Carissimi Emiliano,Biagio,Francesco Saverio,carissimi giovani de "La voce di Fiore". Bloccata a letto da un malanno stagionale,non sono ancora riuscita a fare la mia donazione. Domattina starò sicuramente meglio,e vi arriverà. Con grande rammarico,però,noto che i vostri appelli non hanno raccolto molte adesioni, e allora,come faccio spesso,m’interrogo sul perchè,cercando di capire. Il vostro laboratorio rappresenta per me,e credo per molti altri,una luce,come quella che avete scelto per questo appello:la luce di una candela,che fende il buio che avvolge da molti anni,oramai,l’Italia intera. Nell’articolo spieghi perfettamente,Emiliano,cio’ che rappresentate da quattro anni per la società civile,non c’è bisogno d’aggiungere altro. Dirò ciò che rappresntate per me. Sono calabrese,cosentina.Vivo quì da quando sono nata.Ma sono una calabrese "svegliata".Abituata,per educazione ed esempi ricevuti,a non piegarsi mai alle logiche che governano questi luoghi,ne alla mentalità assistenziale,ne a quella mafiosa, ho sempre vissuto un certo disagio,e mi sono sempre schierata con l’antimafia. Vivere in un paesino calabese non è cosa facile,per chi ha un innato spirito della giustizia e della legalità come me. Le istituzioni sono assenti,completamente.Lo stato non c’è e non si preoccupa di esserci.Le forze dell’ordine sono poche,sole,prive di mezzi e di "autorizzazioni ad agire".Impotenti.I politici si fanno vivi solo in campagna elettorale. Qualche anno fa,nel 2002,subimmo un attentato incendiario,volutamente doloso,ai danni dell’attività di mio padre.La sua autofficina,attrezzatissima e,fatalmente,quel giorno,piena zeppa di auto,venne presa di mira da qualcuno che incendiò un centinaio di gomme usate che si trovavano a ridosso di una parete laterale.Per spegnere l’incendio ci vollero sette ore. Fu una notte che non abbiamo più dimenticato.Di cosa si sia trattato,non lo abbiamo saputo mai.I carabinieri non indagarono più,nonstante le nostre pressioni.Ci fu omertà da parte di tutti.Qualcuno dubitò che mio padre avesse smesso di pagare il pizzo,non era così.Mio padre è onesto,non ha mai pagato altro che le tasse allo Stato. L’inchiesta è stata archiviata,ci fu una denuncia da parte nostra contro ignoti. Racconto questa vicenda personale per far comprendere a tutti come quì da noi certe cose non destano allarme,nè preoccupazione.Tutto venne dimenticato in pochissimo tempo,come se fosse stata una cosa normale,un effetto collaterale,un rischio che si corre normalmente, in Calabria,se non si hanno gli amici giusti.Nessuno a proteggerti. Per me la lotta alla Ndrangheta (e non ’ndrangheta) è una questione di principio. Dunque,per me,rappresentate tanto,e sento il dovere di sostenervi,perchè voi,senza saperlo, mi avete sostenuta tante volte. So che in tantissimi visitano il vostro giornale ogni giorno,è a loro che mi rivolgo: sono sicura che tutti voi avete tratto beneficio da questo giornale,che rappresenta uno spazio di verità,e quindi un’oasi nel deserto della disinformazione che regna nell’Italia intera. Bene. E’ il momento di restituire il favore,che è impagabile.Mentre a noi ci costerebbe pochissimo.Siamo in tanti e possiamo davvero aiutarli ad uscire da questo difficilissimo momento.Porteremo il nostro contributo alla battaglia che tante persone coraggiose,come i ragazzi della Voce, stanno portando avanti per l’affermazione della verità e della giustizia. Non lasciamoli soli.
Vi abbraccio,giovani de "La voce di Fiore". con affetto a stima
Anna Rita Sarro