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Scaricabile gratis "La società sparente", libro su De Magistris e l’oscura Catanzaro, la corruzione in Calabria, ’ndrangheta, politica e massoneria deviata. Download del decreto con intercettazioni della Why not

venerdì 2 dicembre 2011
Pubblichiamo in pdf il testo della seconda edizione di "La società sparente" (Neftasia Editore), di Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio.
Misteriosamente scomparso, il volume, con prefazione di Gianni Vattimo e Angela Napoli, racconta la vicenda dell’ex pm Luigi De Magistris, la Calabria della corruzione, l’impegno dei movimenti civili a favore del magistrato, le indagini a carico dei consiglieri regionali, la sparizione della società calabrese, delitti e omicidi impuniti alla punta (...)

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giovedì 29 gennaio 2009

Gentile Fabrizio,

da Calabrese e da Florense non posso non rispondere ad alcune sue osservazioni oltre che inesatte, false.

Iniziamo con ordine, descriviamo l’ambiente. La misura del problema è il dato statistico che emerge dalla lettura dell’ultimo libro di Piercamillo Davigo (La corruzione in Italia, percezione sociale e controllo penale): le condanne definitive per concussione intervenute nel distretto della Corte di Appello di Reggio Calabria tra il 1983 e il 2002 - in 19 anni - sono UNA e quelle per corruzione sono DUE. Da questi appare che o a Reggio Calabria non esiste la corruzione o la magistratura non la vede. Molti anni fa, completamente dimenticata, trasferita per competenza dalla Procura di Palmi a quella di Roma e poi da questa archiviata, l’inquietante inchiesta Cordova, su logge massoniche coperte, ‘ndrangheta, politica e comitati vari.

In tale contesto è arrivato un magistrato napoletano, che, all’inizio, negli anni 90, con ancora eco di tritolo esploso e di inchieste sulla zona grigia, promiscua di poteri forti e segreti di ogni categoria, si è messo a lavorare e ha avviato diverse inchieste per fatti molto gravi che coinvolgono magistrati, politici e imprenditori. Non è vero che come lei afferma che le indagini di De Magistris a Catanzaro si sono risolte ne nulla. Molti sono processi in svolgimento nei vari gradi di giudizio, in altri ci sono state anche condanne definitive. Le sue principali, recenti e direi tristemente celebri “Poseidone” e “Why not”, le sono state avocate, in modo che appare illegittimo, e non a me ma alla Procura, ed anche al Tribunale del Riesame di Salerno che ha confermato la impeccabilità del procedimento, uniche sedi competenti a valutare sui magistrati della Procura di Catanzaro.

Nonostante sia stata fatta a pezzi, l’avviso di conclusione dell’inchiesta Why not è stato emesso nei confronti, tra gli altri, del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, dell’ex presidente, Giuseppe Chiaravalloti, di assessori ed ex assessori regionali, consiglieri, del sindaco di Cosenza Salvatore Perugini, di politici, funzionari regionali. Tra i destinatari dell’avviso figura anche il deputato Giovanni Dima, del Pdl, ex consigliere regionale calabrese di An. Tra gli altri destinatari dell’avviso figurano il capogruppo del Pd alla Regione ed ex vice presidente della giunta, Nicola Adamo; il consigliere regionale e imprenditore Sergio Abramo, candidato del centrodestra alle presidenza della Regione nelle elezioni del 2005; l’ex consigliere regionale Domenico Basile, di An; l’ex consigliere regionale dell’Udc Dioniso Gallo; il consigliere regionale di Fi Giuseppe Gentile; gli assessori regionali Luigi Incarnato dello Sdi e Mario Pirillo del Pd; l’ex assessore alla sanità Giovanni Luzzo, dell’Udc; il consigliere regionale di An Franco Morelli; l’ex parlamentare dell’Udeur Ennio Morrone; il consigliere regionale di Fi Antonio Pizzini; il consigliere regionale di An, Antonio Sarra; l’ex assessore regionale all’ambiente de Verdi Diego Tommasi, e l’ex assessore regionale dell’Udeur Pasquale Maria Tripodi.

I politici regionali calabresi per i quali è stato emesso l’atto di conclusione delle indagini Why not avrebbero "costituito, mantenuto e alimentato" insieme a Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere, uno "stabile sistema" in forza del quale, "al fine di conseguire, in cambio, un clientelare consenso elettorale, assicuravano delittuosamente a strutture societarie di fatto governate da Saladino fondi pubblici per l’esecuzione di lavori prospettati come di pubblica utilità". È quanto scrivono i magistrati di Catanzaro nell’avviso di conclusione indagini in relazione all’ipotesi di reato di associazione per delinquere.

Se lei avrà la pazienza di leggersi il decreto di perquisizione della Procura della Repubblica di Salerno nei confronti dei magistrati della Procura di Catanzaro e di altri imputati, capirà che innanzitutto è falso tutto quello che si dice e si scrive riguardo alle cosiddette fughe di notizie quando vengono imputate a De Magistris, il battage mediatico, è falso tutto quello che si dice riguardo al suo consulente Gioacchino Genchi, è falso che ci siano migliaia di indagati, è falso tutto quanto lei sostiene. Mentre, dalla lettura della parte degli atti resa pubblica, tutto ci appare in modo molto più chiaro come parte di un progetto più vasto e più inquietante di delegittimazione dell’ex pm di Catanzaro, volto all’insabbiamento dei suoi procedimenti di indagine, al loro smembramento e dissoluzione.

Su quello che è successo dopo le perquisizioni a Catanzaro, tutto quello che è stato spacciato per una guerra fra procure, mentre in realtà era semplicemente una Procura competente che indagava su una Procura che senza averne le competenze, anzi essendo oggetto dell’indagine, indagava su quell’altra, e sulle conseguenze di questi accadimenti, offenderei la sua intelligenza se le proponessi delle conclusioni. Io sono stato a Roma in Piazza Farnese a manifestare quello che penso.

La lettura de “La società sparente”, che lei mi ha detto di aver scaricato, le potrà indicare molte delle cause del crollo dello stato di Diritto, della prevaricazione assoluta di una ristretta classe di corrotti sul resto della popolazione, di quello che questo significa in termini di emigrazione ed ulteriore impoverimento del territorio, di omicidi e sparizioni.

Le propongo inoltre qualche link, visto che a quanto lei stesso scrive, la sua unica fonte di informazione è la tv. Spero la aiuteranno a comprendere che tutto quello che lei afferma è assolutamente falso, che le allargheranno il punto di vista informandola in modo più preciso, e magari la aiuteranno a capire il luogo in cui vive e le persone che lo abitano. La Calabria contemporanea è dipinta come in un quadro in questi atti.

http://toghe.blogspot.com/2008/06/gli-interrogativi-irrisolti-del.html

http://toghe.blogspot.com/2008/05/i-cortocircuiti-interni-della.html

http://toghe.blogspot.com/2009/01/il-csm-da-garante-carnefice.html

“[...] Pensavo a quello che possono fare i singoli magistrati oggi per opporsi ad una deriva autoritaria che ha già modificato di fatto l’assetto costituzionale di questo Paese. Pensavo a quello che può fare ogni cittadino di questa Repubblica per dimostrare che, forse, ormai, l’unico vero custode della Costituzione Repubblicana non può che essere il popolo, con tutti i suoi limiti. [...]” Luigi de Magistris; Giustizia e libertà, http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1020:giustizia-e-liberta&catid=2:editoriali&Itemid=4


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