Il miliardario “da Nobel” delle miniere del Congo
L’israeliano Gertler si è arricchito sfruttando la guerra
per ottenere il monopolio dei diamanti del Paese africano
di Jim Armitage (il Fatto e The Independent. 13.12.2012)
A dispetto del suo sorriso e dell’entusiasmo infantile, Dan Gertler è diventato il simbolo dello sfruttamento delle risorse minerarie africane da parte dell’Occidente. Il 38enne miliardario israeliano ha fatto fortuna grazie alla sua amicizia con Joseph Kabila, presidente della Repubblica Democratica del Congo.
Kabila, che al momento deve fronteggiare una ribellione nella parte orientale del paese dove si trovano la maggior parte delle miniere, per anni ha svenduto a Gertler i diritti di sfruttamento minerario e Gertler ha rivenduto in Occidente i diamanti facendo profitti enormi.
Nel frattempo in Congo la povertà è in continuo aumento; il 70% della popolazione soffre di malnutrizione e grandi aree del paese non hanno né energia elettrica né acqua corrente. OVVIAMENTE GERTLER, che torna in Israele dove ha moglie e 9 figli solo per il fine settimana, è convinto di essere un benefattore. In una intervista si è spinto a dichiarare: “mi dovrebbero dare il Nobel”.
Ma i funzionari del Fmi la pensano diversamente. La settimana scorsa il Fmi ha bloccato un prestito di 500 milioni di dollari destinato al Congo proprio perché non ci vede chiaro nei rapporti d’affari che il governo congolese intrattiene con Gertler e qualche giorno dopo la società mineraria Enrc, quotata in Borsa, ha deciso di interrompere i rapporti con Gertler. “Le aziende occidentali non vogliono più fare affari con lui”, ha dichiarato un esponente dell’opposizione politica congolese.
Ma come ha fatto questo giovane uomo d’affari a diventare così influente e potente e come si è guadagnato il favore del presidente di una delle nazioni più tormentate del mondo? Per rispondere bisogna tornare al 1997 quando viene rovesciato, dopo quasi 30 anni, il dittatore Mobutu, appoggiato dagli Usa. Ad appena 23 anni il giovane mercante di diamanti aveva il gusto dell’avventura e il senso degli affari. Aveva imparato il mestiere dal padre e dal nonno e aveva già acquistato partite di diamanti in Angola e Liberia. Il nuovo Congo gli sembrò una occasione da non perdere.
Appena arrivato a Kinshasa, Gertler si fece presentare a Joseph Kabila, figlio di Laurent che governava il paese dopo l’uscita di scena di Mobutu. Dan e Joseph, che era stato appena nominato comandante in capo delle forze armate, divennero grandi amici. Jospeh lo presentò al padre che vide nel ricco israeliano un modo facile per finanziare la guerra. Laurent chiese a Gertler 20 milioni di dollari in cambio del monopolio del commercio dei diamanti in Congo. Nel giro di pochi giorni la somma venne accreditata su un conto corrente in Svizzera.
IN SOSTANZA Gertler ebbe l’abilità di puntare sul cavallo vincente. Nel 2001 Laurent Kabila fu assassinato da una delle sue guardie del corpo, ma il suo posto venne preso dal figlio Joseph e gli affari per Gertler, anche se non poteva più contare sul monopolio, continuarono ad andare alla grande.
Oggi Dan Gertler, grazie ai diritti di sfruttamento minerario in Congo, è uno degli uomini più ricchi del mondo. Da tempo la Ong internazionale Global Witness indaga su Gertler raccogliendo testimonianze e documenti e cercando di seguire la pista del denaro che per lo più porta ad una delle tante società offshore di Gertler nelle isole Vergini britanniche. La Enrc ha troncato i rapporti con Gertler, ma per farlo ha dovuto acquistare le azioni in suo possesso versando nelle sue mani la bella somma di 550 milioni di dollari. Quelle azioni Gertler nel 2010 le aveva comprate per 175 milioni di dollari!
Malgrado le critiche, non sono poche le aziende disposte a collaborare con Gertler. Glencore, discusso gigante del settore, gestisce numerose miniere in società con Gertler. Global Witness ha invitato ripetutamente gli investitori a non fare più affari con il miliardario israeliano e con Glencore. Ora c’è chi spera che la decisione del Fmi induca il governo congolese a cambiare atteggiamento nel timore che anche altri programmi di aiuto possano essere congelati con gravi conseguenze per il paese. Non a caso la decisione del Fmi è arrivata dopo che il governo di Kabila non era riuscito a fornire spiegazioni convincenti in merito alla vendita di una miniera alla Straker, una società che si ritiene faccia parte del gruppo di Gertler.
© The Independent Traduzione di Carlo Antonio Biscotto