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Galullo, libera nos

Sul ring antimafia botte da orbi tra Calasanzio Borsellino e Fondazione Caponnetto, Casa della Legalità e don Ciotti: cui prodest?

giovedì 4 dicembre 2008 di Emiliano Morrone
Dal blog di Roberto Galullo
Questo è un post - lo metto subito in chiaro - che non avrei mai voluto scrivere. E dico subito il motivo: segna due punti a favore delle mafie. Due a zero e palla al centro nel momento in cui la repressione dello Stato mette a segno colpi importanti. La prevenzione, ahimè, invece si divide.
Un “uno-due” sul ring dell’antimafia terrificante che - sono certo - farà godere come pazzi coloro i quali soffiano sul fuoco delle divisioni interne dei tanti (...)

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> Sul ring antimafia botte da orbi tra Calasanzio Borsellino e Fondazione Caponnetto, Casa della Legalità e don Ciotti: cui prodest?

giovedì 4 dicembre 2008

"C’è un equivoco di fondo. Si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole dalla magistratura, è un uomo onesto. No! La magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali ”.

Paolo Borsellino

Ho pubblicato io su La Voce di Fiore l’articolo di Benny Calasanzio "Indagati nel nome di Caponnetto" e dopo qualche minuto che l’avevo letto, non solo ho provato una profonda nausea, ma ho cancellato il mio nome dalla pagina su facebook che fa riferimento alla Fondazione Caponnetto, questo per il rispetto profondo che porto verso la memoria del lavoro svolto dal giudice Caponnetto, e per il rispetto che porto alla memoria di Alberto Giacomelli, di Antonino Saetta, di Rocco Chinnici, di Gaetano Costa, di Rosario Livatino, di Antonino Scopelliti, di Giovanni Falcone e di Salvatore Borsellino. Non elenco in questo momento altri magistrati uccisi per aver fatto il loro dovere e trascuro completamente le vittime avute nelle forze dell’ordine, elenco lunghissimo!, e quelle avute fra i giornalisti - ricordo solo Beppe Alfano, perché sono amico dei figli Sonia e Chicco.

Veramente è inaccettabile ed offensivo per chi rischia la vita lottando realmente contro le mafie, e questo al di là di ogni considerazione strategica, che trovo comunque molto opportuno da parte di Roberto Galullo ricordarci, assistere a tali inqualificabili messe in scene. Non si può combattere la mafia sedendoci accanto. Non si può far finta di non avere visto, di non aver ascoltato, di un esser lì per caso.

Non si può essere complici.

Condivido la forte presa di posizione di Benny Calasanzio e mi auguro che l’onorevole Laganà, indagata per truffa aggravata ai danni dello Stato in relazione ad appalti nella sanità, nell’ambito delle indagini sulle infiltrazioni mafiose nell’Asl di Locri, di cui è stata vicedirettrice e quindi che non è indagata da una procura qualsiasi, ma dalla Direzione Distrettuale Antimafia, possa scemare le perplessità che ci giungono anche da alcune scelte politiche e soprattutto dalle gravi contestazioni nei confronti del fratello.


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