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GOMORRA ITALICA. A MEMORIA PRESENTE E FUTURA....

BASILICATA E PETROLIO. TOTAL ITALIA E UNA MAREA DI TANGENTI. ARRESTATO L’AMMINISTRATORE DELEGATO. Coinvolto anche il deputato del Pd Salvatore Margiotta.

martedì 16 dicembre 2008 di Federico La Sala
[...] Le misure cautelari - in carcere per alcune persone, agli arresti domiciliari per altre - sono state disposte dal gip di Potenza Rocco Pavese, su richiesta del pm Henry John Woodcock, ed eseguite da Carabinieri del Noe guidati dal tenente colonnello Sergio De Caprio (il ’Capitano Ultimo’ che arrestò Totò Riina) e personale della squadra mobile di Potenza, diretta da Barbara Strappato.
Gli arresti sono stati fatti in gran parte a Roma, con la collaborazione della squadra mobile della (...)

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> BASILICATA E PETROLIO. TOTAL ITALIA E UNA MAREA DI TANGENTI. ---- L’imprenditore all’onorevole: «Salvatò, ti porto 200 mila euro»

mercoledì 17 dicembre 2008

LE Carte

-   L’imprenditore all’onorevole:
-  «Salvatò, ti porto 200 mila euro»

Le telefonate di Ferrara per aggiudicarsi i lavori del «Centro Oli» *

ROMA - L’incontro è avvenuto a Potenza, domenica 16 dicembre 2007, all’incrocio tra via Mazzini e via IV Novembre. I carabinieri addetti al pedinamento annotarono: «16.44: Ferrara Francesco e Margiotta Salvatore si allontanano in conversazione per via IV Novembre direzione piazza Prefettura. 16.54: Ferrara Francesco e Margiotta Salvatore ritornano da via IV Novembre».

Dieci minuti di colloquio all’aperto «nonostante le avverse condizioni meteorologiche che in quei giorni stringevano Potenza e tutta la Basilicata in una morsa di neve e ghiaccio», scrive il giudice; una «sfida alle temperature inclementi», continua, per evitare che da eventuali intercettazioni «si potesse ricostruire la trama delle loro relazioni e dei loro comuni affari ».

Esattamente un anno dopo, ieri, quell’incontro tra l’imprenditore Ferrara e il deputato del Partito democratico Margiotta è diventato uno dei maggiori indizi alla base dell’arresto del primo e della richiesta di detenzione domiciliare per il secondo. Il contenuto del colloquio non lo conosce nessuno, ma per il giudice è riassunto nelle telefonate intercettate prima e dopo fra lo stesso Ferrara - impegnato nelle manovre per aggiudicarsi un appalto per la realizzazione del Centro di trattamento Oli chiamato «Tempa Rossa» - e altre persone. «Ho urgenza di vedere quell’amico nostro, nel pomeriggio, a qualsiasi ora, stasera, domani mattina... ma tra stasera e domani... dove vuole lui», dice a un intermediario il 15 dicembre, riferendosi proprio a Margiotta, dopo aver saputo delle difficoltà intervenute nell’assegnazione dei lavori. Si videro l’indomani, e il 21 dicembre, nella telefonata con un’amica alla quale svela i meccanismi previsti per lo svolgimento della gara, riferisce un discorso dai lui fatto: «Dico: "Guarda che questi lunedì o martedì vengono in Basilicata a fare dei lavori.. quelli della Total... eccetera. Salvatò, io voglio il lavoro, lo voglio. Io ti devo portare duecentomila euro il giorno in cui mi assegnano definitivamente, e tu lo sai come sono io. Tu mi devi dire le cose come stanno. E poi non è che il presidente... se la vede con te"».

Per la Procura di Potenza e il giudice che ha chiesto l’arresto del deputato, quel «Salvatò» è riferito a Salvatore Margiotta che doveva, «probabilmente », convincere «il presidente», cioè il governatore della Basilicata Vito De Filippo, a rimuovere gli ostacoli insorti nell’appalto. E il riferimento al denaro è «una promessa di 200.000 euro al parlamentare Margiotta ». In una conversazione del 18 dicembre (due giorni dopo l’incontro), «ricorrendo a un linguaggio criptico cui lo spinge la consapevolezza, acquisita grazie ai suoi informatori, di essere intercettato», ancora Ferrara parla con un altro imprenditore e gli dice: «Sono riuscito ad arrivarci. Mi sono attrezzato e ci sono arrivato... Lui dice che problemi... Il capo-cantiere ha guardato, ha detto... Secondo lui problemi non ce ne sono». Subito dopo: «Anche se io gli ho spiegato quali sono le difficoltà del cemento... lavorarlo non è cosa facile! Gli ho spiegato per filo e per segno... a duecento, a trecento... eccetera». Infine: «Io gli ho detto: "Valuta bene la cosa. Poi se fai un buon lavoro, che riuscite a lavorare, che riuscite a fare, vediamo se in busta paga riusciamo a darvi un premio!».

I magistrati ritengono «assolutamente evidente» che un imprenditore come Ferrara non si occupa personalmente del calcestruzzo, né va a parlare con un capocantiere; quel discorso, quindi, «altro non è che un’allusione velata all’abboccamento avvenuto a Potenza tra Ferrara e Margiotta nel corso del quale l’imprenditore avrebbe promesso all’uomo politico 200.000 euro in cambio dell’aggiudicazione definitiva dell’appalto per i lavori del Centro Oli». Conclusione di chi vuole l’arresto del parlamentare: «Tra il Ferrara e il deputato Margiotta risulta aperta una vera e propria "partita di giro" di dare-avere, appunto sempre aperta, in relazione alla quale prestazioni e controprestazioni tra politici ed imprenditori si intrecciano e si bilanciano, come in ogni "stanza di compensazione" che si rispetti, dominata da un’evidente logica di spartizione e di lottizzazione degli appalti». Che secondo l’accusa continua ancora se in un una telefonata del settembre 2008, riferendosi a Margiotta «per una questione di cui evidentemente è più prudente non parlare per telefono», il consigliere provinciale del Pd di Matera Nicola Montesano dice a Ferrara: «Quell’amico che ti vedesti a Roma... siccome l’ho visto oggi... ha detto che vi dovete vedere... che ha bisogno di parlarti... Lui mi ha detto tra una ventina di giorni».

Giovanni Bianconi

* Corriere della Sera, 17 dicembre 2008


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