Cina, Xi Jinping prende di mira le religioni: vietati i contenuti online che incitano al sovvertimento del potere statale
Gruppi, chiese e associazioni che svolgono prediche in formato digitale dovranno ricevere un’autorizzazione dalle autorità
di Lorenzo Lamperti (La Stampa, 30 Dicembre 2021)
Religione? Ś, ma solo con "caratteristiche cinesi". Che la Cina non sia un paese dove le confessioni di origine straniera abbiano fortuna lo si sa da tempo. Ora, peṛ, Xi Jinping serra ulteriormente le fila e prende di mira l’informazione religiosa. Dopo un suo discorso sulla necessità di adattare la fede al "contesto cinese", in concomitanza del Natale sono state emanate delle nuove misure che renderanno illegale la gestione di servizi di informazione religiosa online sul web cinese da parte di organizzazioni o cittadini stranieri.
Saranno vietati i contenuti religiosi online che incitano al sovvertimento del potere statale, violano il principio di indipendenza e di autogestione nelle imprese religiose, e inducono i minori a credere nella religione. Coinvolti nella stretta anche le organizzazioni locali: gruppi, chiese e associazioni che svolgono prediche in formato digitale dovranno ricevere un’autorizzazione dalle autorità.
Gli utenti dovranno invece registrarsi utilizzando i loro nomi reali, elemento che potrebbe disincentivare la partecipazione. Le regole, che entreranno in vigore il prossimo 1° marzo, hanno uno scopo chiaro: standardizzare e omologare il messaggio religioso secondo i dettami del governo. I valori trasmessi dovranno essere quelli promossi dal "nuovo timoniere", a partire da patriottismo e armonia sociale. In Cina bisogna credere innanzitutto al Partito comunista.