La testimone di nozze, l’apprezzato magistrato e l’argine sono la stessa persona: Marisa Manzini, piemontese di Novara, lombarda di origine, fino al 2003 a Lamezia Terme e poi alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro con delega, appunto, su Vibo Valentia.

Bhe...Galullo è un grande!L’articolo è apparentemente ironico,ma purtroppo evidenzia un aspetto devastante della realtà.Anche i magistrati apparentemente più onesti precipitano nel tunnel della corruzione.Ma è così difficile fare il proprio dovere?Svolgere il proprio lavoro correttamente?Evidentemente per la maggior parte si. Facciamo i magistrati,gli avvocati,i giornalisti e tante altre professioni per metterci a servizio della legge o la rendiamo schiava questa legge? E’ bene che siano chiari certi principi,che siano inculcati nella mente di una persona fin dalla nascita,e allora si che possiamo ribellarci a questa gente,perchè in una società "normale" non si dovrebbe neanche lontanamente pensare che un magistrato sia coinvolto in un affare mafioso.In Italia probabilmente ci abbiamo fatto l’abitudine,ma è proprio questo che non dobbiamo permettere! La gente sa di essere presa in giro,sa che questo sistema la sottomette ogni giorno che passa,eppure non fa niente.Sembra rassegnata.Ma se ogni singolo cittadino capisse che nessun tipo di ingiustizia dev’essere accettata il cambiamento secondo me ci sarebbe.Perchè il sistema senza i cittadini non è niente.E quando sentiamo la notizia di un magistrato colluso con la mafia ci sarebbe veramente da scendere in piazza a fare la rivoluzione,a dire che a un sistema che prende in giro io non ci sto!