Volevo ricordare al caro Fede-ricco che il messaggio evangelico non è puramente e semplicemente isolabile dalla cultura, nella quale esso si è da principio inserito (universo biblico e , più concretamente, l’ambiente culturale dove è vissuto Gesù di Nazaret), e neppure, senza un grave depauperamento, dalle culture, in cui si è espresso nel corso dei secoli; esso non sorge per generazione spontanea da alcun "humus" culturale; esso da sempre si trasmette mediante un dialogo apostolico, che è inevitabilmente inserito in un determinato dialogo di culture.
Dall’altra parte, la forza del Vangelo è dappertutto trasformatrice e rigeneratrice. Allorché essa penetra una cultura, chi si meraviglierebbe se ne rettifica non pochi elementi ? Non ci sarebbe catechesi, se fosse il Vangelo a dover alterarsi al contatto delle culture.
Dimenticando questo, si arriverebbe semplicemente a ciò che San Paolo chiama, con espressione molto forte, "render vana la Croce di Criscto".
La Chiesa, i Cardinali, Ratzinger, esistono, per noi cattolici, in forza di una volontà esplicita di Cristo. È necessario aggiungere però che, per essere fedele a Cristo, la Chiesa deve lasciarsi incessantemente ringiovanire dallo Spirito Santo che l’abita, che deve operare l’aggiornamento, secondo la celebre espressione di Giovanni XXIII. E non si tratta solo di "ripulire la facciata" o di "aggiornare" la sua disciplina e il suo vocabolario; si tratta di un’opera interiore di conversione che non finisce mai.
Che queste operazioni diano fastidio ai non-credenti (o credenti-a-metà) e a certi personaggi politicizzati, che usano discorsi veramente settari per la loro propagnada politica, auspicando in un futuro (non molto lontano) il crollo dell’Istituzione "Chiesa", non c’è da meravigliarsi.
Noi cattolici, però, crediamo che la nostra Chiesa, come promesso da Gesù stesso, NON morrà, sarà incrollabile nel tempo perchè egli l’ha fondata su solida roccia, Simone che diventa "Pietro", che diventa Ratzinger !