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LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E UN CITTADINO CHE RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO E LO USA PER FARNE UN PROPRIO PARTITO PERSONALE ...

PER LA SCUOLA, PER L’UNIVERSITA’, E PER IL BUON USO DELLA LINGUA DI TUTTA L’ITALIA - DEL PASSATO, DEL PRESENTE E DEL FUTURO!!! Rimuovere la lunga e devastante offesa alla dignità delle Istituzioni e di tutti gli italiani e di tutte le italiane - l’esistenza di un Partito dal nome "Forza Italia", "Popolo della Liberta’". Un appello - di Federico La Sala

Che il Presidente della Repubblica svegli Berlusconi dal ’sogno’ di essere il presidente d’Italia, con il suo partito "Forza Italia", con il suo partito "Popolo della libertà"!!!
martedì 9 marzo 2010 di Maria Paola Falchinelli
[...] L’ITALIA HA UN SOLO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
E LA PAROLA "ITALIA" E’ COSTITUZIONALMENTE SOLO SUA.
NESSUNO PUO’ APPROPRIARSENE PER FARNE PAROLA DI PARTITO O SCUDO PER COPRIRE INTERESSI DI PARTE, COME E’ AVVENUTO E CONTINUA AD AVVENIRE SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI I CITTADINI E DI TUTTE LE CITTADINE D’ITALIA [...]
COSTITUZIONE, LINGUA E PAROLA.....
Che il Presidente della Repubblica svegli Berlusconi dal ’sogno’ di essere il presidente d’Italia, con il suo partito "Forza Italia", con (...)

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> PER LA SCUOLA, PER L’UNIVERSITA’, E PER IL BUON USO DELLA LINGUA DI TUTTA L’ITALIA - --- Università serve un G-30 (di PIERGAETANO MARCHETTI).

mercoledì 19 novembre 2008

Università serve un G-30

di PIERGAETANO MARCHETTI (La Stampa, 19/11/2008)

Alcuni fatti sono ormai pacifici. La riforma dell’Università dev’essere profonda, a tutto campo. L’Università ha bisogno di una riforma strutturale, di un’iniezione di fiducia e di energia; ha bisogno, a un tempo - come notava Luca Ricolfi su La Stampa (15 novembre) - di tagli e di investimenti. Ha bisogno di rivedere, a volte ribaltare, i comportamenti dei suoi attori; di liberare le eccellenze (e ve ne sono) che vi operano e di bonificare le pure grandi zone malsane. Tutto ciò non si raggiunge con ritocchi, timidi innesti di nuovo, con indiscriminate decimazioni, né con scatti d’orgoglio o di mero volontarismo e nemmeno con l’immancabile «ma il problema non sta qui», che ogni riforma puntualmente suscita. Occorre un grande progetto globale, una mobilitazione di coscienze e d’energie.

Occorre uscire dalle secche dei provvedimenti tampone, del gioco a rimpiattino tra offerte di collaborazione all’opposizione e diffidenza diplomatica. Occorre condurre a sintesi le numerose, e diversissime, proposte salvifiche che ogni «saggio» ed «esperto» quotidianamente offre. Occorre pensare in grande a un’azione complessa, guardare fuori dalla propria provincia, dal proprio orto, o cortile che sia, decantare la riforma dal troppo contingente.

E allora? Esito a evocare un nome e un precedente troppo invocato, ma un’iniziativa tipo Commissione Attali qui si addice. Un G-30 (il numero è casuale: 30 come il voto massimo all’esame) italiano per liberare la crescita dell’università, sviluppando o consolidando anche supporti consultivi già in essere. Un G-30 con rappresentanti di altri Paesi, con qualificate persone in possesso delle plurime competenze che occorrono per risolvere i molti nodi dell’università: dai profili istituzionali a quelli economico finanziari; dalle azioni per la ricerca e la didattica ai profili organizzativi; dal reclutamento alle carriere; dai controlli alle incentivazioni, al valore dei titoli, alle misure per consentire la mobilità degli studenti. Né si invochi il «meglio poco, ma subito» e il timore che un progetto generale insabbi la questione universitaria. I1 rischio è proprio l’opposto. I1 raccordo tecnico con i provvedimenti in discussione non è difficile. Si parta subito con un termine di 3-4 mesi per la conclusione dei lavori, in modo che con il prossimo anno accademico possa decollare la nuova università. Non s’ignori, ma si conosca l’esistente. Si respingano vischiosità e gabbie, ma si pratichi realismo e anche gradualità, se il progetto è saldo e completo. Un G-30 per l’università, non per scavalcare e sostituire la politica, ma per la politica. La quale potrà qui trovare materia d’ispirazione e convergenza su di un terreno che superi le diplomazie degli schieramenti.


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