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Dio è Amore ("Charitas") - non *Carestia*, Caro-prezzo, e Mammona (Benedetto XVI, Deus caritas est, 2006).

CHIESA CATTOLICA. PENA DI MORTE NEL CATECHISMO E UN DIO SENZA AMORE ("CHARITAS") NEL CUORE!!! Un appello e una petizione al Papa di Giuseppe Cavallaro, diacono - a cura di Federico La Sala

Per eliminare la pena di morte dal Catechismo della Chiesa Cattolica, scrivi una email a Benedetto XVI
giovedì 13 novembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] In qualità di battezzato, esercita anche tu, non un diritto democratico, ma un carisma ecclesiale, la cui fonte teologica è il “ sensus fidei “, ossia, il soprannaturale senso della fede in tutto il popolo, con il quale tutta la Chiesa, clero e laici: “mostra l’universale suo consenso in cose di fede e di morale”(Lumen gentium n° 12).
Indirizza,
un E-MAIL al papa: “principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi, sia della moltitudine dei (...)

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> CHIESA CATTOLICA. PENA DI MORTE NEL CATECHISMO E UN DIO SENZA AMORE ("CHARITAS") NEL CUORE!!! ---- Gli "eroi delal pace": l’’insopportabile retorica del giornale dei vescovi, "Avvenire" (di Aldo maria Valli - Guerra e pace)

venerdì 10 agosto 2012

Guerra e pace

di Aldo Maria Valli (Europa, 10 agosto 2012)

Titolo a tutta pagina: “Eroi per la pace”. La pagina è quella dedicata alle inchieste più importanti e il giornale è Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani. Si parla «missioni di pace» dei militari italiani nel mondo e di un’associazione che sta per nascere, per raccogliere i reduci e le famiglie dei caduti, dall’Afghanistan all’Iraq, dal Libano alla Somalia. C’è anche un’intervista a monsignor Vincenzo Pelvi, arcivescovo e ordinario militare, in pratica la guida dei cappellani militari. Il paginone è corredato da una grande foto di soldati italiani con il mitragliatore in pugno, sullo sfondo un mezzo blindato.

Poi c’è anche la foto di un soldato che agita un tricolore. Il tono generale pagina è dato da due frasi dell’arcivescovo: «Chi avvicina i reduci avverte la serenità di chi ha seminato giustizia». E poi quella ripresa nel titolo: «Essere cristiani ed essere militari non sono dimensioni divergenti, ma convergenti, perché la condizione militare trova il suo fondamento morale nella logica della carità».

Passano ventiquattro ore e il paginone di Avvenire provoca una dura reazione di Pax Christi, il movimento cattolico internazionale alla cui presidenza c’è l’attuale vescovo di Pavia, monsignor Giovanni Giudici. «Eroi per la pace o vittime della guerra?» si chiede l’associazione in un documento, firmato per ora da trenta parroci di tutta Italia, che stigmatizza «l’insopportabile retorica» del servizio e giudica inaccettabile l’idea circa la convergenza dell’essere cristiano e soldato. «Da sempre l’esperienza cristiana ci ha impegnato nella cura della missione e ci scandalizziamo ogni volta che un cristiano infanga questo valore confondendolo con le guerre, chiamate appunto missioni di pace ma in realtà avventure senza ritorno».

La sola «missione» in Afghanistan, nota Pax Christi, costa due milioni di euro al giorno. Non sarebbe stato meglio investirli in ospedali, scuole e acquedotti? Parliamo tanto delle vittime italiane, ma dei morti afghani o iracheni chi si occupa? «Chiediamo di aprire un confronto serio e schietto sul tema della guerra, del servizio militare e della presenza dei cappellani tra i militari». Di questo, dicono i firmatari, dovrebbe occuparsi il giornale cattolico. Magari ricordando quei cattolici (come il tedesco Franz Jägerstätter, ucciso dai nazisti) che sacrificarono la propria vita pur di ribadire il no all’uso delle armi.


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