Caro Biasi ti ringrazio molto: vedo che apprezzi i miei interventi. In segno di stima, mi auguro che ti giunga gradito questo mio piccolo dono - un gioiello del grande bardo:
SHAKESPEARE, SONETTO 116
Non sarà che al matrimonio di animi costanti io ponga impedimenti: non è amore quell’amore che muta quando scopre mutamenti o tende a ritirarsi se l’altro si ritira.
Oh no, esso è un faro per sempre fisso che guarda alle tempeste e mai ne è scosso; è la stella polare per ogni nave errante, e il suo volere resta ignoto, anche se l’altezza ne sia presa.
L’amore non è lo zimbello del Tempo, anche se rosee labbra e guance cadono nel compasso della sua falce ricurva; l’amore non muta con le sue brevi ore e settimane, ma resiste fino all’orlo del Giudizio.
Se questo è errore e mi sia provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
Testo Originale:
Let me not to the marriage of true minds Admit impediments. Love is not love Which alters when it alteration finds, Or bends with the remover to remove: O, no! it is an ever-fixed mark, That looks on tempests and is never shaken; It is the star to every wandering bark, Whose worth’s unknown, although his height be taken. Love’s not Time’s fool, though rosy lips and cheeks Within his bending sickle’s compass come; Love alters not with his brief hours and weeks, But bears it out even to the edge of doom. If this be error, and upon me proved, I never writ, nor no man ever loved.
* William Shakesperare, Sonetti, a cura di Alessandro Serpieri, Rizzoli, Milano 1991.