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MILANO. VIA CONCHETTA ....

A PRIMO MORONI, IN MEMORIA. E ALLA SUA LIBRERIA "CALUSCA" E AL CENTRO "COX 18" - IN QUESTI GIORNI SIGILLATO E SOTTO SEQUESTRO. Una nota di Federico La Sala

domenica 25 gennaio 2009
"CHI" SIAMO NOI, IN REALTÀ. Relazioni chiasmatiche e civiltà.
Lettera da ‘Johannesburg’ a Primo Moroni, in memoriam [19 marzo 2000] *
Caro Primo
Se dico: il diritto romano e il diritto tedesco sono entrambi
diritti, ciò è ovvio. Se invece dico: il diritto, questo
astratto, si realizza nel diritto romano e nel diritto
tedesco, questi concreti diritti, il nesso diventa mistico
(K. Marx, L’analisi della forma di valore, Bari, Laterza,
1976, p. 76).
Se dico: un uomo e una donna sono (...)

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> A PRIMO MORONI, IN MEMORIA. - A Bologna, al Festival 3 di DeriveApprodi, presentazione del numero speciale della rivista «Primo Maggio» a lui dedicato.

sabato 5 maggio 2018

Il festival 3 di DeriveApprodi a Bologna
-  prototipi mentali - prepolitica - cultura materiale
-  20 Pietre, via Marzabotto 2

DOMENICA 6 MAGGIO

16.45: In memoria di Primo Moroni (presentazione del numero speciale della rivista «Primo Maggio» a lui dedicato)

      • Presenta e coordina: ...............
      • Intervengono: Riccardo Degli Innocenti e Andrea Bottalico (I porti, dannazione della merce), Cesare Bermani, Loretta Borrelli, Piera Bosotti, (Le voci di Aspirina, la rivista), Romeo Orlandi (La cina della globalizzazione)

Chi ha partecipato al ’68, all’autunno caldo ed ai movimenti sociali del decennio successivo ricorderà la rivista “Primo Maggio”. L’avevamo fondata nel 1973, sarebbe durata fino al 1988. Cercavamo un editore, ci portarono in piazza Sant’Eustorgio a Milano, dove c’era una piccola libreria, un bugigattolo, ma gestita da un grande uomo, Primo Moroni.
-  È scomparso vent’anni fa, vittima della malattia del secolo. Per ricordarlo abbiamo ripescato quel titolo “Primo Maggio”, anche perché aveva un sottotitolo intrigante: “saggi e documenti per una storia di classe”. Volevamo fare una rivista di “storia militante” ed è questo che suscitò l’interesse di Primo Moroni, un uomo di straordinaria sensibilità culturale che colse al volo cosa c’era dietro quel termine di “storia militante”.
-  C’era la consapevolezza che scrivere di storia, riorganizzare la memoria, ricostruire il passato, è un’attività, un mestiere, che richiede grande passione politica, esige la scelta di stare dentro le cose e non di astrarsene per guardarle con distacco e giudicarle “obbiettivamente”.
-  Noi volevamo essere parziali, schierati da una parte, da quella di coloro che lavorano ma non godono dei frutti del loro lavoro, di coloro che creano ma non godono dei frutti della loro creatività, di quelli che dicono la verità ma per questo hanno la vita dura. E questo, nella pratica della storia, porta spesso a sorprendenti scoperte o a riscoprire vicende su cui era calato il silenzio.
-  Noi che abbiamo fondato questa rivista, dato che siamo ancora in circolazione, malgrado i decenni che ci portiamo sul gobbo, per ricordare Primo abbiamo chiamato a raccolta persone che lo avevano conosciuto - ma anche giovani che ne hanno solo sentito parlare - per costruire con loro questo “numero speciale” con tematiche che avevamo già affrontato con lungimiranza 40 anni fa o tematiche di oggigiorno.
-  Abbiamo fatto un prodotto online e non abbiamo trovato posto migliore per renderlo disponibile che il sito della fondazione creata da Luigi Micheletti, un altro grande uomo, operaio di fabbrica, comandante partigiano, piccolo imprenditore, che ha investito la sua piccola fortuna in quella Biblioteca di storia contemporanea che a Brescia custodisce documenti di grande importanza per la storia del Novecento. Anche Luigi aveva capito perfettamente il senso dell’uso pubblico della storia e, non contento di aver fondato un centro di studi e di documentazione, ebbe l’idea di costituire anche un Museo dell’industria e del lavoro del Novecento.
-  Qui ne parla Pier Paolo Poggio. A lui ed ai suoi giovani collaboratori, che ci hanno permesso di confezionare questo prodotto digitale, va il nostro ringraziamento. Ma anche a tutti gli amici che hanno voluto essere presenti in questo omaggio a Primo Moroni, un uomo che ha segnato la cultura milanese ed ha contribuito a trasformarla ben oltre il perimetro del cosiddetto underground.
-  Primo è stato qualcosa di ben diverso dall’immagine stucchevole che di lui spesso viene fatta, personaggio pittoresco dei Navigli che canta le gesta della vecchia mala. Primo è stato un innovatore

* Fonte: http://www.deriveapprodi.org/wp-content/uploads/wordpress/9.-omaggio-a-primo-moroni1.pdf


Un grande ritorno: un numero speciale di Primo Maggio.

di Valerio Evangelisti (Carmilla, 31 marzo 2018)

Chi abbia vissuto intensamente gli anni ’70 e ’80, all’interno di un movimento che cercò di modificare radicalmente i rapporti di classe nella società italiana e seppellire una “sinistra” di patetica obsolescenza, non può avere dimenticato “Primo maggio”. Una rivista raffinata e combattiva, che, senza mischiarsi alle inevitabili miserie ricorrenti del campo antagonista, proponeva a ogni numero analisi brillanti, stralci di memoria, parametri inediti di conflittualità (spesso mutuati da modelli americani), metodologie di studio non accademiche come la storia orale.

Ne uscirono 35 numeri, tra il 1973 e il 1989. La buona notizia è che, per ricordare la scomparsa di uno dei suoi fondatori, il grande Primo Moroni (per sapere chi fosse vedi qui), un gruppo di redattori, tra cui Cesare Bermani, Sergio Bologna, Bruno Cartosio ecc., ha deciso di fare uscire un numero 36 speciale. Non quale operazione nostalgica, ma piuttosto come una sorta di aggiornamento ai (tristi) anni nostri. Il fascicolo è scaricabile gratuitamente in pdf da questo sito. Mi auguro che abbia dei seguiti.

Ricordo che a “Primo maggio” Cesare Bermani ha dedicato un volume, per Derive Approdi, corredato da un cd che contiene l’intera collezione della rivista.


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