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ITALIA. UN CITTADINO-PIFFERAIO RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO, NE FA LA BANDIERA DEL PROPRIO PARTITO PERSONALE E REALIZZA LA PIU’ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA POLITICA ITALIANA...

VIVA VERDI, VIVA PUCCINI: NESSUN DORMA!!! CONTRO LA POLITICA DI UNA MAGGIORANZA CHE INFANGA IL NOME DELL’ITALIA, NEL NOSTRO PAESE E NEL MONDO, LA PROTESTA DEI MUSICISTI E DEGLI ARTISTI DEI TEATRI E DELLE COMPAGNIE STABILI. Cronache di Luca Del Frà e di Valerio Cappelli

venerdì 18 marzo 2011 di Federico La Sala
[...] Rispolverato il motto risorgimentale
Viva Verdi con doppio significato per l’allusione a Vittorio Emanuele, suonato l’inno nazionale e tutti in piedi, ma gli orchestrali lo erano già: non bastavano certo le sedie per contenere le rappresentanze dei 12 teatri lirici (mancava solo la Scala, il pullman è tornato indietro causa maltempo). Insomma non è mancata la solennità alla manifestazione del mondo della lirica, ondeggiante tra cuore e protesta e per la prima volta unita , trasferita (...)

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> VIVA VERDI, VIVA PUCCINI: NESSUN DORMA!!! --- MANTOVA. «Rigoletto» in tv. E Mehta attacca il ministro della Cultura. Scontro a distanza sui tagli alla lirica.

sabato 4 settembre 2010

«Rigoletto» in tv. E Mehta attacca il ministro della Cultura

Scontro a distanza sui tagli alla lirica. Domingo protagonista nei luoghi originali pensati da Verdi: diretta stasera e domani

di Chiara Maffioletti (Corriere della Sera, 04.09.2010)

MANTOVA - Alla vigilia della diretta in mondovisione in 148 Paesi di «Rigoletto a Mantova», in onda stasera (il primo atto verrà trasmesso su Raiuno alle 20.30. Domani gli altri due, alle 14 e alle 23.30) va in scena la polemica. Ad accendere la miccia, il maestro Zubin Mehta che dirigerà l’orchestra sinfonica della Rai in questo evento. Parlando della situazione della cultura in Italia, il direttore tuona: «Questo governo taglia fondi a tutti i teatri. A Genova è una tragedia, a Firenze lo stesso. Siamo senza un ministro: il signor Bondi non ha il coraggio di parlare con noi. Per lo spettacolo l’Italia rappresenta una vergogna». Parole roventi, seguite da un’immediata replica del ministro: «Mehta non sa di cosa parla. La situazione del Carlo Felice come di altre realtà non può essere imputata al governo ma a un quindicennio di malagestione. Il Maestro riveda i suoi infondati giudizi offensivi che non merito».

Uno scontro che non ha tuttavia guastato troppo il clima fibrillante del giorno prima del debutto. Il più emozionato era lui, Placido Domingo. Concentrato al punto da trincerarsi nella suite del suo albergo piuttosto che partecipare con il resto del cast all’ultimo tour sui luoghi del libretto.

Alla fine, un saluto ai colleghi ha voluto comunque farlo: Domingo si è fatto trovare, a sorpresa, sulla riva del Mincio, all’attracco del battello che ha portato gli artisti a costeggiare la rocca di Sparafucile, set del terzo atto. Completamente vestito di bianco e scortato da uno dei suoi figli, ha accolto tutti con un sorriso e si è spinto in un abbraccio quando dalla passerella è scesa la bionda soprano russa Julia Novikova, che nell’opera è sua figlia Gilda. «Non riesco a fare una passeggiata in barca il giorno prima di un evento così: lo vedranno un miliardo di persone», si è scusato. In fondo per lui è una prima volta: mai, nei suoi 69 anni dichiarati (di cui 50 effettivi di carriera) lui, tenore, si era avventurato nel ruolo (da baritono) di Rigoletto. La sua paura è non trattenere le lacrime in diretta. Non è un caso se per convincerlo a prendere parte al progetto ci siano voluti due anni: «Ero spaventato. Cantare nei luoghi del libretto rende tutto più emozionante ma l’impresa è mantenere i nervi e la voce saldi con i tre atti così divisi nel tempo».

Ma Andrea Andermann, mente di questo film in diretta, dice senza mezzi termini: «Senza Domingo non l’avrei fatto. Era fondamentale perché non cercavo un ottimo baritono ma un ottimo attore». Mentre parla, il produttore cammina svelto tra una stanza e l’altra di Palazzo Te, primo dei tre set. Mantova è invasa da chilometri di cavi, binari e camion della Rai. La sincronia è fondamentale e il più piccolo imprevisto rischia di frantumare questa colossale produzione. «Ci sono moltissime incognite», ripete Andermann. E intanto ricontrolla la telecamera nascosta in un mobiletto. Rilassato invece il regista, Marco Bellocchio, che si schermisce: «Eh, con l’età...».

Al contrario, decisamente carico Mehta che, dopo lo sfogo su Bondi, si rituffa nel suo ruolo (dovrà seguire le mosse dei cantanti da un monitor) e racconta divertito: «I set sono blindati. L’altro giorno la polizia non mi ha lasciato passare». L’augurio più bello arriva dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che per questo «Rigoletto» ha pensato un regalo speciale: sarà lui a presentare l’evento con un annuncio prima della messa in onda.


-   Stasera e domani "Rigoletto a Mantova" su RaiUno con il saluto del presidente Napolitano
-  La lirica in mondovisione con Domingo e Mehta: "Bondi si ispiri invece di tagliare"
-  Il direttore accusa: "Il ministro è senza vergogna". La replica: "Non sa di cosa parla"
-  Regia di Bellocchio per un kolossal da un miliardo di fan. Il tenore: "Sono emozionato"

di Carlo Brambilla (la Repubblica, 04.09.2010)

Ci sarà anche il saluto del Presidente Giorgio Napolitano a introdurre il primo atto del Rigoletto a Mantova, in diretta stasera, alle 20.30, su RaiUno, trasmesso in mondovisione. Il secondo e il terzo atto del kolossal con Placido Domingo per la prima volta nel ruolo baritonale del protagonista, con la regia di Marco Bellocchio, andranno in onda, sempre in diretta, domani alle 14.30 e alle 23.15. Il messaggio presidenziale sottolinea la grande funzione culturale di questo spettacolo popolare ideato da Andrea Andermann, a metà strada tra teatro, cinema e televisione, per il quale gli organizzatori si aspettano un miliardo di spettatori in 141 Paesi. Come per Tosca a Roma nel 92 e poi Traviata a Parigi nel 2000 gli artisti reciteranno nei luoghi storici dove si svolge la scena dell’opera. Che per Rigoletto saranno Palazzo Ducale, Palazzo Te, la Rocca di Sparafucile, oltre alle strade della città bagnata dal Mincio.

La presentazione del grande evento, ieri, è stata però l’occasione per rilanciare le polemiche sui tagli statali alle fondazioni liriche italiane. Comincia il direttore Zubin Mehta - che per l’occasione dirigerà l’Orchestra nazionale della Rai - a sparare a zero contro la politica culturale del Governo. «Spero che il Rigoletto sia di ispirazione. Spero che il Governo che taglia a tutti i teatri lo guardi». In particolare Mehta attacca il ministro Sandro Bondi, riferendosi anche alle vicende legate al Maggio Fiorentino dove è direttore. «Bondi è senza vergogna e non ha il coraggio di venire a Firenze a parlare con noi. Mentre al Maggio Fiorentino il mese scorso è arrivato un ulteriore taglio di 2 milioni di euro». La replica del ministro non si fa attendere: «Mehta non sa di cosa sta parlando. In questi anni il ministero è stato particolarmente vicino al Maggio fiorentino, così come a tutte le altre fondazioni in difficoltà». Uno scambio di battute che scatena una serie prese di posizione. Da Francesco Giro sottosegretario ai Beni e alle attività Culturali, schierato naturalmente a fianco di Bondi a Matteo Orfini, responsabile cultura del Pd che spiega la sua solidarietà a Mehta per gli attacchi ricevuti.

Di poche parole, ieri, Placido Domingo, per conservare la voce al meglio in vista della due giorni che lo attende. «Sto bene ma sono esausto - ha confidato - Trovo particolarmente emozionante il fatto di poter recitare nello scenario naturale immaginato da Giuseppe Verdi. Sempre più spesso la lirica esce dai teatri per andare dappertutto. È giusto che sia così perché la lirica sta diventando ogni giorno più popolare». «E una grande operazione di divulgazione vuole essere questo Rigoletto - spiega Bellocchio. - Questo è il significato fondamentale dell’intera operazione».

È questo il motivo per il quale Andermann ha voluto fermamente Domingo nel ruolo di Rigoletto: «Non avrei accettato nessun altro cantante al suo posto. Neanche il miglior baritono del mondo. Ho voluto Domingo per le sue grandi doti di attore. Per la sua straordinaria capacità interpretativa». Il film prevede infatti numerosi primi piani. Mentre le telecamere potranno girare attorno agli artisti regalando al pubblico un forte effetto cinematografico. Da parte di Placido Domingo una confessione: «È tale il mio coinvolgimento nel dramma di Rigoletto e di sua figlia Gilda, che temo di arrivare, sulla scena, a delle vere lacrime».


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