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EMERGENZA BALLISMO: "EFFETTO LUCIFERO"!!! LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL FUORI-GIOCO DEL MENTITORE ISTITUZIONALE ...

LE DOMANDE DELLA SCUOLA E LE RISPOSTE DEL PRESIDENTE DEL PARTITO DI "Forza Italia" - E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELL’ITALIA!!! LA LEZIONE DEGLI STUDENTI DELL’ITALIA INTERA: "IO NON HO PAURA". Note e commenti di Beppe Sebaste, Curzio Maltese, e Cristina Di Geronimo - a cura di Federico La Sala

venerdì 24 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Con i recenti provvedimenti legislativi sul riordino del sistema scolastico si sono ormai delineate, senza ombra di dubbio, le strategie politiche del Governo. Il primo documento legislativo è il Piano programmatico del ministro dell’Istruzione in applicazione dell’art 64 del D.L. 25 giugno 2008, n 112 convertito dalla Legge 6 agosto 208 n 133. Il Piano si articola sulle seguenti linee:
aumento del numero degli alunni per classe (+ 0,20 il primo anno, più un ulteriore 0,10per il (...)

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> LE DOMANDE DELLA SCUOLA E LE RISPOSTE DEL PRESIDENTE DEL PARTITO DI "Forza Italia" - --- Da bravo ex ministro dell’Interno, Francesco Cossiga consegna questa «ricetta democratica» (parole sue) al successore Roberto Maroni.

domenica 26 ottobre 2008

Le verità di Cossiga su Kossiga

di Matteo Bartocci (il manifesto, 25.10.2008)

Infiltratevi nel movimento, sfasciate un paio di macchine e vetrine, fateli sfogare per dieci giorni giorni e poi massacrateli senza pietà, soprattutto i professori universitari e le maestre più giovani. Niente arresti, niente magistrati, «bisogna spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio, perché dalle università il terrorismo tornerà a insanguinare il paese». Da bravo ex ministro dell’Interno, Francesco Cossiga consegna questa «ricetta democratica» (parole sue) al successore Roberto Maroni.

«Deve fare proprio come ho fatto io negli anni ’70», insiste il senatore a vita in un’intervista rilasciata giovedì al Quotidiano nazionale. Sarebbe un errore scambiare le parole del Cossiga di oggi per una pazza nostalgia del «Kossiga» di allora. O indignarsi per il senno fuggito di un senatore a vita. Perché l’ex ministro dell’Interno ha detto esattamente la verità. E spesso il più grande rimpianto di un folle genio è quello di indicare il vero senza essere creduto. «Cassandra, vaticini di un poeta incompreso», si chiama, non a caso, l’ultima fatica letteraria dell’ex picconatore.

Infiltrare, massacrare, ingannare e deviare le indagini senza andare tanto per il sottile è quello che ha fatto lo stato italiano alla fine degli anni ’70. Con i blindati che sfondano i cancelli della Sapienza dopo la «cacciata di Lama» e le mitragliatrici a Bologna il giorno della morte di Francesco Lo Russo. E’ un peccato che, come sempre, lo stesso Cossiga dopo aver «confessato» si affretti ora a correggere il tiro con una lettera volutamente paradossale pubblicata sul Sole 24 Ore di oggi. Un tentativo di dire e non dire ben rodato nel corso del tempo. Il 2008 del resto è stato un anno d’oro per l’esternatore per antonomasia. Dal 1 gennaio a oggi ha rilasciato ben 47 interviste, più di una a settimana. E va bene che sono passati trent’anni dall’omicidio di Aldo Moro e il presidente emerito ha appena compiuto 80 anni, ma in pochi mesi le sue parole stampate su carta hanno portato alla riapertura del caso Ustica e potrebbero, come chiedono ora Rifondazione e i radicali, portare perfino a riaprire il dossier sul misterioso assassinio di Giorgiana Masi, uccisa a Roma da un proiettile vagante il 12 maggio 1977 durante un corteo radicale in ricordo della vittoria al referendum sul divorzio indetta nonostante l’assoluto divieto di manifestare allora in vigore a Roma. Quel giorno in strada c’erano migliaia di poliziotti e carabinieri affiancati da agenti in borghese. Scoppiano incidenti gravissimi. Due ragazze vengono colpite da proiettili sparati da Ponte Garibaldi. Elena Ascione rimane ferita a una gamba mentre Giorgiana Masi morirà durante il trasporto in ospedale.

Il problema è che a forza di ricordare i tempi andati qualcuno dalla memoria corta poi finisce per crederci davvero. Come fa il ministro della Difesa Ignazio La Russa e mezzo governo. Di «cattivi maestri» Berlusconi e i suoi non hanno bisogno. Fanno tutto da soli. E Genova insegna.


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