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60° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE. LA LEGGE DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI ....

UNIVERSITA’ "LA SAPIENZA". LE DOMANDE DEI CITTADINI E DELLE CITTADINE, DEGLI STUDENTI E DELLE STUDENTESSE E LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE NAPOLITANO. DA PRIMO CITTADINO, UN BUON AUSPICIO E UNA GRANDE ESORTAZIONE: FORZA ITALIA!?! Il testo integrale del Presidente della Repubblica - a cura di Federico La Sala

mercoledì 22 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] io auspico:
1) che si creino spazi per un confronto - in sede parlamentare - su come meglio definire e distribuire nel tempo i tagli ritenuti complessivamente indispensabili della spesa pubblica tra i ministeri e i varii programmi, valutando attentamente l’esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione ;
2) che a sostegno di questo sforzo, si formulino proposte anche da parte di studenti e docenti, per razionalizzare la spesa ed elevarne la (...)

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> UNIVERSITA’ "LA SAPIENZA". LE DOMANDE DEI CITTADINI E DELLE CITTADINE ---- L’onda della protesta in tutta Italia. Questo il quadro...

giovedì 23 ottobre 2008


-  Il Viminale: dal primo al 23 ottobre 300 manifestazioni
-  con 150 scuole e venti facoltà universitarie occupate

-  L’onda della protesta in tutta Italia "La vostra crisi non la paghiamo"

-  A Roma la polizia blocca il corteo a poche decine di metri dal Senato
-  Intervento ’dissuasivo’ delle forze dell’ordine nel cosentino e a Pistoia

di GIOVANNI GAGLIARDI *

ROMA - "Noi la vostra crisi non la paghiamo". E’ questo lo slogan (insieme alla canzone "Noi siamo i giovani") che accompagna la mobilitazione di tutto il mondo dell’istruzione e della ricerca da Nord a Sud. Scuole e facoltà occupate, lezioni libere in strada, cortei: in tutta Italia è stata un’altra giornata di lotta contro gli interventi del governo e i piani del ministro Mariastella Gelmini su scuola e università. "Il dissenso - fa sapere il Viminale - ha avuto finora modo di svilupparsi in circa 300 manifestazioni tenute nell’intera penisola dal primo al 23 ottobre, con 150 scuole e 20 facoltà universitarie occupate".

Gli scenari di guerriglia che ieri Berlusconi ha evocato in conferenza stampa sono molto lontani, anche se non sono mancati momenti di tensione. Un intervento ’dissuasivo’ delle forze dell’ordine nel cosentino e a Pistoia, dove sarebbero stati identificati alcuni studenti, mentre a Cosenza, nel corso di una manifestazione, sono state danneggiate le finestre di un istituto. In alcune città cortei di studenti, non annunciati, hanno bloccato il traffico su varie strade. Questo il quadro delle principali proteste e delle occupazioni in tutta Italia.

A Roma con lo slogan "Non tagliateci il futuro", alcune centinaia di studenti hanno manifestato davanti a Palazzo Chigi, per poi spostarsi verso il Senato. Partite le occupazioni di vari istituti, tra cui il liceo classico Tasso e lo scientifico Malpighi. Alla Sapienza, gli studenti hanno deciso di occupare la facoltà di Ingegneria a San Pietro in Vincoli. Stessa forma di protesta alla facoltà di Scienze di Roma Tre. In serata poi corteo con nuovo sit-in davanti al Senato, con tanto di contestazioni e fischi ai senatori, anche a quelli del Pd. Qualche momento di tensione con le forze dell’ordine che hanno sbarrato la strada ai manifestanti.

A Torino varie scuole sono occupate, mentre 2 mila studenti del Politecnico si sono riuniti in assemblea stamattina, proclamando lo stato di agitazione. Prosegue l’occupazione anche di Palazzo Nuovo sede delle facoltà umanistiche. Diverse centinaia di studenti delle scuole superiori hanno sfilato in corteo questa mattina nel centro storico della città. Sono occupati anche diversi licei di Pinerolo, dove era da diversi anni che gli studenti non manifestavano.

A Trento è la facoltà di Sociologia a guidare l’agitazione degli universitari. Lezioni alternative nelle aule e all’aperto per tutta la giornata di lunedì 27 ottobre e un corteo cittadino per martedì: sono le decisione prese oggi in varie assemblee.

A Genova gli organizzatori del Festival della Scienza, iniziato oggi, hanno annunciato di voler dedicare una giornata alle proteste contro i piani del ministro Gelmini. Sempre nel capoluogo ligure, gli studenti hanno rispolverato la metafora funebre, sfilando in un corteo-funerale lungo le strade vicine ai poli universitari, con tanto di elogio "alla dolente università sepolta viva nelle profondità dell’ignoranza".

All’università Statale di Milano è stata bloccata per un’ora l’entrata della facoltà di Scienze Politiche. Gli studenti chiedono il blocco della didattica. Molte le assemblee studentesche che hanno coinvolto gli universitari di quasi tutti gli atenei milanesi. Programmati per domani cortei, lezioni all’aperto e sit-in sotto la Madonnina del Duomo.

A Bergamo si realizza l’unità tra sinistra e destra. Lo annuncia Forza Nuova in un comunicato dove afferma che "per una volta il Movimento studentesco e Lotta studentesca, l’associazione studentesca legata a Forza Nuova, si stringono la mano per manifestare uniti contro la riforma Gelmini".

In Veneto l’ipotesi di interventi delle forze dell’ordine è stata contestata con striscioni anche in consiglio regionale, a Verona e Padova è stato decretato il blocco della didattica, e sempre a Padova gli studenti di un istituto professionale sono andati a scuola vestiti a lutto. Veglia funebre anche a Venezia, in Campo San Geremia, dove si sono dati appuntamento decine di studenti vestiti di nero, ragazze con il capo coperto da un velo e un cerino in mano per vegliare il caro estinto prima della sepoltura. A Trieste, gli studenti medi hanno costruito una "scuola di libri", un muro eretto con i libri di testo davanti alla chiesa di San Giacomo.

A Bologna, in piazza del Nettuno, è stata allestita un’aula a cielo aperto, in occasione del collegamento con la trasmissione "Anno zero", stasera su Rai Due. A Ravenna, fanno sapere gli studenti, sono occupati sei istituti superiori. "Le occupazioni sono partite lunedì e sono molto partecipate e ordinate. Vi è inoltre un coordinamento tra tutte le scuole occupate". A Parma, in serata, un esercito di 4000 studenti ha manifestato contro la riforma Gelmini. E’ partito dalla facoltà di Lettere, in centro città, il "funerale all’università". In testa una bara, dietro quattro vedove e un unico urlo: "L’università così muore". Gli abitanti della zona hanno applaudito al passaggio del serpentone. Non ci sono sigle politiche o bandiere dei partiti: studenti e professori non le hanno volute.

Fermento anche nelle scuole e nelle università della Toscana. A Firenze, i ragazzi dell’Istituto d’arte di Porta Romana hanno inscenato un "attraversamento pedonale" lungo le strade del centro, mentre su alcuni dei ponti sull’Arno sono apparsi striscioni come "L’università non è in vendita". Da lunedì mattina alle 8.30 fino a martedì mattina lezioni no stop a matematica, dipartimento Ulisse Dini, una delle facoltà occupate in questi giorni. La protesta del mondo universitario contro la 133 arriva in Europa: anche "l’Istituto universitario europeo di Fiesole, centro di eccellenza della Commissione europea, è in agitazione", si legge in una nota.

A Pisa, dove anche gli studenti della Normale hanno manifestato solidarietà alle proteste, studenti medi e universitari e docenti si sono uniti in un corteo formato, secondo gli organizzatori, da 10 mila persone. "Troppo facile governare un popolo di ignoranti", questo lo striscione con cui stamani mattina gli studenti di Empoli hanno aperto il corteo che ha caratterizzato la manifestazione di protesta contro la riforma Gelmini e la legge 133. Oltre 3.000 le persone presenti.

In Abruzzo, docenti e studenti dell’università dell’Aquila hanno inscenato un sit-in di protesta davanti alla prefettura. Oltre cinquemila persone sono state accolte da un fitto schieramento di forze dell’ordine. Poco dopo le 18, una delegazione dell’Unione degli universitari - tutti rappresentanti delle facoltà cittadine - è stata ricevuta dal capo di gabinetto del prefetto. I manifestanti sono ancora in piazza perché chiedono di essere ricevuti dal prefetto.

A Macerata centinaia di persone si sono radunate fuori dall’aula 5 di Giurisprudenza per l’assemblea generale dell’ateneo maceratese contro la legge 133 e il dl Gelmini. I partecipanti hanno dato vita a un corteo improvvisato sfociato nell’occupazione dell’Atrio della Facoltà di Scienze della Comunicazione.

In Basilicata, a Matera, sono scesi in piazza un migliaio di studenti delle medie superiori, mentre a Potenza gli studenti universitari, assieme ad alcuni docenti e ricercatori, si sono riuniti in assemblea nell’Aula Magna per stabilire le prossime azioni di protesta.

Lezioni bloccate, traffico fermo, centinaia di studenti universitari in corteo per le strade di Napoli: è il bilancio nel pomeriggio di mobilitazione degli atenei contro la riforma Gelmini nella città partenopea, dove sono 60 gli istituti superiori occupati, o autogestiti o con assemblee permanenti. In Campania sono 120. Domani gli studenti dei licei scientifico e classico europeo del Convitto Vittorio Emanuele II di Napoli protesteranno in Piazza Dante.

A Lecce, Scienze Politiche è in assemblea permanente. In mattinata circa 700 studenti universitari hanno anche attraversato in corteo alcuni viali della città mentre, contemporaneamente, si svolgevano in altre zone manifestazioni di studenti di alcuni istituti superiori. Domani è previsto che l’assemblea a Scienze politiche prosegua anche con i docenti. A Bari, nella facoltà di Fisica gli studenti hanno tenuto in mattinata una assemblea. Nessuna occupazione nelle scuole del Molise, ma solo assemblee interne agli istituti.

A Palermo, con il sostegno del preside della facoltà di Ingegneria, un migliaio di studenti ha assistito a una lezione all’aperto, in piazza Politeama. Alcune centinaia di studenti degli istituti superiori secondari hanno attuato stamane, a Catanzaro Lido, una manifestazione di protesta.

L’onda lunga della protesta studentesca contro la riforma Gelmini giungerà in Valle d’Aosta a partire dalla prossima settimana, quando sono previste, tra lunedì e mercoledì, assemblee in tutti gli istituti superiori. La mobilitazione culminerà con la manifestazione di giovedì 30 ottobre, che si terrà nel centro di Aosta, così come in molte città italiane.

* la Repubblica, 23 ottobre 2008.


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