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IL MESSAGGIO EVANGELICO, LA COSTITUZIONE, E IL PARADOSSO ISTITUZIONALE DEL MENTITORE, ATEO E DEVOTO. COME LA "SACRA FAMIGLIA" DIVENNE ZOPPA E CIECA E IL FIGLIO PRESE IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO" E DIVENNE IL SANTO "PADRINO".... CON E ACCANTO A "MAMMASANTISSIMA".

LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE. AL GOVERNO DELLA CHIESA UN PAPA CHE PREDICA CHE GESU’ E’ IL FIGLIO DEL DIO "MAMMONA" ("Deus caritas est") E AL GOVERNO DELL’ **ITALIA** UN PRESIDENTE DI UN PARTITO (che si camuffa da "Presidente della Repubblica"), che canta "Forza Italia" con il suo "Popolo della libertà" (1994-2012). Questo è il nodo da sciogliere. Materiali sul tema - di Federico La Sala

giovedì 14 giugno 2012 di Maria Paola Falchinelli
VIVA L’ITALIA. LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico.
PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ...
PER UNA NUOVA TEOLOGIA E PER UNA NUOVA CHIESA.
L’INDICAZIONE DI GIOVANNI XXIII E DI GIOVANNI PAOLO II: LA RESTITUZIONE DELL’ANELLO DEL PESCATORE A GIUSEPPE.
Il loro successore ha il cuore di (...)

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> LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE. --- Quella a Riina è l’intervista più pregna di messaggi mafiosi degli ultimi anni. E Bruno Vespa non se n’è accorto" (Roberto Saviano).

sabato 9 aprile 2016

Roberto Saviano decifra Salvo Riina: "Ha mandato un messaggio alla nuova mafia. Bruno Vespa non se n’è accorto"

di Redazione (L’Huffington Post, 09/04/2016)

Non la promozione di un libro bensì un messaggio chiaro dalla vecchia mafia ai nuovi dirigenti di Cosa Nostra. Per Roberto Saviano l’intervista di Salvo Riina a "Porta a Porta" è stata soprattutto una occasione storica della "vecchia guardia mafiosa" per parlare agli esponenti della criminalità organizzata che davvero oggi detengono il potere.

"Quella a Riina è l’intervista più pregna di messaggi mafiosi degli ultimi anni. E Bruno Vespa non se n’è accorto", commenta Saviano durante la trasmissione "TvTalk", Rai3. "Se un mafioso accetta una intervista televisiva è soltanto perché vuole lanciare degli avvertimenti", prosegue l’autore di Gomorra, che non contesta la scelta di dialogare con il figlio di Totò Riina: "Se parli con il male devi riuscire a codificarlo, senza diventare un megafono". Ed è ciò che secondo lo scrittore è successo durante la puntata di "Porta a Porta" che ha sollevato un enorme polverone sulla Rai.

Saviano ritiene che la scelta di Salvo Riina di apparire in televisione non è legata al libro che ha scritto sulla propria famiglia. "Non è vero, come ha introdotto Vespa, che i Riina sono la famiglia più potente della mafia. Lo sono stati, ormai appartengono alla vecchia guardia mafiosa che parla alla nuova mafia come Matteo Messina Denaro".

Il messaggio: "Salvo Riina ha fatto capire che la vecchia mafia, con i codici e le regole di una volta, non esiste più. Ma rivendica che la loro era la vera mafia", spiega Saviano, riferendosi alla parte dell’intervista nella quale il giovane Riina ha parlato di una famiglia unita, con valori tradizionali.

"La vecchia mafia non poteva sopportare relazioni extra-coniugali, l’omosessualità, il divorzio. Atteggiamenti e scelte che invece ora appartengono ai nuovi esponenti mafiosi". Inoltre, continua Saviano, Salvo Riina "non ha mai fatto riferimento a nessun avvenimento legato alla mafia, tranne poi dare un giudizio molto negativo sui pentiti": anche questo, dice lo scrittore, è un avvertimento a coloro che in questi anni nelle carceri stanno cominciando a collaborare: "Non pagheremo le vostre colpe, mio padre non sarà mai un pentito".


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