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Appello

Dieci euro per salvare "la Voce di Fiore": il laboratorio culturale antimafia può vivere con un contributo di chi crede nell’impegno

Il 31 gennaio la chiusura definitiva, se non viene raggiunto l’obiettivo minimo di sopravvivenza
domenica 30 novembre 2008 di Emiliano Morrone
Su Facebook c’è un gruppo che si chiama "Sosteniamo ’la Voce di Fiore’, creato dalla giornalista Angela Chirico. Conta ben 449 membri.
Sul sito del Corriere della Sera, è stata riportata la notizia (3 gennaio 2009) delle nostre difficoltà finanziarie, che ci hanno spinto a domandare aiuto ai lettori e a quanti condividono la battaglia per la legalità e la giustizia condotta con denunce, articoli, libri, siti, iniziative culturali.
Sul sito di Salvatore Borsellino, fratello del giudice (...)

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> Dieci euro per salvare "la Voce di Fiore": il laboratorio culturale antimafia può vivere con un contributo di chi crede nell’impegno

sabato 31 gennaio 2009

Fa tristezza, molta tristezza rendersi conto di quanta NON CORRISPONDENZA intercorra tra il pensiero reale e quello “virtuale”...ancor più triste è l’evidente NON CORRISPONDENZA tra l’agire reale e quello “virtuale”.

100, 200, 500, quasi 1000 i membri del gruppo di interfaccia Facebook “Sosteniamo La Voce di Fiore”. Sarebbero bastate solo 10 euro a testa fin dall’inizio, invece, nonostante l’incentivo di donazioni molto cospicue da parte di generosi ed elencati nomi, l’obiettivo minimo non è stato raggiunto...ne in 30 giorni, ne nei successivi 30 di proroga.

Qual è l’interrogativo da porsi? Quale la motivazione da ricercare?

Eppure la difficoltà economica è stata palesemente esposta e argomentata nel particolare, da parte dei giovani della rete.

“La Voce di Fiore” ha insieme, Una e Diverse immagini. Per taluni potrebbe averne anche Alcuna.

Esiste chi vede “La Voce” come portale di disturbo, in cui si tenta di avvallare al potere, in cui si gioca a travestirsi da paladini della giustizia, in cui si fa fantapolica, in cui si accusano e denunciano “verità false”.

Altri vedono “La Voce” come l’album delle foto del presente: chi vive lontano dalle terre del sud trasuda nostalgia e sogna tempo di riscatto per la propria Natìa; codesti leggono infervorati, spinti dalla chiara consapevolezza di essere “in comunione di cuori” con chi lotta e si espone in prima persona su quelle pagine elettroniche.

Esiste, poi, chi legge passivamente, chi “conosce per sentito dire”...e allo stesso modo, “per sentito dire” si iscrive al gruppo Facebookiano “Sosteniamo la Voce di Fiore”...è un gruppo in più nel bagaglio del proprio account, ma solo quello purtroppo.

Viene da chiedersi quale tra la “Non Partecipazione” e la “Partecipazione Passiva” sia la condizione più gravosa.

A mio veder modesto, non partecipare è più coerente che partecipare passivamente.

Quanto scritto non vuole essere una critica esposta dall’alto di supremo pulpito, al contrario, è una malinconica osservazione che deriva dall’impatto con la Realtà dell’Indifferenza Quodotiana rispetto alla Facebookiana Virtualità del partecipare “clickando” e basta.

Ai giovani della rete, un ringaziamento per l’impegno quotidiano e l’attivismo nel dimostrarlo; oltre a ciò un invito alla perseveranza: non manca molto al raggiungimento dell’obiettivo minimo, un’ulteriore proroga temporale potrebbe esser decisiva per la sopravvivenza del “Laboratorio Culturale”. Febbraio è il mese più corto dell’anno, credo non costi nulla o, comunque molto poco, lasciarlo trascorrere nell’attesa che l’impegno e l’interesse Virtuali, si avvicinino, per quanto Natura concede, al Pensiero e all’Agire Reali.

In bocca al lupo.

Giusy.


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