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CIELO PURO E LIBERO MARE....

ETICA DELL’ATEISMO?! AL DI LA’ DEI FONDAMENTALISMI LAICI E RELIGIOSI: UNA SECONDA RIVOLUZIONE COPERNICANA - di Federico La Sala

domenica 2 novembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] L’"io voglio che Dio esista" di Kant - non dimentichiamolo - è da coniugare con la negazione della validità della “prova ontologica” e non ha nulla a che fare con tutti gli idealismi platonici o cartesiani ed hegeliani e marxisti, e porta alla conciliazione dell’"uno" con l’altro "uno" e di "Dio" con il mondo.
Ma, a questo punto, con Kant come con Dante (Gioacchino da Fiore e Marx e Nietzsche e Freud ed Enzo Paci), siamo al di là di Hegel e dell’imperialismo logico-romano (...)

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> ETICA DELL’ATEISMO?! AL DI LA’ DEI FONDAMENTALISMI LAICI E RELIGIOSI --- Caricatura rovesciata del confessionalismo e Devozione Atea. La devozione atea di Flores D’Arcais (di B. Gravagnuolo).

mercoledì 9 ottobre 2013

La devozione atea di Flores D’Arcais

In realtà la democrazia ha bisogno di tutti, persino di Dio. il «religioso» può aiutare a riconoscere la kantiana dignità della persona, coi relativi corollari: lavoro, accoglienza, critica al dominio, giustizia. E questo Papa, al contrario dei suoi predecessori, pare fin qui andare in tale senso

di Bruno Gravagnuolo (l’Unità, 09.10.2013)

LA DEMOCRAZIA HA BISOGNO DI DIO? FALSO! DICE FLORES D’ARCAIS Ed è una risposta recisa, che benchè suggerita dalla formula di scuderia Laterza nella collana «Idòla» (frase seguita dalla chiosa «falso!») corrisponde in pieno all’ateistismo dell’autore. In realtà la democrazia ha bisogno di tutti, persino di Dio. Purché non sia un Dio geloso ed esclusivista, e si lasci «contare» alle elezioni. E purché chi lo professa, ciascuno a suo modo, si lasci contare e non voglia tagliare teste, invece di contarle. Sicché a queste condizioni ben venga il Signore alle urne.

Il punto è che Flores d’Arcais vuole addirittura negarlo il certificato elettorale a Dio e ai suoi fedeli. arrivando addirittura a sostenere che il credente è «civicamente un minus habens(sic!) perché incapace di interiorizzare autonomamente la scelta pro-democrazia, e in grado di riconoscerla solo affidandosi all’autorità religiosa di riferimento». Perciò, conclude Flores, il credente attacchi Dio «all’ataccapanni», ed entri in democrazia come lo scienziato in laboratorio, spogliandosi da minorità e pregiudizi.

Francamente ci pare una posizione artificiosa, oltre che insolente e intollerante. Perché la democrazia è il contrario di certe intimazioni totalitarie e discriminatorie. Essa è conflitto regolato su valori e interessi divergenti. Dove la regola statuisce l’eguale dignità di ciascuna persona e del suo progetto di vita, senza lesione dell’altrui dignità.

Certo, la religione non può essere pretesa civile, né Norma fondativa, a meno di non ledere l’eguaglianza dell’altro e dei suoi convincimenti. E tuttavia anche il «religioso» può aiutare a riconoscere la kantiana dignità della persona, coi relativi corollari: lavoro, accoglienza, critica al dominio, giustizia. E questo Papa, al contrario dei suoi predecessori, pare fin qui andare in tale senso.

Raccogliamone da laici la sfida. Il resto è vecchia ideologia giacobina. Caricatura rovesciata del confessionalismo e Devozione Atea.


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