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"DIO NON E’ CATTOLICO" (Carlo Maria Martini). E L’AMORE ( "CHARITAS") NON E’ MAMMONA (Benedetto XVI, "Deus caritas est", 2006)!!!

CIVILTÀ DELL’AMORE E VOLONTÀ DI GUERRA. DOPO GIOVANNI PAOLO II, IL VATICANO SOPRA TUTTO E CONTRO TUTTI. Il "peccato originale" e la "mala fede" antropo-teo-logica di Papa Ratzinger. Una nota di Federico La Sala

martedì 30 dicembre 2008
[...] “Il deserto cresce” (Nietzsche) - in tutti i sensi, e non si può continuare come si è sempre fatto. Non abbiamo tempo, non più né molto. Tutta una mentalità di secoli deve essere messa sottosopra e l’intera società deve essere riorganizzata. Non ci sono altre strade. Bisogna pensare ancora, di nuovo e in altro modo - Dio, uomo e mondo. E a partire proprio da noi, da noi tutti [...]
FILOLOGIA E FILOSOFIA: LEZIONE DI PROTAGORA. "Il frammento (1 Diels-Kranz) suona: (...)

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> CIVILTÀ DELL’AMORE E VOLONTÀ DI GUERRA. ---MEMORIA E STORIA: IL SINODO APRE LE PORTE A FREUD (1990). Papa Wojtyla, presente (di Domenico Del Rio)

giovedì 12 agosto 2021

IL SINODO APRE LE PORTE A FREUD

di DOMENICO DEL RIO (la Repubblica/Archivio, 06 ottobre 1990)

CITTA’ DEL VATICANO Date spazio alla psicoanalisi se volete capire che cosa avviene nell’ animo di un ministro di Dio! Aprite i seminari alle scoperte della psicologia del profondo! La raccomandazione è stata lanciata quasi ufficialmente al Sinodo dei vescovi. Non è stata la trovata di qualche padre sinodale americano o mitteleuropeo. La proposta è venuta dal lungo intervento di uno degli esperti di cui si è dotata la Segreteria speciale del Sinodo: padre Timoty J. Costello, un religioso della Congregazione dei Maristi, docente di Teologia negli Stati Uniti. Costello, che ha parlato alla presenza del papa, non ha pronunciato mai la parola psicoanalisi, ma ha usato terminologia ed espressioni equivalenti: moderna psicologia del profondo, livello inconscio, forze inconsce, blocchi occulti...

Una vera e propria lezione di psicoanalisi ai rappresentanti di tutti gli episcopati del mondo. E’ da qualche tempo che la psicoanalisi, dapprima completamente demonizzata, si è aperta qualche varco nella considerazione della Chiesa cattolica. Sulla strada di questi tentativi erano cadute vittime illustri, vescovi e preti, come Mendez Arceo, vescovo messicano di Cuernavaca, Ivan Illich e il più famoso e il più martoriato dal Sant’ Uffizio, Marc Oraison.

Ma è certamente eccezionale che, in una sede così autorevole come il Sinodo e con un intervento così articolato di un esperto della Segreteria, la moderna psicologia del profondo sia stata proposta come un mezzo per scrutare i cuori, come si diceva una volta, dei candidati al sacerdozio. Per una materia ancora in stato di sospetto, Costello ha fatto, evidentemente, le dovute distinzioni. Durante gli ultimi trent’ anni, ha detto, ci sono stati diversi casi di applicazioni indiscriminate di idee e di metodi psicologici alla formazione religiosa, spesso con risultati disastrosi. Non tutte le scuole di pensiero psicologico sono compatibili con la rivelazione cristiana. Scuola compatibile, invece, è l’ Università Gregoriana di Roma, diretta dai gesuiti. Costello l’ ha espressamente menzionata.

Il religioso marista ha cominciato col porsi alcuni interrogativi. Perché, ha detto, alcuni seminaristi e sacerdoti vanno bene e altri si stancano? Perché alcuni si tirano indietro? Perché vi sono fallimenti riguardo al celibato sacerdotale?. Per capire che cosa sta dietro a questi problemi, ha proseguito Costello, sono del parere che la Chiesa possa ricevere aiuto da alcune delle scoperte della moderna psicologia del profondo. Ad esempio, la ricerca intrapresa e pubblicata dal professor Luigi Rulla, gesuita, e dai suoi colleghi dell’ Università Gregoriana, tenta di chiarire il modo in cui i fattori psicologici possono influenzare la risposta di una persona alla Grazia e, tanto più, alla vocazione sacerdotale.

Rulla, che è anche medico e psichiatra, ha pubblicato cinque volumi sulla Antropologia della vocazione cristiana, il primo dei quali intitolato Psicologia del profondo e vocazione, editi in inglese dalla Gregoriana e in italiano dall’ editrice Piemme. La nostra, dice il gesuita, è in realtà una psicoanalisi adattata all’ antropologia cristiana.

Non penso che papa Wojtyla, presente al Sinodo, abbia trasalito. Il cardinale di Cracovia, prima di essere eletto papa, in alcune sue opere, per esempio in Persona e atto, aveva espresso posizioni conciliabili con una psicologia del profondo. E’ dunque sulla scorta dei lavori di padre Rulla e della conciliabilità di papa Wojtyla che Costello ha potuto illustrare perché si debbano mettere in funzione questi mezzi di conoscenza nel momento di decidere se un giovane è adatto o no a intraprendere la via del sacerdozio. E’ possibile, ha spiegato l’ esperto del Sinodo, che una persona fondamentalmente normale desideri e professi a livello conscio determinati ideali religiosi, pur essendo mossa, al tempo stesso, e senza esserne consapevole, da forze inconsce che possono essere opposte a questi stessi ideali. Come una porta girevole, una persona può proferire un sì consapevole e un no nello stesso preciso istante. Ciò lascia la persona in uno stato di dicotomia e di tensione interiore, definito incoerenza vocazionale. E’ letteralmente trascinata in direzioni diverse da due forze contrastanti. I suoi effetti sulla vita vocazionale possono essere drammatici.

Il relatore ha citato una ricerca secondo la quale il 60-80 per cento dei seminaristi sono deboli e vulnerabili sotto il profilo vocazionale. Come affrontare questa situazione? Gli attuali metodi di formazione, ha concluso Costello, non sono efficaci. Mi sembra che i metodi tradizionali della formazione religiosa e del discernimento vocazionale vadano completati, non sostituiti, con approcci che consentano al seminario di raggiungere le sue finalità con maggior efficacia. La chiave sta nella formazione dei formatori, la cui preparazione specifica dà la capacità di aiutare i seminaristi a individuare e a superare i blocchi occulti opposti all’ azione della Grazia di Dio nella loro vita.

In fatto di formazione dei seminaristi, ieri, un vescovo di Papua e Nuova Guinea, Gerard Francis Loft, nel sottolineare l’ urgenza di una maturità emotiva dei candidati al sacerdozio, ha suggerito sane relazioni tra i sacerdoti e le donne e una presenza di personale femminile nei seminari. La capacità di mantenere relazioni con i membri dell’ altro sesso, ha detto, è un dovere, specie in situazioni culturali dove la divisione tra i sessi è stata mantenuta rigidamente e in maniera non cristiana. Dopo tutto, le donne costituiscono più del 50 per cento della Chiesa e in gran parte sono fedeli praticanti. In una società dove le donne sono represse la Chiesa deve essere leader e fonte di ispirazione nel liberare chi è prigioniero. Ma come possiamo fare questo, se i nostri ministri sono tenuti nelle stesse catene e viene loro offerto un programma di formazione che li prepara in maniera malata a questo ruolo?


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