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ALLEGRIA, ALLEGRIA (A MIKE BONGIORNO, IN MEMORIA). L’ITALIA, IL PAESE DEL "QUIZ" CONTINUO!!! DUE PRESIDENTI (1994-2010) GRIDANO "FORZA ITALIA" ... CHI E’ IL VERO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, DEL POPOLO DELLA LIBERTA’?!

IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI ATEI E DEVOTI. Un invito e un appello a fare luce, a fare giorno - di Federico La Sala

IN ITALIA L’UNICO LEGITTIMO PRESIDENTE DEGNO DI GRIDARE "FORZA ITALIA" E’ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Chi lo ha fatto e continua a farlo "ISTITUZIONALMENTE" è solo un mentitore e un golpista!!! E l’attentato alla Costituzione è già stato fatto!!!
giovedì 16 settembre 2010 di Federico La Sala
STORIA D’ITALIA (1994-2010). CON un Partito camuffato (e tuttavia autorizzato dalle Istituzioni, non una ma due volte!) da PARTITO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, IL CAVALIERE SFERRA L’ATTACCO AL QUIRINALE E ALLA COSTITUZIONE: "FORZA ITALIA"!, FORZA "POPOLO DELLA LIBERTA’"! - "L’ITALIA SONO IO" E IL DIRITTO E’ "UN DIRITTO AD PERSONAM"!!!

La Corte Costituzionale ’’ha un solo padrone: la Costituzione della Repubblica". Grazie, Presidente (...)

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> PRESIDENTE NAPOLITANO, PRESIDENTE AMIRANTE, IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI. --- Napolitano alle toghe: fate autocritica. L’Anm: "Difficile se ci attaccano".

martedì 27 aprile 2010


-  GIUSTIZIA

-  Napolitano alle toghe: fate autocritica

-  L’appello del Quirinale: "Evitare delegittimazione e personalismi"
-  L’Anm: "Difficile se ci attaccano"
*

ROMA La vera forza del magistrato dovrebbe essere quella dell’equilibrio. Non dovrebbe cedere alle lusinghe dei media, nè sentirsi investito «di missioni improprie ed esorbitanti». E soprattutto non dovrebbe avere atteggiamenti «impropriamente protagonistici e personalistici». Perchè così facendo mette in discussione l’imparzialità di tutte le toghe. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, coglie l’occasione dell’incontro con i magistrati tirocinanti al Quirinale, per invitare di nuovo politica e magistratura a non pestarsi i piedi e a stemperare i toni. «In tutti - avverte - deve prevalere senso della misura, rispetto e responsabilità istituzionale».

Napolitano augura alle nuove leve di svolgere il proprio lavoro con «animo sgombro» dalle tensioni del passato e di avere «la fierezza di appartenere a un mondo di servitori dello Stato», soggetti «solo alla legge» e «fedeli alla Costituzione». Perchè è soprattutto con loro che si potrà aprire «una pagina nuova, una nuova stagione nelle travagliate vicende della giustizia in Italia». Per quanto riguarda il presente, però, l’inquilino del Quirinale richiama le toghe alla moderazione e all’esame di coscienza. Perchè senza le necessarie «autocorrezioni» e senza che si rifugga da visioni «autoreferenziali» sarà più difficile recuperare «l’apprezzamento e il sostegno dei cittadini». Il percorso, avverte Napolitano, non sarà facile, ma si dovrà insistere riuscendo a stemperare «le esasperazioni e le contrapposizioni polemiche che da anni caratterizzano il nodo delicato e critico dei rapporti tra politica e giustizia».

I due mondi ora contrapposti, non dovrebbero percepirsi come «ostili, guidati dal reciproco sospetto». Dovrebbe «prevalere in tutti - è l’appello del presidente della Repubblica - il senso della misura» perchè si svolga un servizio efficiente nell’interesse del cittadino. Servono interventi, dice, ma «condivisi». Ed è per questo che invita il Csm a dare subito attuazione alle norme sul trasferimento nelle sedi disagiate e a conferire, di concerto con il ministro, uffici direttivi di primo piano come quelli del presidente della Cassazione e del Procuratore della Repubblica di Milano. Napolitano sottolinea anche un’altra questione: quella dell’ «oggettiva confusione dei ruoli» che si genera quando il magistrato si propone per incarichi politici laddove abbia esercitato le proprie funzioni. Il plenum del Csm esaminerà domani una risoluzione sul tema e il Capo dello Stato esprime apprezzamento. L’indipendenza e l’autonomia delle toghe, insiste, vanno difese ad ogni costo, ma per farlo non si devono avere comportamenti che generino «ingiusta delegittimazione» nè si devono tollerare «chiusure corporative», «casi gravi di inerzia o cattiva conduzione degli uffici».

Il presidente dell’Anm Luca Palamara è categorico: le toghe danno, ma chiedono anche rispetto. Ed è difficile comportarsi in un certo modo quando si è «sotto assedio». Quella di Napolitano, commenta il Guardasigilli, «è una riflessione di grande equilibrio». Ed è vasto il coro di consensi nella maggioranza: dal deputato Pdl Maurizio Paniz («si seguano sue parole») al leghista Matteo Brigandì («bene equilibrio»). Solo chi vuole sottomettere la magistratura «è cioè il Pdl», interviene il leader Idv Antonio Di Pietro, la fa «apparire politicizzata». I tirocinanti piuttosto «imparino a tenere la schiena dritta». Il legislatore, afferma Michele Vietti (Udc), «faccia tesoro delle sue parole». E analogo è il commento dei componenti del Csm e di alcuni Pm. Vincenzo Siniscalchi (Pd) parla di «alto momento di riflessione», mentre per Michele Saponara (Pdl) il capo dello Stato «ha il diritto-dovere di dire ai magistrati quali siano i loro compiti». «Spesso però - replica il Pm di Palermo Antonio Ingroia - sono i riflettori a cercare le toghe».

* * La Stampa, 27/4/2010 (17:20)


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