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ALLEGRIA, ALLEGRIA (A MIKE BONGIORNO, IN MEMORIA). L’ITALIA, IL PAESE DEL "QUIZ" CONTINUO!!! DUE PRESIDENTI (1994-2010) GRIDANO "FORZA ITALIA" ... CHI E’ IL VERO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, DEL POPOLO DELLA LIBERTA’?!

IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI ATEI E DEVOTI. Un invito e un appello a fare luce, a fare giorno - di Federico La Sala

IN ITALIA L’UNICO LEGITTIMO PRESIDENTE DEGNO DI GRIDARE "FORZA ITALIA" E’ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Chi lo ha fatto e continua a farlo "ISTITUZIONALMENTE" è solo un mentitore e un golpista!!! E l’attentato alla Costituzione è già stato fatto!!!
giovedì 16 settembre 2010 di Federico La Sala
STORIA D’ITALIA (1994-2010). CON un Partito camuffato (e tuttavia autorizzato dalle Istituzioni, non una ma due volte!) da PARTITO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, IL CAVALIERE SFERRA L’ATTACCO AL QUIRINALE E ALLA COSTITUZIONE: "FORZA ITALIA"!, FORZA "POPOLO DELLA LIBERTA’"! - "L’ITALIA SONO IO" E IL DIRITTO E’ "UN DIRITTO AD PERSONAM"!!!

La Corte Costituzionale ’’ha un solo padrone: la Costituzione della Repubblica". Grazie, Presidente (...)

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> PRESIDENTE NAPOLITANO ---- Nel ddl licenziato dal Senato limiti incostituzionali. Valerio Onida:Si può non firmare (di Silvia Truzzi).

sabato 12 giugno 2010


-  Si può non firmare

-  Onida: nel ddl limiti incostituzionali

-  Il Presidente emerito della Consulta: «Ma il capo dello Stato non ha l’ultima parola»

-  di Silvia Truzzi (il Fatto, 12.06.2010)

Il bavaglio dice: niente foto e dichiarazioni dei magistrati. La funzione è più importante della persona che la esercita. Principio valido per tutte le istituzioni chiamate in causa dalla legge “sulle intercettazioni”: ne abbiamo parlato con Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale.

Professore, ravvisa profili di incostituzionalità nel testo licenziato dal Senato?

Si stabiliscono limiti per la pubblicazione di atti non coperti da segreto, che abbiano pubblico interesse e siano verificati: è una limitazione indebita - e secondo me incostituzionale - alla libertà di informazione. Io sono d’accordo sul fatto di contenere le fughe di notizie su persone estranee e su fatti irrilevanti. E anche sul divieto di pubblicazione di foto e dichiarazioni dei magistrati. Ma queste sono questioni secondarie. Il punto chiave ovviamente è un altro. Se la legge sarà approvata ci sarà certamente un ricorso alla Consulta.

In casi del genere l’inconveniente è che per il ricorso alla Corte è necessario che si instauri un contenzioso. Cioè che ci sia una violazione della legge. Il nostro sistema non consente un immediato ricorso, come accade per esempio in Francia. Il che secondo me non è solo un difetto, perché il nostro sistema consente di valutare la legge al momento della sua applicazione, mentre l’altro favorisce una maggiore “politicizzazione” del giudizio della Corte costituzionale. Così mentre aspettiamo il giudizio di legittimità restiamo al buio. Che ne pensa?

L’applicazione anche per qualche mese di una legge che appaia restrittiva della libertà di informazione è un vulnus. “Appare” o “è” restrittiva? In questo punto secondo me lo è. Poi giudicherà la Corte. Il presidente della Repubblica giovedì ha criticato “I professionisti della richiesta di non firma”. Ha ragione. La firma del capo dello Stato non è la sanzione regia. Il re aveva una volontà deliberativa, il presidente della Repubblica è chiamato esclusivamente alla promulgazione. Allora perché è stata prevista nella Carta la possibilità del rinvio? La potestà legislativa spetta esclusivamente alle Camere, non è in coabitazione con il Quirinale. E tuttavia è stato pensato per il capo dello Stato - che è collocato super partes e quindi in qualche modo chiamato a esercitare un’influenza su chi decide - questo potere di rinvio. Ma è un veto sospensivo, non l’ultima parola. Il capo dello Stato non può rischiare una riapprovazione che, se diventasse sistematica, si tradurrebbe in una sua delegittimazione. È un potere non un dovere: il presidente della Repubblica non è un giudice costituzionale e nemmeno il capo dell’opposizione.

C’è stata una reazione molto energica da parte dell’opinione pubblica. Sì, una sollevazione che raramente si è vista. Sarebbe auspicabile che accadesse più spesso di fronte a episodi legislativi gravi.

Forse di tutto questo il presidente della Repubblica potrebbe tener conto: non è alla sua persona che ci si rivolge, ma alla sua figura. Certamente, non si deve alterare però il ruolo del capo dello Stato. La sistematica richiesta di “non firmare” trascura questo ruolo. Probabilmente accade perché le leggi o i decreti di cui si occupa il governo mettono in discussione principi fondamentali: l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge o la libertà di stampa.

Sì, ma bisogna avere riguardo ai caratteri di fondo del nostro ordinamento. Il capo dello Stato, ribadisco, non è un co-decisore. Che effetto le ha fatto sentire il presidente del Consiglio dire che governare con questa Costituzione è un inferno? Queste dichiarazioni, fatte da un rappresentante delle istituzioni sono ridicole. Espongono al ridicolo chi le fa.

I tentativi di strappo ai valori della Carta sono stati tanti: forse per questo le persone non ridono.

Le parole sono spesso dei diversivi, soprattutto in politica. Mi spaventano molto di più i fatti, come questo progetto di legge.


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