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PIANETA TERRA. E - "Lezioni americane" (Italo Calvino) ....

"CHANGE WE NEED". BARACK OBAMA, SULLE ALI DELLO SPIRITO DI FILADELFIA E DI GIOACCHINO DA FIORE, HA GIA’ PORTATO GLI U.S.A. FUORI DAL PANTANO. Una nota di Mario Calabresi - a cura di Federico La Sala

Questa notte... il verdetto che gli dirà se l’America è pronta per il più grande cambiamento della sua storia. E allora, finalmente, potrà volare nel Pacifico per l’ultimo addio alla donna che lo ha cresciuto.
martedì 4 novembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] L’uomo che potrebbe diventare il primo presidente nero d’America ha investito tutto il suo ultimo giorno di campagna elettorale nel sud degli Stati Uniti, in tre zone simbolo dello schiavismo e della lotta per i diritti civili. Ma non lo ha fatto per provocazione o per testimonianza, ma perché è convinto di poter vincere anche qui di poter rivoluzionare la mappa della politica americana. E alle dieci e mezza di sera è arrivato a Manassas in Virginia, dove i sudisti comandati dal (...)

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> "CHANGE WE NEED". BARACK OBAMA, SULLE ALI DELLO SPIRITO DI FILADELFIA E DI GIOACCHINO DA FIORE, HA GIA’ PORTATO GLI U.S.A. FUORI DAL PANTANO. ---Barack annuncia: pronuncerò la tradizionale frase sulla Bibbia di Lincoln, «Che Dio mi aiuti» (di Ennio Caretto)

mercoledì 14 gennaio 2009


-  Il presidente eletto annuncia: pronuncerò la tradizionale frase sulla Bibbia di Lincoln

-  Obama, no agli atei: «Giurerò invocando Dio»

-  Intentata un’azione legale ma Barack, religioso, assicura che non rinuncerà all’invocazione: «Che Dio mi aiuti»

di Ennio Caretto (Corriere della Sera, 14.01.2009)

WASHINGTON - Il nome di Dio viene invocato molto spesso dallo stato americano. «In God we trust», Confidiamo in Dio, è il motto stampato sulle sue banconote. «One nation under God», Una nazione sotto Dio, figura nel Giuramento alla bandiera dal ’54, l’era dell’anticomunismo. «God bless America », Dio benedica l’America, è la chiosa finale dei discorsi presidenziali. E alla sua inaugurazione, il nuovo presidente chiede «So help me God», Che Dio mi aiuti. Una tradizione, sostengono molti storici, iniziata da George Washington nel 1789 (è tuttavia dubbio) e osservata solo da alcuni suoi successori, ma divenuta prassi dal ’33, con Franklin Roosevelt, il quale forse segretamente dubitava di riuscire a salvare il Paese dalla Grande depressione senza l’appoggio divino.

Le continue invocazioni a Dio hanno così disturbato gli atei americani - secondo cui sono incostituzionali - che un loro esponente di punta, il medico californiano Michael Newdow, ha citato a giudizio (a nome di 10 associazioni e 17 persone) i comitati organizzatori dell’inaugurazione di Obama, i due predicatori Joseph Lowery e Rick Warren, che terranno le preghiere, nonché il presidente della Corte suprema John Roberts, chiedendo che alla cerimonia non si pronunci la parola «Dio» e Obama non concluda il solenne giuramento - «Svolgerò fedelmente l’incarico di presidente, e farò del mio meglio per preservare proteggere e difendere la Costituzione » - col fatidico «So help me God». È difficile che il tribunale federale sentenzi in tempo - la citazione è del 31 dicembre scorso - anzi è probabile che finisca per respingerla.

Ma Obama, che è religioso e giurerà sulla Bibbia di Lincoln, il presidente dell’abolizione della schiavitù, l’ha anticipato affermando che dirà «Dio mi aiuti». È un’invocazione che non intacca il principio della separazione Stato-Chiesa, hanno notato i portavoce, e che non viola la Costituzione, il cui primo articolo vieta al Congresso di stabilire una religione in America. Un atto di fede appropriato in un momento molto delicato per il Paese.

Newdow ha incassato. Ha spiegato di non avere citato Obama personalmente «perché come cittadino ha il diritto di osservare la sua religione », ma di sperare ancora che dica «So help me God» in privato. E ha aggiunto che se bocciato dal tribunale ricorrerà in appello, per ottenere che dopo le elezioni del 2012 Obama o il suo successore rinuncino al «Dio mi aiuti».

Una missione impossibile? Newdow fallì già nel 2001 e nel 2005 all’insediamento di Bush alla Casa Bianca, epoca in cui i neocon si battevano perché l’America si definisse una repubblica cristiana. I credenti americani lo attaccarono. «Vuole che lo stato smentisca l’esistenza di Dio», ribatté Scott Walter della Fondazione della libertà di religione. «Ma i nostri valori si basano su di essa».


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