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IL MESSAGGIO EVANGELICO, LA COSTITUZIONE, E IL PARADOSSO ISTITUZIONALE DEL MENTITORE, ATEO E DEVOTO. COME LA "SACRA FAMIGLIA" DIVENNE ZOPPA E CIECA E IL FIGLIO PRESE IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO" E DIVENNE IL SANTO "PADRINO".... CON E ACCANTO A "MAMMASANTISSIMA".

LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE. AL GOVERNO DELLA CHIESA UN PAPA CHE PREDICA CHE GESU’ E’ IL FIGLIO DEL DIO "MAMMONA" ("Deus caritas est") E AL GOVERNO DELL’ **ITALIA** UN PRESIDENTE DI UN PARTITO (che si camuffa da "Presidente della Repubblica"), che canta "Forza Italia" con il suo "Popolo della libertà" (1994-2012). Questo è il nodo da sciogliere. Materiali sul tema - di Federico La Sala

giovedì 14 giugno 2012 di Maria Paola Falchinelli
VIVA L’ITALIA. LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico.
PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ...
PER UNA NUOVA TEOLOGIA E PER UNA NUOVA CHIESA.
L’INDICAZIONE DI GIOVANNI XXIII E DI GIOVANNI PAOLO II: LA RESTITUZIONE DELL’ANELLO DEL PESCATORE A GIUSEPPE.
Il loro successore ha il cuore di (...)

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> LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE. --- "QUO VADO?": LA LUNGA MARCIA DELLA CIVILIZZAZIONE VIDEO-CATTOLICA.

domenica 17 gennaio 2016

DAL ’MONDO’ DEL "QUO VADIS?" AL ’MONDO’ DEL "QUO VADO?". PER UNA CRITICA DELLA LUNGA MARCIA DELLA CIVILIZZAZIONE VIDEO-CATTOLICA:

"QUO VADIS, DOMINE? - SIGNORE, DOVE VAI?): "LA FIABA E’ LA FIABA, LA FAVOLA E’ LA FAVOLA, IL ROMANZO DI FORMAZIONE E’ IL ROMANZO DI FORMAZIONE - E IL MESSAGGIO EVANGELICO E’ IL MESSAGGIO EVANGELICO
-  Note su "Quo vadis? (romanzo storico e film" e su "Quo vado?" (il film diretto da Gennaro Nunziante, interpretato da Luca Pasquale Medici, nei panni di Checco Zalone)":

A.

      • Gesù - nel messaggio evangelico ...
        -  Marco 7,31-37:

-  Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
-  E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano.
-  E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!».
-  E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
-  E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

      • ... e "Gesù" - nella tradizione del cattolicesimo-romano
        -  James Joyce, Finnegans Wake (Libro Primo V-VIII):

      • "He lifts the lifewand and the dumb speak
        -  Quoiquoiquoiquoiquoiquoiquoiq"

      • "Egli brandisce la bacchetta della vita e i muti parlano
        -  Quoiquoiquoiquoiquoiquoiquoiq"

      • Vale a dire (fls):
        -  Quoì-quoì-quoì-quoì-quoì-quoì-quoì...
        -  Quà-quà-quà-quà-quà-quà-quà-quà-quà...

B.

INTERVISTA A Luca Pasquale Medici

Checco Zalone, dagli sms con Matteo Renzi al pranzo con Silvio Berlusconi: "Zalone starebbe sulle palle anche a me"

di Redazione (L’Huffington Post, 15/01/2016 - ripresa parziale)

Un successo trasversale, senza colori politici. Lo dimostrano gli sms con il premier Renzi e il pranzo a casa Berlusconi.
-  Forse, come racconta lui stesso in un’intervista a "Sette", Checco Zalone ha un solo difetto, un’eccessiva indulgenza verso gli italiani e i loro vizi. "È vero - dice a Vittorio Zincone - Di questo schifo che siamo noi italiani, penso che qualcosa vada salvato. È il motivo per cui ho successo. Non mi piace puntare il ditino dall’alto di un piedistallo".

Eppure, ormai, Zalone con Quo Vado?, è entrato prepotentemente nell’Olimpo del cinema italiano, quantomeno per i numeri strabilianti registrati ai botteghini, numeri che fanno da cassa di risonanza a un talento ormai appurato, attirando anche l’interesse del premier, che non nasconde di essere un suo fan.

      • "Mi ha scritto per farmi in bocca al lupo e per dirmi che sarebbe stato in prima fila con tutta la famiglia. Ha aggiunto anche un post scriptum per commentare la parte che lo riguarda della canzone La Prima Repubblica, ’Ma il Presidente è toscano/ell’è un gran burlone/ ha detto “eh, scherzavo” /piuttosto che il Senato mi taglio un coglione’. Ecco il suo sms: ’Prima di tagliarmi un coglione taglio Senato, Camera e Palazzo Chigi. Ai coglioni tengo molto’. Poi mi ha chiamato e mi ha fatto la classifica delle gag preferite dai figli". Poi insinua scherzosamente che forse il presidente del Consiglio volesse cavalcare l’onda del successo zaloniano: "Il sospetto? La certezza! Ahahah. Scherzo, eh".

Ma nella vita di Zalone non ci sono solo sms da Palazzo Chigi, ma anche un pranzo ad Arcore.

      • "Qualche mese fa sono stato ad Arcore. Un pranzo. Mi ha invitato Piersilvio". "Lui - riferendosi al Cavaliere - è stato con noi solo una mezz’oretta. Sono capitato il giorno in cui si è materializzata l’ipotesi di una scissione dentro Forza Italia. Stava a tavola con questo foglietto in mano. Sopra c’era il piccolo elenco degli scissionisti. Era piuttosto incazzato".

Poi il racconto della sua "storia" con Gennaro Nunziante, il regista con cui hai realizzato i suoi film.

      • "Siamo una coppia di fatto. Lui era un autore leggendario di Telenorba. Un giorno mi dissero che stava cercando un finto cantante neo-melodico per lo show Sottano’s, la parodia dei Soprano’s. Mi presentai col pezzo La globalizzazione. Dopo avermi ascoltato, mi chiese: “Ma ci sei o ci fai?”. Mi prese".

Inevitabile un rapido passaggio sugli incassi delle pellicole: 14 milioni con Cado dalle nubi, 43 con Che bella giornata, 52 con Sole a catinelle, con Quo vado? più di 60.

      • "Mica vorrai parlare di soldi. Non posso. Ma calcola che io non monetizzo questo successo. Quando ero a Zelig accettavo serate e comparsate alle convention, ora ho smesso e, a differenza di molti colleghi, non faccio pubblicità, nonostante ci sia la fila. Compagnie telefoniche, case automobilistiche. Ti fanno offerte tali che ti senti un po’ coglione a rifiutare". Ma lui rifiuta comunque perché per Zalone sarebbe come un tradimento. "La gente ti viene a vedere, si diverte, ti vuole bene... e tu prendi la tua faccia da cazzo e la metti a disposizione di un prodotto? Non si fa. E non per afflato idealistico, ma per educazione. Poi c’è anche un problema di convenienza: se ti vedono tutti i giorni in tv negli spot, quattro volte il pomeriggio e sei la sera, perché poi dovrebbero venirti a vedere al cinema?". "Comunque, alla fine prenderò quanto un discreto giocatore di serie A. Anzi no, quanto uno scarso".

Infine i complimenti da parte del ministro della Cultura Dario Franceschini e del regista Gabriele Muccino, entrambi concordi sul fatto che Zalone serviva al cinema italiano perché i soldi degli incassi possono essere spesi per finanziare film belli. Il pugliese si diverte.

      • "In realtà se io fossi un altro attore comico o un regista oggi rosicherei un po’. Checco Zalone starebbe sulle palle anche a me. Pensa a Carlo Verdone: tra poco esce il suo film. Sono cavoli, eh. Dopodiché tra cinque/sei anni spunterà un nuovo comico e toccherà a me rosicare".


SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

LA "MONARCHIA" DI DANTE, IL GIUSTO AMORE, E IL VATICANO CON IL SUO TRADIZIONALE SOFISMA DELLA "FALLACIA ACCIDENTIS"

LA "PROFEZIA" DI MARSHALL MCLUHAN. Cedere occhi, orecchie e nervi a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un’azienda privata o dare in monopolio a una società l’atmosfera terrestre.

LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE.

IL "ROMANZO DI FORMAZIONE" EUROPEO: LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO DEI "DUE SOLI".


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