Dal blog di Roberto Galullo
Eccole qui - cari amici di blog - due proposte stagionate (gallina vecchia fa buon brodo) per capire veramente chi è dalla parte della legalità e chi no.
Visto che non c’è nulla di più inedito del già scritto (è un vecchio adagio giornalistico) vi sottopongo un test facile facile: basta barrare virtualmente la casella “sì” e non prendere neppure per un istante in considerazione la casella “no”.
Il test lo giriamo paro paro ai nostri (...)

Signor Galullo, chi le scrive è un Assistente di POLIZIA PENITENZIARIA, non laureato ma semplicemente diplomato. Vorrei metterla a conoscenza di alcune cose che dall’alto del suo pomposo ego fatto di laure, master, tesi e quant’altro, non riesce a vedere: 1) la preparazione culturale degli appartenenti al Corpo non è quella di voi pomposi e plurilaueati giornalisti ma sicuramente non è "scarsissima", mentre la preparazione professionale è ad altissimi livelli, sia medianti corsi di formazione ed aggiornamento sia mediante quella che è la migliore scuola: il quotidiano lavoro; 2) all’interno degli Istituti Penitenziari non entra soltanto il personale di POLIZIA PENITENZIARIA, entrano molti altri lavoratori, medici, infermieri, tecnici, operai, avvocati e qualche volta anche i giornalisti, che ahinoi, nel 99,999 % dei casi non viene perquisito, con la differenza che il poliziotto penitenziario ha giurato fedeltà alla Repubblica, tutte le altre figure no; 3) infine la invito a leggere le recenti cronache del trapanese, dove un agente che è stato "avvicinato" ha fatto finta di cedere, ha denunciato tutto alla Procura ed ha consentito l’arresto di cinque "persone". Voglio chiudere questa mail con i sinonimi della parola corrotto: guasto, impuro, contaminato, alterato, inquinato, immorale, etc etc; non ho trovato però nulla che avesse a che fare con la cultura, ciò significa che la corruzione non è legata alla scolarizzazione della persona ma è intrinseca nella persona stessa. In fede Rosario BAVETTA, orgoglioso Assistete di POLIZIA PENITENZIARIA