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MISSIONE "GOLD-RATZINGER": COSTRUIRE UNA CHIESA PER IL DIO "MAMMONA" (Bendetto XVI: Deus caritas est, 2006).

CHIESA. ALLARME DI HANS KUNG: BENEDETTO XVI NON VEDE IL MONDO, VEDE SOLO IL (VITELLO D’ORO DEL) VATICANO. Un’intervista di Andrea Tarquini

"È molto preoccupante. Ma voglio aspettare ancora qualche giorno, farò attendere ancora un po’ la mia voce". la teologa Uta Ranke-Heinemann parla di "responsabilità vergognose".
martedì 27 gennaio 2009 di Federico La Sala
[...] "Il Pontefice vive nel suo mondo, si è allontanato dagli uomini, e oltre a grandi processioni e pompose cerimonie, non vede più i problemi dei fedeli - risponde Küng alla tv svizzera - Per esempio la morale sessuale, la cura pastorale delle anime, la contraccezione. La Chiesa è in crisi, io spero che egli lo riconosca. Sarei felice di passi di riconciliazione specie verso gli ambienti dei fedeli progressisti. Ma Benedetto non vede che sta alienando se stesso dalla gran parte della (...)

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> CHIESA. ALLARME DI HANS KUNG: BENEDETTO XVI NON VEDE IL MONDO, VEDE SOLO IL (VITELLO D’ORO DEL) VATICANO. --- La religione del futuro per Hans Küng (di Filippo Gentiloni).

domenica 16 maggio 2010

La religione del futuro per Hans Küng

di Filippo Gentiloni (il manifesto, 16 maggio 2010)

In questi giorni anche da noi Hans Küng ha dominato il dibattito religioso: del suo ultimo libro «Ciò che credo» (Rizzoli) si è parlato un po’ dappertutto. Un fatto che già la dice lunga sulla situazione del cattolicesimo nel nostro paese.

Una situazione di forte presenza, ma anche di vivace discussione. Küng è un credente convinto che però fra i teologi cattolici è uno dei più critici (gli può fare compagnia, fra gli altri, Raimon Panikkar). I suoi attacchi alle posizioni vaticane non riguardano soltanto alcune questioni particolarmente discusse, come quelle che toccano il sesso, la salute, il sacerdozio.

La critica di Küng va più a fondo e riguarda soprattutto il rapporto fra il cattolicesimo e le altre posizioni religiose. È in crisi soprattutto la pretesa cattolica di essere l’unica verità assoluta, relegando tutte le altre posizioni in una sorta di serie B. «Sono e resto - afferma Küng - membro leale della mia Chiesa. Credo in Dio e nel suo Cristo, non credo tuttavia ’nella’ Chiesa. Al suo interno rifiuto ogni tentativo di mettersi sullo stesso piano di Dio, ogni trionfalismo arrogante e ogni trionfalismo egoistico, resto aperto alla comunità della fede cristiana nella sua totalità, a tutte le Chiese».

Una posizione ecumenica, oggi largamente condivisa anche in campo cattolico. E ancora: «Io non spero in una unità delle religioni o in un sincretismo di qualche tipo. Spero in una pace ecumenica fra le religioni mondiali. (...) Io non rinuncio alla speranza. Questa è la mia visione: non c’è pace fra le nazioni senza la pace religiosa, non c’è pace religiosa senza dialogo fra le religioni».

E sul futuro: «Ha un futuro solo una religione che mostra il suo volto umano e benevolo, un volto invitante e non un viso dai tratti stravolti, che inducono disgusto». È questo il volto dell’odierno cattolicesimo? Il libro di Küng ci spinge a chiedercelo.


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