Le cento piazze della Conoscenza
di Maristella Iervasi *
Alice ha un violino in mano e scrive sulla lavagna il suo pensiero: “La musica rende migliori”. La studentessa del liceo scientifico Keplero di Roma ha preparato con altri ragazzi della sua scuola un pezzo di Vivaldi e sta per esisbirsi in piazza Navona, per un giorno trasformata in scuola della Conoscenza. Una manifestazione per la difesa di saperi e dell’arte e la cultura, al centro di un attacco senza precedenti: strozzati sempre più dalla mancanza di risorse e con le casse vuote. Così non solo a Roma ma in cento piazze d’Italia il sindacato Flc-Cgil ha fatto conoscere ai cittadini chi sono i cosa fanno quotidianamente i ricercatori precari, gli insegnanti "fannulloni", i "baroni" universitari, i bidelli "che non fanno le pulizie", gli studenti di una scuola alla quale stanno togliendo il futuro. E anche qualche turista ha voluto lasciare il proprio pensiero: “Pensar es gratis pero cuesta mucho apoya la cultura”.
Angoli di pittura, lezioni di astronomia e il terremoto spiegato ai bambini. E ancora: proiezioni di filmati di astronomia, la terra vista dallo spazio raccontata dall’astronauta Umberto Guidoni e un quiz di “ignoranza” sull’università della Gelmini. Poi il punto di vista di personalità della cultura e dell’informazione, come Lidia Ravera (scrittrice), Oliviero Beha (giornalista), Filippo la Porta (critico letterario), Gianni Ferrara (docente di diritto costituzionale).
Da uno stend accanto alla fontana dei fiumi del Bernini arriva il canto dei bambini. E’ il coro della “Sesta voce” spiega la maestra. Il coro multietnico degli studenti delle scuole della sesta Circoscrizione di Roma. Parole in musica che suonano come un invito contro il razzismo e le scuole ghetto: “Siamo diversi, siamo tutti uguali/ Siamo bianchi siamo neri/ siamo fatti di pensieri...”.
Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil: “Il senso di questa mobilitazione? Lanciare un segnale al Paese. La cultura è un patrimonio fondamentale per ridare futuro all’Italia. Questo governo invece va nella direzione opposta: per loro la cultura è solo un costo”.
* l’Unità, 07 novembre 2009