Napolitano sospende la firma del decreto per lo spettacolo
di Marcella Ciarnelli
Per ora il presidente della Repubblica non ha firmato il decreto legge che interviene in materia di «spettacolo e attività culturali» che è arrivato al Quirinale nella tarda serata del 23 aprile dopo essere stato approvato dal Consiglio dei ministri del giorno 16. Dopo aver esaminato attentamente il decreto, i cui contenuti sono di esclusiva responsabilità del governo, il Capo dello Stato ha deciso di segnalare al ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi «osservazioni di carattere tecnico-giuridico e specifiche richieste di chiarimenti sul testo inviatogli per l’emanazione» è scritto in una nota del Quirinale. Sono state molte le richieste arrivate in questi giorni a Napolitano di non firmare il decreto.
Anche durante la visita alla Scala per la celebrazione del 25 aprile i lavoratori avevano ripetuto la richiesta al Capo dello Stato che a loro, come a tutti gli altri che gli avevano avanzato analoga richiesta compreso i 7.607 artisti che gli hanno inviato una lettera aperta, aveva spiegato i termini dettati dalla Costituzione per un suo intervento. Che non è mancato. Ed è proprio nella sospensione della firma in attesa di risposte alla richiesta di chiarimenti e alle osservazioni. Il Capo dello Stato, si legge poi nella nota, «ha preso nello stesso tempo atto positivamente dell’impegno manifestatogli dal ministro a incontrare sollecitamente le organizzazioni sindacali ed a prestare la massima attenzione alle preoccupazioni emerse e alle proposte dei gruppi parlamentari».
In questi giorni ma anche «nel corso dell’iter di conversione» il che fa intendere che, una volta ricevuti i chiarimenti, il decreto legge sarà emanato. I punti più discussi sono quelli dell’autonomia gestionale delle fondazioni lirico-sinfoniche e le questioni relative agli istituti mutualistici degli operatori dello spettacolo. «Leggerò con attenzione le osservazioni del presidente» ha detto il ministro Bondi. Alla luce del rinvio il Pd ha chiesto «l’azzeramento» del testo e la ripresa del confronto con le parti interessate. «Dopo la scelta certamente saggia e ponderata del Presidente della Repubblica di fermare il decreto legge in materia di spettacolo e di fondazione sinfoniche - affermano Matteo Orfini,responsabile Cultura della segreteria del Pd, Vincenzo Vita, senatore, Emilia De Biasi, deputato-ci auguriamo che il ministro Bondi ripensi seriamente al suo iniziale proposito. Abbiamo già da giorni espresso insieme alle altre forze dell’opposizione e in sintonia con la Cgil una fortissima contrarietà al decreto legge, nella forma e nel contenuto conosciuto.
Non è mai troppo tardi. Si azzeri la situazione e si ricominci il confronto». Anche L’Italia dei Valori con Fabio Giambrone ha espresso «apprezzamento» per la decisione di Napolitano. La sua decisione il presidente l’ha comunicata al ministro Giulio Tremonti che si è recato al Colle anche per illustrare anche le iniziative dell’Italia per arginare la crisi economica che è esplosa in Grecia ma che coinvolge l’Europa. Su questa materia nel Consiglio dei ministri della prossima settimana il governo ha annunciato un decreto.
* l’Unità, 29 aprile 2010