LA PROTESTA CONTRO LA RIFORMA*
Sciopero generale, la scuola si ferma
Gli studenti: a Roma siamo un milione
Sindacati, ragazzi e prof in piazza. Cgil: partecipazione straordinaria. Stretta di mano Veltroni-Di Pietro: «Naturale esserci, ora referendum»
ROMA Gli organizzatori sostengono che oggi a Roma sono scese in piazza più di un milione di persone per protestare contro l’approvazione della riforma della scuola. In città sono arrivati tanti treni e pullman, molti più del previsto. Alcuni manifestanti non sono riusciti a raggiungere in tempo la partenza del corteo e hanno dato luogo a manifestazioni spontanee sparse in diverse zone della città.
Per dire no alla Gelmini altri cortei si sono mossi a Milano, Torino, Palermo, Napoli, Bari, L’Aquila, Messina, Cagliari, Genova, Bologna, Firenze. Non si sono registrati episodi di violenza. Slogan di protesta ma anche tante rime ironiche contro il ministro alla manifestazione a Roma. La parola d’ordine più diffusa è «Giù le mani dalla scuola pubblica» e «La scuola pubblica non si tocca»: almeno tre striscioni con queste scritte sono portati dai bambini delle scuole elementari. Molti criticano la riforma che impone il maestro unico: «Maestro unico no grazie: tutti in piazza come un unico maestro», «Un maestro uguale meno cultura», «Maestro unico: ora dateci pennino e calamaio», «Meno insegnanti più bambini ignoranti».
Alcuni manifestanti si sono poi a viale Trastevere al grido di «Assedio, assedio» stanno circondando il ministero dell’Istruzione. A sfilare per le strade della capitale anche tanti politici e sindacalisti. «Per me è naturale stare qui. È importante che ci sia tanta gente, tante persone, anche di orientamenti politici così differenti, anche lo Snals», ha detto Walter Veltroni. «Spero che le tante persone che si raccoglieranno per firmare il referendum - ha aggiunto - spingeranno il governo a ritirare queste misure. Un governo sbaglia quando non ascolta la voce della società che si trova ad amministrare pro tempore». Per il segretario generale della Cisl, Bonanni: «Le scelte per il futuro si fanno con la gente, non si discute la scuola dei lavoratori come se fosse un consiglio di amministrazione, è una vergogna. Non si può riformare la scuola senza mantenere fede alla Costituzione; i tagli non sono una riforma ma un modo per mascherare la controriforma in atto».
Secondo il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro «la manifestazione di oggi smentisce le previsioni del centrodestra secondo il quale con l’approvazione al Senato del decreto legge Gelmini tutto sarebbe finito». Per il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, infine, la partecipazione al corteo contro la riforma è «straordinaria. Oggi è davvero una giornata memorabile». Per il sindacalista quando così tante persone scendono in piazza è necessario che il governo rifletta.
* La Stampa, 30/10/2008 (12:0)