E’ freddo. Fuori. L’inverno bussa timido. Pigro.
Attimi, in Calabria. Una serata come le altre. Morti ammazzati, spaccio, arresti, intimidazioni, sangue. Monotonia d’una terra vinta. Perdente.
Raccontare.
Scrivere al Sud, periferia dell’impero. Scrivere al fronte Meridionale. Un posto diverso dagli altri. Troppo diverso.
In Calabria se hai un Suv sei un mito. Meriti rispetto solo per quello. Comandi la strada, e oltre. Poi non importa se fai lavorare la gente a 200 euro al mese, se evadi (...)

Biagio ha scritto un articolo fotografico, sembra di vedere quello che racconta, come se ti trovassi davanti a un film. Io non sono calabrese, vivo a Torino e sono nata a Vercelli, ma da tempo mi interesso alle battaglie di civiltà e democrazia dei giovani meridionali e ai gruppi che coraggiosamente le portano avanti, come il movimento che ha difeso il pubblico ministero Luigi De Magistris contro i poteri forti di Catanzaro e delle massonerie. Non avevo mai letto però un articolo così profondo e nello stesso tempo inquietante. Credo che si debba reagire alla triste complicità di parte dei calabresi (spesso in silenzio e spesso all’attacco contro giornalisti seri e coraggiosi che rischiano come Biagio Simonetta), davanti al dilagare della criminalità e delle collusioni in una terra ricca ma tristemente ingenerosa come la Calabria. Biagio è veramente il Saviano calabrese, come ho letto su questo bel sito, ricco di approfondimenti e denunce. Sono certa che farà strada e che sarà sempre vicino ai più deboli, ce lo dicono i suoi occhi sinceri. Grazie, Biagio perché ci informi giorno per giorno e ci fai sentire meno soli e più fiduciosi che con la parola le cose possano cambiare in tutta la nazione. Ti voglio bene e ti leggo sempre. Angela