CSM
Mancino: "P3? Cono d’ombra sulla magistratura
ma l’autonomia delle toghe non si discute"
Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura torna sull’inchiesta: "L’interferenza nella libera attività del magistrato non è mai stata posta in discussione"
ROMA - "Gli ultimi avvenimenti relativi all’inchiesta sull’associazione segreta Loggia P3 gettano un cono d’ombra, ma non credo che possano incidere sulla sostanza dell’attività che abbiamo svolto al Csm". Il vicepresidente dell’organo di autogoverno della magistratura, Nicola Mancino, intervistato da Sky Tg24, torna sulla vicenda della cosidetta P3 e sui tentativi di interferire sugli orientamenti di alcuni consiglieri per favorire la nomina del presidente della Corte d’Appello di Milano, Alfonso Marra. Mancino fa peraltro notare che "è in corso un’inchiesta da parte della Prima commissione del Csm" e che "lo stesso Pg della Cassazione avverte la necessità di avviare un procedimento disciplinare. Vediamo cosa succederà".
Davanti al plenum, Mancino torna sulla richiesta di dibattito sulla deontologia dei consiglieri, avanzata da alcuni membri togati e rimandata alla prossima consiliatura dal capo dello Stato, ribadendo come il Csm abbia sempre garantito ai magistrati "la tutela del libero esercizio della giurisdizione".
"L’esperienza di questi quattro anni - dice Mancino - dimostra la validità di un impianto istituzionale che rende il giudice obbligato ad assumere la legge come guida nell’esercizio della sua attività. L’attività della sezione disciplinare dimostra con quanta attenzione ci siamo posti il problema di garantire autonomia e indipendenza della magistratura. L’interferenza nella libera attività del magistrato non è mai stata posta in discussione e le stesse modifiche sulle regole per le pratiche a tutela dimostrano che ciò che il consiglio vuole garantire al magistrato è proprio la tutela del libero esercizio della giurisdizione".
Mancino replica così al consigliere Ciro Riviezzo che prendendo la parola in aula aveva sottolineato come la stampa stia rappresentando una magistratura "fatta di faccendieri che si rivolgono ai loro amici per ottenere vantaggi, favori e raccomandazioni".
* la Repubblica, 21 luglio 2010