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Galullo, libera nos

Bogotà chiama, Napoli risponde: a 4 anni ostaggio del narcotraffico. Come i calabresi in Colombia

domenica 16 novembre 2008 di Emiliano Morrone
Dal blog di Roberto Galullo
C’è una notizia piccola piccola che vale la pena di raccontare ai miei lettori del blog.
Piccola non per importanza ma per come è stata trattata dai media: discreta rilevanza sulle tv locali, di routine su quelle nazionali, buona sulla stampa locale, quasi nulla su quella nazionale. Comunque la sintesi è che questa notizia è passata in cavalleria, soprattutto a causa dell’incapacità di noi giornalisti di leggere gli avvenimenti: ormai le notizia sono tutte uguali (...)

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> Bogotà chiama, Napoli risponde: a 4 anni ostaggio del narcotraffico. Come i calabresi in Colombia

mercoledì 12 novembre 2008

Personalmente non conosco i "coglioni che gestiscono questo sito". Ma da lettore e persona attenta e sensibile, gelo davanti questi commenti. Ho letto rabbia. La rabbia di Galullo che non distrugge, ma che cerca per sensibilizzare noi tutti, che prende posizione, che cura la mia coscienza, ma che dovrebbe curare anche la tua Antonio P. Il fatto raccontato da Galullo non può essere una scusa per attaccare il direttore e gli altri. La tua, da quello che leggo, è una rabbia spicciola contro Emiliano Morrone, che non frutta, non serve. Seguo La Voce di Fiore da circa tre anni. E scusami ma mi è stata utile anche per mie ricerche. Molto utile. Non ho mai trovato scritti non veritieri e d’esaltazione personale. Ripeto non conosco i gestori, leggo solo. San Giovanni in Fiore non viene citato nell’articolo di Galullo. Così ho letto. Il fatto espone altro. Sono anch’io calabra, ma non di S.G.F. Antonio P., vivo in un paese che è proprio brutto e triste: cemento, case e cemento. Politici che continuano a dire che da noi la mafia non esiste, soltanto perchè Kalashnikov non se ne vedono. Abusi edilizi. Tanto folklore, poca cultura. Paraocchi! Bocche mute! Ma invece d’augurare il meglio del peggio, cioè il pessimo a coloro che lottano quotidianamente contro questo sistema ma per la sensibilizzazione del pueblo. Prendo atto e distinguo tra amore per la mia terra e consapevolezza che nella mia terra gli sciacalli (che sono anche le persone che rubano allo stato per costruire scuole destinate a crollare, o persone che vietano la novità perchè temono qualche risveglio) non possono più amministrare. Perchè io amo la mia terra e non è giusto che continui a non vedere ciò che è evidente. E’ una frase fatta ma che rende l’idea a livello paesano, regionale e nazionale. Sveglia.

Ghigno di tacco.


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