storico Giuliano Procacci. “Ci auguriamo che anche lei decida da che parte stare e non abbandoni a se stessa la scuola”, era l’appello finale contenuto nel comunicato degli studenti. «Con il Presidente abbiamo avuto un colloquio di 20 minuti - ha raccontato Sestili -. Napolitano si è detto preoccupato per le sorti della scuola pubblica e ci ha assicurato che risponderà pubblicamente alla lettera». Oggi, altra giornata calda all’ateneo capitolino. In programma, infatti, l’inaugurazione dell’anno accademico della facoltà di Economia. «Una festa senza brindisi - promette Fabiola -. Apriremo l’anno, portando davanti a presidi, docenti e studenti la criticità di questa legge».

Acque agitate anche all’Università Roma3. Ieri mattina, in 700 hanno partecipato all’assemblea organizzata dagli studenti della facoltà di Lettere e Filosofia per chiedere la sospensione della didattica. Durante l’incontro, una quindicina di ragazzi del Blocco Studentesco, gruppo attivista di estrema destra, hanno preso la parola e sono stati fischiati dagli studenti dei collettivi universitari. Spintoni ed insulti si sono susseguiti da una parte e dall’altra fino all’intervento della Polizia. Fissata per martedì prossimo una nuova assemblea per discutere le ulteriori mobilitazioni.

Assemblee, cortei e occupazioni, ieri, anche in numerosi licei capitolini. Dopo il blocco spontaneo delle lezioni al Liceo Ettore Majorana, in mattinata hanno abbandonato i banchi anche gli studenti del Liceo Scientifico Pasteur. Nel IV Municipio, intanto, i ragazzi della scuola Giordano Bruno si sono aggregati al corteo dell’Istituto Nomentano, che nel primo pomeriggio era stato occupato dal Blocco Studentesco. «Domani saremo ancora qui - hanno dichiarto quelli del Blocco - e non escludiamo di occupare nei prossimi giorni anche il Giordano Bruno».


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