Fra sedici giorni, esattamente il 31 gennaio, sapremo che cosa ne sarą di “la Voce di Fiore” e della sua rete. Suona strano parlare d’una propria “creatura” con certo distacco, e con termini, come «rete», della tecnologia e d’un consueto linguaggio politico.
Oggi tutto si vuole messo «in rete», come se la mera «connessione» risolvesse problemi difficili e importanti, urgenti, specifici; come se fosse sufficiente esser-ci, esistere in uno spazio pubblico, dialogare, (...)
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