Intervenendo al Quirinale per la cerimonia di consegna delle insegne ai nuovi Cavalieri del Lavoro
Napolitano: ’’Parola ’dialogo’ risulta troppo logorata e vaga. Preoccupazione per rischi recessione’’
Nuovo appello del presidente della Repubblica che, per il suo ’appunto’, prende spunto dalla necessità ribadita, a proposito delle misure per fronteggiare l’attuale crisi finanziaria, di "scelte che dovrebbero scaturire da un confronto aperto ponderato e costruttivo tra le forze politiche e tra le forze sociali’’
Roma, 30 ott. (Adnkronos/Ign) - "Da tempo ho abbandonato una parola che risulta troppo logorata e vana, come ’dialogo’... ". Da questa sottolineatura, fuori testo, emerge l’amarezza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano(nella foto) per i tentativi da parte del Quirinale risultati finora vani di esortare le forze politiche di governo e di opposizione a dialogare per ricercare soluzioni condivise.
Il capo dello Stato prende lo spunto per questo suo "appunto" ai partiti - intervenendo nel Salone dei Corazzieri in occasione della cerimonia di consegna delle insegne ai nuovi Cavalieri del Lavoro - dalla necessità ribadita, a proposito delle misure per fronteggiare l’attuale crisi finanziaria, di "scelte che dovrebbero scaturire da un confronto aperto ponderato e costruttivo tra le forze politiche e tra le forze sociali’’. ’’Ho confidato che tale confronto si potesse avviare dopo le elezioni dello scorso aprile: i fatti - lamenta Napolitano - non hanno confortato questa aspettativa. Mi auguro ancora e ritengo possibile che la forza delle cose faccia maturare un clima di reciproco ascolto, di attenzione, senza rigidità preclusive, le rispettive ragioni e proposte".
Napolitano non nasconde la preoccupazione avvertita, in Italia e in Europa, dei rischi di recessione. Ed esorta a "guardare alle opportunità che ci offrono soprattutto le economie emergenti. Mi riferisco -ricorda- ad economie da anni in forte e addirittura impetuosa ascesa, che si può prevedere reagiscano meglio, pur risentendone anch’esse, alle conseguenze del disordine finanziario mondiale originato dalla crisi americana e ai rischi di recessione".
Allo stesso tempo il capo dello Stato si dice fiducioso che "da parte di quanti hanno responsabilità di governo in vari ambiti nel nostro Paese, si presterà attenzione e non si lesineranno sforzi, iniziative e risorse da destinare alla proiezione internazionale del nostro sistema di imprese e anche, in questo quadro, al settore della cooperazione allo sviluppo. Non occorre sottolineare quanto critico si sia fatto, rispetto ad un anno fa, il quadro globale in cui anche la nostra economia e i suoi pilastri, il mondo delle imprese e del lavoro, il risparmio e i consumi delle famiglie sono immersi".
In ogni caso, "ai vincoli già molto stringenti posti alle politiche pubbliche e alle decisioni di bilancio dall’impegno e comunque dalla necessità obiettiva, cui il nostro Paese deve rispondere, di riduzione costante se sensibile del debito pubblico, si è venuta aggiungendo l’ipoteca che, di fronte al divampare della crisi, non si poteva non accendere sulle risorse finanziarie dello Stato, per procedere a interventi di sostegno del sistema creditizio e anche delle imprese industriali in difficolta’".
Per Napolitano, "è stato anche essenziale muoversi in sintonia con l’Unione europea e segnatamente con l’Eurogruppo: guai se la spesso bistrattata Europa non avesse confermato e più fortemente espresso il suo insostituibile ruolo". Ora, "spetta alle nostre istituzioni nazionali compiere le difficili scelte che riguardano la distribuzione delle misure di contenimento della spesa pubblica corrente, la definizione di priorità strategiche da osservare anche in questa fase di ristrettezze, se vogliamo mantenere aperte per l’Italia prospettive di più intensa ed equilibrata crescita economica e di maggiore coesione sociale".
Scelte che, esorta ancora una volta il presidente della Repubblica, "dovrebbero scaturire da un confronto aperto, ponderato e costruttivo tra le forze politiche e tra le forze sociali"