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PIANETA TERRA...

AFRICA IN GUERRA. REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, MASSIMA EMERGENZA. Nel Nord Kivu, al confine con il Rwanda, ormai gli sfollati sono quasi due milioni - a cura di Federico La Sala

"Nessuno può restare indifferente dinanzi ai drammatici fatti che stanno accadendo nel Congo"(Veltroni).
domenica 2 novembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il Congo non può essere lasciato solo. L’est della Repubblica democratica del Congo è teatro da diverse settimane di un tragico conflitto, residuo del genocidio di un milione di tutsi e hutu nel 1994, in Ruanda. La guerra civile si è scatenata fra i ribelli del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp) guidati dal generale dissidente Laurent Nkunda, che affermano di agire per difendere la comunità tutsi, e le forze governative congolesi, accusate di collaborare coi (...)

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> AFRICA IN GUERRA. REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, MASSIMA EMERGENZA. --- Il primo convoglio Onu, carico di medicinali e di cibo energetico, è finalmente riuscito a raggiungere il villaggio di Rutshuru, ultimo avamposto conquistato martedì scorso dai ribelli del generale Laurent Nkunda. Non è stata un’operazione facile (di Daniele Mastrogiacomo)..

lunedì 3 novembre 2008

Un carico di medicinali e cibo è arrivato nel villaggio di Rutshuru Nkunda propone al governo di avviare negoziati, no di Kinshasa

Congo, primo convoglio Onu nella roccaforte dei ribelli

Imposto il coprifuoco a Goma. Londra non esclude una forza di pace Ue

dal nostro inviato DANIELE MASTROGIACOMO *

NAIROBI - Il primo convoglio Onu, carico di medicinali e di cibo energetico, è finalmente riuscito a raggiungere il villaggio di Rutshuru, ultimo avamposto conquistato martedì scorso dai ribelli del generale Laurent Nkunda. Non è stata un’operazione facile. Tutta la zona attorno e a nord di Goma pullula di soldati dell’esercito congolese e di ribelli. Ma anche di milizie autorganizzate che non rispondono ad alcun comando.

Tra mille precauzioni e dopo aver ottenuto precise garanzie, dodici mezzi, tra camion e jeep, hanno lasciato il capoluogo del Nord-Kivu e dopo cinque ore hanno raggiunto Rusthuru, circa 75 chilometri più a nord. La situazione che hanno trovato era tranquilla. Gli abitanti circolano per le strade, i negozi e i mercati hanno riaperto, è tornata persino l’elettricità.

La teNsione, e il rischio di una catastrofe umanitaria, continuano a incombere su gran parte della regione. La tregua dichiarata dal leader del Cndp, il Congresso nazionale per la difesa del popolo, regge. Ma gli spazi di trattativa tra il generale Nkunda e le autorità di Kinshasa si assottigliano ogni giorno di più. Dal suo quartiere generale di Kichanga, 80 chilometri a ovest di Goma, il capo dei ribelli "banyamulenge" ha invitato Kinshasa a dei negoziati diretti. Circondato da alcuni giornalisti che lo hanno raggiunto, il generale Nkunda ha ammonito: "Kinshasa ha tutto il diritto di respingere questi negoziati. Ma si deve anche accollare il peso delle conseguenze. La nostra lotta è chiara da anni: difendiamo un popolo che è continuamente sottoposto ad attacchi e a violenze di ogni tipo".

"Il problema - ha proseguito Nkunda - è rappresentato dalla presenza in questa regione dei miliziani del Fdlr, gli estremisti che si sono resi responsabili del genoocidio ruandese nel 1994. Il programma Amani (pace, in swahili), fissato il 23 gennaio scorso a Goma oggi non ci convince più. E’ superato dai fatti. Il Moduc, che ne doveva essere il garante, ha fallito la sua missione. Noi chiediamo un chiaro intervento nei confronti della minaccia costituita dal Fdlr, la creazione di un esercito nazionale repubblicano, un più forte impegno nelle strutture sanitarie, una maggiore trasparenza nei contratti minerari, un federalismo a livello nazionale". Poi il generale ha affermato la disponibilità a trattare: "Noi siamo qui, pronti a trattare. Se la risposta è negativa, possiamo conquistare da subito Goma. Mercoledì scorso, alcuni incursori si erano già infiltrati nell’aeroporto. Ho ordinato loro di fermarsi per evitare nuove sofferenze ai fratelli del Kivu".

La risposta di Kinshasa è arrivata nel giro di pochi minuti. Niente tratattative dirette. "Non ci sono piccoli e grandi gruppi armati", spiega Lambert Mende, portavoce del governo. "Creare un disastro umanitario non dà diritti speciali nei confronti di altri gruppi che operano nel nord del Kivu".

Kinshasa denuncia comunque delle difficoltà oggettive. La nuova offensiva del generale Nkunda è scattata mentre il governo congolese era alle prese con l’ennesima crisi politica interna. L’anziano primo ministro, 82 anni, la settimana scorsa aveva chiesto di essere esonerato perché troppo vecchio e stanco. Per cinque giorni, il parlamento ha ingaggiato una battaglia per indicare nuovi nomi sulla base di un equilibrio politico incerto e precario. Solo tra sabato e domenica, al termine di tratattive estenuanti, si è raggiunto un accordo sul nome di Adolphe Muzito che è stato incaricato di formare un nuovo governo. Sono stati destituiti i ministri della Difesa e dell’Interno e si è avuto il coraggio di denunciare gli autori dei saccheggi e degli stupri ai danni di decine di rifugiati, del milione e 600 mila persone costrette a fuggire dai propri villaggi. "Abbiamo arrestato una decina di nostri soldati", ha annunciato Lambert Mende, "sono responsabili dei saccheggi e degli stupri. Verranno giudicati e se ritenuti colpevoli condannati nel modo più fermo".

Il portavoce della provincia del Nord del Kivu, Julien Paluku, ha decretato il coprifuoco in tutta la zona di Goma. Nonostante la calma apparente, non si fida: "La città non è ancora sicura. Ci sono soldati in giro che sparano. La gente deve restare in casa, evitare di girare a piedi e prendere tutte le precauzioni". Tacciono le armi e lavora la diplomazia internazionale. Il ministro degli Esteri britannico, David Milliband, non esclude il prosssimo invio di un contigente europeo: "La proposta non è ancora tramontata. Ci stiamo lavorando. Vedremo gli sviluppi sul terreno".

* la Repubblica, 3 novembre 2008


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