Hans Küng: “Il papa va contro il Vaticano II”
di Jean Mercier
in “La Vie” del 16 febbraio 2010 (traduzione: www.finesettimana.org)
Ha un’opinione netta su tutto. Sui papi Benedetto XVI, Giovanni Paolo II, Pio XII. Ma anche sulla liturgia, sul celibato dei preti, sugli scandali sessuali nella Chiesa. Il teologo Hans Küng, nato nel 1928 e celebre oppositore di Giovanni Paolo II e del cardinale Joseph Ratzinger divenuto Benedetto XVI, ha appena pubblicato il secondo tomo delle sue memorie alle éditions du Cerf (1968-1980, Une vérité contestée). Lo abbiamo incontrato in quell’occasione, raccogliendo alcune affermazioni scioccanti.
Deluso da Benedetto XVI
“Ho sperato che Ratzinger si mostrasse diverso come papa rispetto a quello che era come prefetto
della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma non è stato così. Le sue nomine alla Curia sono
terribili. Come segretario di Stato, ha messo un uomo, Tarcisio Bertone, che non è affatto preparato
a questo compito.
Come papa, ha sbagliato tutte le mosse nei momenti chiave. Non ha risposto alle attese degli
ortodossi, in quanto non ha proposto loro, nel quadro del dialogo, di non dover accettare i Concili ai
quali non hanno partecipato dall’undicesimo secolo. Si è limitato con loro a degli abbracci, a delle
cerimonie. Con i musulmani, sappiamo cosa è successo con la Dichiarazione di Ratisbona. Per
quanto riguarda gli ebrei, c’è stata la faccenda della preghiera del venerdì santo, e lo scandalo
Williamson. Quanto alle Chiese protestanti, esse non hanno digerito il fatto che si sia detto loro che
non sono Chiese.
Il papa dice che le altre religioni sono carenti, e che la Chiesa cattolica è perfetta, ma quando si
vedono gli scandali che vi scoppiano! In Germania, la gente è ormai a disagio per il fatto che il papa
sia tedesco.
Più fondamentalmente, Ratzinger ed io siamo diversi nel nostro approccio a Gesù. Io sono attaccato
al Gesù della storia. Il suo Gesù è dogmatico, come è stato definito dal Concilio di Nicea nel 325.”
Il papa va contro il Vaticano II
“Per il teologo gesuita Francisco Suares (1548-1617), ci sono due possibilità di essere scismatici. O
ci si separa dal papa. O il papa si separa dalla Chiesa.
Benedetto XVI dovrebbe essere prudente nella sua visione delle cose, perché va contro il Concilio.
È uno choc per molta gente. Ha restaurato la messa medioevale tridentina. Ha ripreso gli ornamenti
di Leone X (1513-1522), il papa che aveva mancato l’occasione di salvale le cose con Martin
Lutero. Ha nominato l’anno scorso un nuovo prefetto per la Congregazione del Culto Divino,
Antonio Canizares, che se ne va in giro con la “cappa magna”, cioè uno strascico. Ci si crederebbe
alla consacrazione di Napoleone. Neanche la regina d’Inghilterra farebbe più una cosa simile. Il
papa si rende complice di una corruzione del sacro, sotto la forma di un’aristocrazia clericale che
nasconde le proprie azioni sotto gli ornamenti barocchi.
Riguardo al Concilio, Benedetto XVI difende la sua ermeneutica della continuità contro una
ermeneutica della rottura. Ma è una menzogna dire che abbiamo considerato il Vaticano II come una
rottura. Era una svolta, una riforma. -Questa “ermeneutica della continuità” è la sola cosa che il papa
ha trovato per interpretare il Concilio secondo la sua visione di un ritorno al passato. Ma non lo si
accetterà! Non si può andare contro il Concilio.”
Il celibato sacerdotale
“La legge del celibato obbligatorio è esplicitamente una contro-affermazione di ciò che dice il
Nuovo Testamento sulla libertà. E quindi non può essere considerata cattolica. È il prodotto di un
“monasticismo” medioevale - da non confondere con il vero monachesimo.
Questa legge medioevale non solo si oppone al Vangelo, ma anche ai diritti umani. Si radica nel
paganesimo. Resta un enorme problema in America Latina e in Africa, dove il celibato è osservato
in maniera... diciamo ’elegante’”.
A proposito dei preti pedofili
“C’è oggi questo scandalo dei preti pedofili tra i gesuiti in Germania. È solo un nuovo episodio di
una crisi del cattolicesimo occidentale che ha un problema con la sessualità. Ho parlato
recentemente con un ambasciatore irlandese che mi ha detto che l’autorità della Chiesa è totalmente
crollata nel paese a causa di questi scandali. Ma non ho mai voluto credere che si trattasse solo di
una faccenda irlandese o americana.
Il problema è universale. È legato al celibato obbligatorio. Lo so che il celibato non implica
necessariamente che ci siano degli abusi sessuali, ma non è un caso che ci siano stati degli scandali
in numero straordinario nella Chiesa cattolica in particolare. Non basta condannare quei preti, sono
vittime di un sistema. La Curia romana ha contribuito a far andare le cose in senso funesto. Tutti gli
scandali sono stati centralizzati dalla Congregazione della Dottrina della Fede, sotto il sigillo del
segreto assoluto. Tutto è arrivato sul tavolo del cardinal Ratzinger. Ha visto tutto, ha avuto
conoscenza di tutti i dossier.”
Due pesi e due misure
“Con lo scandalo Williamson, voglio ben credere che il papa non sapesse che era negazionista, ma sapeva necessariamente che tutte quelle persone erano antisemite e tutte contrarie al Vaticano II. Come si può accettare nella Chiesa quei vescovi scismatici ed essere stati così duri con i teologi della liberazione che non erano affatto marxisti? Con loro si è stati senza pietà. Mentre si accettano persone che negano il Concilio!”
Pio XII non è un santo
“Quando ero al Collegio Germanico a Roma, durante i miei studi, Padre Leibe, segretario privato di
Pio XII era venuto a trovarci. Ci aveva raccontato la giornata tipo del papa. Poi gli avevamo
chiesto: il Santo Padre è un santo? E lui aveva risposto: “No, non è un santo, è un grande uomo
della Chiesa”. Per Pio XII, l’istituzione era più importante di tutti gli ebrei del mondo intero. Per lui
la minaccia comunista era più grave della minaccia nazista.
E poi ha condannato i preti operai. Ricordo quello che mi ha confidato il cardinale Gerlier a questo
proposito. Con altri cardinali, era andato a Roma per convincerlo a non fare condanne. Gerlier mi
ha raccontato che Pio XII aveva detto loro: “La mia coscienza di papa mi obbliga ad agire in questo
senso”. Gerlier non aveva saputo che cosa rispondere. A mio avviso, avrebbe dovuto ribattere che la
sua coscienza di vescovo obbligava lui a protestare contro la decisione del papa. Ma i vescovi
francesi si sono inchinati.
Comunque non bisogna demonizzare Pio XII. Ha avuto un forte choc quando i commando rossi
hanno saccheggiato la nunziatura di Berlino nel 1918. Un po’ come Ratzinger fu traumatizzato dagli
studenti in rivolta di Tubinga nel 1968. La sua paura del comunismo era diventata esistenziale. Lo si
può capire ma non si può fare di lui un santo.”
Su Giovanni Paolo II
“Wojtyla non era un santo perché non ha mai voluto parlare con delle persone che pensavano in modo diverso da lui. Ha parlato molto “sul” dialogo, ma non lo ha praticato. Il suo moralismo sessuale non è servito a niente e la giovane generazione se ne infischia totalmente.”
Il futuro della Chiesa cattolica
“La situazione attuale mi conforta purtroppo nella mia visione critica. Sono un cattolico leale, sono
nell’opposizione a questo sistema attuale. Del resto, come me, molti santi non hanno amato la Curia.
Non sono un modernista, come Benedetto XVI critico anch’io una forma di scientismo che critica la
trascendenza.
Ma se, come Benedetto XVI, ci si situa ad un estremo, quello di un rigorismo morale medioevale,
allora si perde tutta la credibilità.
Essere cattolico non è legato al paradigma dell’assolutismo romano. Si può essere cattolici secondo il modello della Riforma. Sono cattolico secondo il paradigma ecumenico ed evangelico. Perché l’ideale è essere cattolico con spirito evangelico e non romano. Perché, per definire ciò che è cattolico, il criterio è la conformità al Vangelo. La Chiesa può sopravvivere perché non è un’ideologia come il comunismo. La sostanza resterà, non la gerarchia. Restano per fortuna delle comunità che funzionano bene, dove il parroco è buono. L’identificazione con il cattolicesimo non si farà con il papa, ma con il parroco locale”.