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LO STATO E LE REGIONI...

LA SCUOLA, L’UNIVERSITA’ E L’INDICAZIONE DELLA SARDEGNA. L’iniziativa senza precedenti del presidente della Regione Renato Soru. Una nota di Mario Pirani - a cura di Federico La Sala

lunedì 24 novembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Se ricordiamo tutte le polemiche e gli ostacoli che incontrò il tentativo di Soru di far pagare imposte più salate ai ricchi proprietari delle ville della Costa Smeralda e degli yacht che attraccano d’estate nei suoi porti, e li confrontiamo con queste voci di spesa, ne scaturirà con esattezza in cosa consista l’equazione riformista. Dovrebbero farla propria l’Onda e quanti manifestano senza precisi obbiettivi. Qui ce n’è per ogni Regione [...]
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> LA SCUOLA, L’UNIVERSITA’ E L’INDICAZIONE DELLA SARDEGNA. --- Il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, si è dimesso stasera dall’incarico con una comunicazione al Consiglio regionale che stava per approvare la nuova legge urbanistica.

martedì 25 novembre 2008

La decisione dopo che il Consiglio regionale aveva bocciato a scrutinio palese un emendamento voluto dallo stesso Soru alla nuova legge urbanistica

-  Regione Sardegna, Soru si dimette
-  "Non si governa senza fiducia"

CAGLIARI - Il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, si è dimesso stasera dall’incarico con una comunicazione al Consiglio regionale che stava per approvare la nuova legge urbanistica. Le dimissioni saranno formalizzate domani con una lettera che sarà inviata al presidente dell’Assemblea sarda, Giacomo Spissu. "Non si governa se manca la fiducia della maggioranza", ha detto lo stesso Soru. La decisione è stata annunciata dopo che il Consiglio aveva bocciato a scrutinio palese (con 55 voti contrari e 21 a favore) un emendamento voluto dallo stesso Soru alla nuova legge Urbanistica.

Le dimissioni di Soru sono state il culmine di una giornata di tensione. Nel tardo pomeriggio, il Consiglio regionale aveva sospeso la votazione sull’articolo 42 della proposta di legge urbanistica, in seguito a una spaccatura interna al Pd, emersa in aula. Lo stop, chiesto dal capogruppo Pd Antonio Biancu, era stato provocato dalla differente valutazione dei contenuti di un emendamento di sintesi, presentato dalla Giunta, e relativo all’applicazione, con le norme previgenti, della pianificazione in corso, soprattutto quella paesaggistica.

Soru aveva parlato in aula di "felice sintesi tra le differenti posizioni", ma al contrario nel Pd il relatore del provvedimento, Giuseppe Pirisi ("non voglio essere preso in giro") e Alberto Sanna (disconoscendo il suo capogruppo Antonio Biancu) avevano confermato tutte le loro perplessità "contro l’ambiguità di un testo che tiene in piedi valore ed efficacia delle disposizioni vigenti, facendo salva l’applicazione del Ppr pure per le zone interne in coerenza con le vecchie linee guida generali della pianificazione".

La situazione si è ulteriormente complicata dopo la bocciatura della parte dell’emendamento fortemente voluto dallo stesso Soru, che a quel punto ha lasciato l’aula e si è chiuso in una stanza mentre fuori si rincorrevano voci di possibili dimissioni. La decisione sarebbe direttamente collegata all’esito del voto, ritenuto - spiegano componenti della Giunta - un "chiaro segnale politico": a scrutinio palese solo 21 consiglieri della maggioranza hanno votato a favore mentre molti si sono aggiunti all’opposizione, tanto che alla fine i contrari sono stati 55.

In base alla legge statutaria, le dimissioni avranno efficiacia dopo 30 giorni. Se non saranno ritirate, l’assemblea sarà sciolta e le elezioni si svolgeranno entro i successivi 60 giorni. "Per me era importante - ha detto Soru - riflettere in maniera serena e pacata sul modo migliore di proseguire i lavori oggi e in questa legislatura. E’ evidente che si è mostrato un dissenso forte, in parte sul merito sul governo del territorio, ma ancora di più mi sembra che ci sia stata una mancanza della fiducia necessaria tra un presidente della Regione e la sua maggioranza".

"Ho riflettuto - ha aggiunto - so di essere stato eletto direttamente, con la fiducia dei cittadini, ma non si può governare senza la fiducia della maggioranza in Consiglio regionale. Ancora di più perché, subito dopo, avremmo dovuto discutere la legge finanziaria che non si può affrontare nel clima, appunto, di una fiducia interrotta oggi". All’annuncio delle dimissioni, dai banchi del centrodestra si è levato un applauso.

* la Repubblica, 25 novembre 2008


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